Yvan Rettore: «Le società che evolvono sono quindi quelle aperte ed inclusive, cosapevoli che è soltanto dall’incontro di diversità che il genere umano può davvero cambiare»
Lettera di Yvan Rettore, formatore aziendale, cittadino settentrionale residente a Veglie:
In questi ultimi anni sono tornati in auge movimenti e scuole di pensiero che fanno della superiorità il loro pilastro dominante.
Quindi è tornato di moda il concetto di razza e si è riaffermato il fondamentalismo cristiano accompagnato dalla consuetudine tipicamente occidentale di ritenere gli USA e l’UE come gli unici modelli di società validi ed autenticamente evoluti.
E si potrebbe proseguire così anche approcciando ben altri temi e in ben altri ambiti.
Ma in cosa consiste questa smania irrefrenabile di superiorità e di difesa ad oltranza del proprio orticello ritenuto come l’unico “mondo possibile ed accettabile”?
Chi rivendica la superiorità di una entità rispetto ad un’altra in realtà dimentica un fattore fondamentale che risiede nella loro comparazione considerata però soltanto sul piano di uno sfruttamento del soggetto più debole da parte di quello più forte.
Non vi è un confronto sereno e costruttivo tra realtà diverse ma piuttosto una analisi fondata sulla competitività.
Ma colui che sostiene una presunta superiorità trascura anche un altro fattore di non poco conto che è quello della relatività del tempo e della evoluzione umana, di quel “Motore della Storia” che nessuno può fermare e che caratterizza da sempre il miglioramento progressivo delle condizioni dell’uomo su questo pianeta.
In tale evoluzione si è assistito all’ascesa costante di stati ed imperi ma anche al loro declino e alla loro scomparsa.
Il che vuole dire che non è affatto scontato né plausibile che una società florida oggi lo sia comunque per sempre e la Storia ha dimostrato più volte questa incontrovertibile constatazione.
Coloro che operano nel mondo dello Sport o nella Scienza risultano immuni da questo concetto di superiorità.
I primi perché accettano il confronto con i propri avversari in un rapporto di lealtà reciproca teso a dimostrare soltanto chi è più bravo e ha più talento fra i contendenti.
E una vittoria acquista maggiore significato quando avviene dopo una sconfitta e viene scolpita nella Storia dello Sport perché è il valore degli avversari con cui ti sei confrontato ad averla resa tale.
Seppure in ambiti diversi, pure un vero scienziato non vive la propria attività come una gara di superiorità nei confronti di altri perché le ricerche che svolge vengono attuate per il bene e il progresso dell’intera umanità e non certo di una parte di essa.
Detto questo a coloro che invocano una presunta superiorità nei riguardi di altri sfugge il fatto che gli elementi che decretano l’evoluzione di ogni società umana sono la ricerca costante di confronto, la condivisione e la possibile integrazione con altre culture e altri modelli sociali politici ed economici.
Trincerarsi dietro una effimera superiorità non è soltanto l’espressione di un comportamento limitato alla soddisfazione del proprio ego ma anche la manifestazione di una paura e una incapacità profonda di rimettersi in gioco e di poter autenticamente migliorare l’esistente, perché non sta scritto da nessuna parte che ciò che è valido ed efficace oggi lo sia automaticamente anche domani.
Anzi, spesso è vero il contrario.
Le società che evolvono sono quindi quelle aperte ed inclusive, dominate da individui che non sono succubi della paura di ciò che non conoscono, ma che aprono le porte della loro esistenza ad altri con la consapevolezza che è soltanto dall’incontro di diversità che il genere umano può davvero cambiare.
In meglio!
Yvan Rettore
27 Maggio 2020