Lettera di Yvan Rettore
Oltre un anno fa, durante la giornata della Festa della Donna, fu abbattuto uno degli ultimi alberi presenti in Via Italia Nuova, a Veglie.
Si ergeva davanti alla porta d’ingresso della nostra dimora e nonostante il peso degli anni e il fatto che fosse leggermente pendente, ci dava frescura, ossigeno e ombra, specie nelle ore più calde d’estate.
Ma era soprattutto il fatto che era un essere vivente a “vigilare” sulla la nostra casa, il suo attaccamento alla vita e la bellezza che emanava per la sua unicità a rendere più bella e piacevole la facciata di quell’abitazione.
Oggi di lui rimane soltanto un ceppo e nient’altro, su cui stazionano tranquillamente i veicoli ogni giorno.
Quando fu abbattuto, Anna, la mia compagna, fu affranta dal dolore di tale perdita e a me dispiacque davvero tanto di vederla così.
Certo, tante persone non possono capire un tale stato d’animo, perché l’albero purtroppo ancora oggi viene considerato come un semplice oggetto che si può tranquillamente tagliare ogni volta che si trova a poter ostacolare progetti legati all’invadenza della presenza umana su questo pianeta.
E Veglie purtroppo non fa eccezione in questo.
Per oltre un anno ho pensato a come restituire quella bellezza violata in quel luogo.
Poi parlando un giorno col noto pittore vegliese, Carlo Politi, cugino di Anna e posso dire anche mio, mi venne l’idea di fargli realizzare un dipinto su quella facciata che appariva ormai spoglia dopo l’abbattimento dell’albero.
Ci confrontammo sul tema e fu naturale pensarlo in funzione del mare e del calore di questa terra unica e meravigliosa che è il Salento.
E da lì nacque l’idea di un’opera che unisse cielo e mare attraverso la luce radiosa di un sole che accompagna molto spesso le giornate di questi luoghi.
Volevo regalare una nuova bellezza alla nostra dimora, ridarle quella dimensione di vita che le era stata tolta, dare un segno di riconoscenza a quanto di prezioso ci ha dato e ci dà il creato ogni giorno e che troppo spesso non sappiamo apprezzare veramente.
Oggi quel dipinto è finalmente stato posto sul muro esterno e risplende nella sua bellezza ed unicità.
Un dono che ho voluto fare innanzitutto a Anna, la mia compagna di vita, ma anche a me stesso e ad un luogo in cui purtroppo ciò che c’è di bello non viene spesso valorizzato e stimato.
Una dimostrazione piccola ma molto significativa di bellezza e di amore per la dimora in cui viviamo e per il luogo in cui si trova e a cui vogliamo bene nonostante tutto.
Questo perché gli aspetti materiali dell’esistenza di ognuno di noi passano e non rimangono, ma l’espressione dell’amore per la vita e per il nostro mondo mantiene un’impronta fissa in un tempo che va oltre il nostro passaggio su questa terra.
Ringrazio davvero con tutto il cuore Carlo Politi di aver creduto e aver aderito senza esitare e con grande entusiasmo a questo progetto e di avere realizzato un’opera davvero meravigliosa che è andata ben oltre ogni mia aspettativa.
Da oggi, la cultura vegliese potrà vantare una dimostrazione ulteriore della sua effettiva esistenza.
E questo non è affatto poco.
Anzi, è davvero molto.
A cominciare dal sorriso di Anna.
Yvan Rettore
5 maggio 2002