Yvan Rettore: «Il sindaco che verrà eletto dovrà essere il sindaco di tutti i cittadini»
Lettera di Yvan Rettore:
Tra pochi giorni saremo chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale di Veglie.
Ciò che forse non viene molto evidenziato in questo evento politico è come funziona il sistema elettorale che presenta diverse incongruenze che portano nei fatti a gravi carenze di rappresentatività.
Tutti sappiamo che la democrazia dovrebbe essere l’espressione della maggioranza.
Stranamente però questo criterio non viene applicato quando si tratta di eleggere i propri rappresentanti a livello comunale.
Per spiegare meglio questo aspetto, prenderò in esame quanto accaduto a Veglie nella precedente tornata elettorale (2015) ricorrendo alla seguente indicazione di dati:
Numero elettori: 12.835
Numero votanti: 8.833
Tasso di astensione: 28,68%
Schede bianche: 124
Schede nulle: 174
RIsultati di lista (sulla base del numero effettivo di voti espressi):
Paladini: 3.532 (11 seggi assegnati) – 41,38% dei votanti
Landolfo: 2.449 (3 seggi assegnati) – 28,69% dei votanti
Fai: 1.675 (2 seggi assegnati) – 19,62% dei votanti
Cirillo: 593 – 6,94% dei votanti
Bonanno: 286 – 3,35% dei votanti
Ciò che salta subito agli occhi è che la lista vincente non soltanto non riuscì manco a raggiungere il 51% dei voti (cioè la maggioranza assoluta) ma ottenne un consenso effettivo pari a solo 3.532 cittadini vegliesi.
Il che significa che ben 9.303 cittadini (12.835 elettori – 3.532 voti espressi), ossia il 72,5% di essi, non si erano riconosciuti nella lista vincente.
Quindi detta in parole povere, questa lista ha governato per cinque anni Veglie con meno del 30% dei consensi dei suoi cittadini!
Ma non finisce qui perché questo sistema presenta una ulteriore incongruenza che è quella di assegnare i 2/3 dei seggi alla lista vincente e il 1/3 restante alle liste sconfitte che hanno ottenuto più voti.
E qui si nota che ben 879 votanti (le liste Cirillo e Bonanno) non riuscirono ad avere nessun rappresentante eletto.
Uno sbarramento vero e proprio teso a non consentire a liste o partiti piccoli di avere una propria rappresentatività.
Detto questo, queste incongruenze si presenteranno senz’altro anche questa volta con l’aggravante probabile di un incremento notevole delle astensioni.
Cosa del tutto comprensibile sia perché il sistema premia di fatto una lista che ha un consenso non maggioritario nel comune, sia perché impedisce di fatto una rappresentatività effettiva di tutte le forze in campo.
Di tutto questo non sono di certo responsabili le liste che si presentano in quanto per cambiare questo sistema elettorale (deficitario su diversi aspetti specifici della democrazia rappresentativa) bisognerebbe che il legislatore prendesse delle contromisure per correggerlo.
E’ proprio per questi motivi che inviterei qualsiasi sindaco che verrà eletto ad essere veramente il sindaco di tutti i cittadini, non soltanto di coloro che lo hanno sostenuto ma anche di coloro che non lo hanno votato proprio perché saranno la maggioranza dei cittadini vegliesi.
Farlo dovrà comportare per forza di cose un impegno maggiore di attuazione di strumenti (di democrazia diretta, deliberativa e sopratutto partecipativa) tesi ad allargare effettivamente il coinvolgimento dei cittadini nella amministrazione di questo paese.
Un primo segnale forte in questo senso sarebbe la reintroduzione delle consulte e l’apertura delle sedute dei consigli comunali alla cittadinanza.
Sarebbe l’inizio di una forte discontinuità rispetto al passato e far sentire a tutti i cittadini che il comune non è un palazzo di potere ma la casa comune di tutti i cittadini.
Yvan Rettore
13 settembre 2020