«Giù le mani dagli ulivi»
Le squadre dell’ARIF costrette a battere in ritirata nelle campagne vegliesi
(da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 15 Aprile 2015 – di Daniela PASTORE)
Gli ambientalisti fermano le prime eradicazioni previste nel Leccese. Ritirata strategia, ieri, degli uomini dell’Arif che avrebbero dovuto abbattere 22 alberi contagiati da xylella fastidiosa in agro di Veglie, località masseria la Duchessa, uno dei focolai ritenuti più pericolosi per la diffusione del batterio.
Dopo gli abbattimenti di lunedì ad Oria (sette ulivi) gli ambientalisti hanno cambiato strategia e, anziché bloccare le ruspe, hanno effettuato manovre di ostacolo in modo pacifico salendo sugli alberi o sedendosi ai piedi del tronco. Ai manifestanti, nel primo pomeriggio, si sono uniti il cantante dei Sud Sound System, Nandu Popu e il musicista Lele Spedicato, dei Nagramaro, da sempre in prima linea contro le eradicazioni. «Dobbiamo difendere il lavoro e il sudore dei nostri nonni: nostri ulivi non si toccano», il grido unanime dei presenti.
Oggi intanto, il presidente Nichi Vendola incontrerà gli europarlamentari a Bruxelles per chiedere una sinergia nel contrasto di questo batterio che ha già fatto vedere i sorci verdi alla California e al Brasile e che ora sta mettendo sotto scacco la Puglia.
Una situazione di difficoltà tecnica che ha co-stretto il commissario Silletti a fare dietrofront e a segretare date, luoghi e orari dei prossimi interventi.
Tante, ieri, le «sentinelle» che hanno presidiato gli ulivi. «Vedremo se ci sono per alcuni aspetti particolari degli spunti per poter ricorre al Tar», dice l’avvocato Francesco Fina.
Assieme ai manifestanti ci sono alcuni contadini che non ne vogliono proprio sentir parlare di eradicazioni. «I miei alberi non si toccano», dice uno di loro. «Nessuno li abbatterà, può venire anche l’esercito»
Nandu Popu dà la carica. «Oggi abbiamo vinto questa battaglia e domani saremo ancora qui, più numerosi e più arrabbiati che mai », scrive sulla sua pagina Facebook.
La tensione sale. Da una parte il piano che prevede le eradicazioni in vari focolai, dall’altra una protesta difficile da placare. Giovanna, una delle più coraggiose, si arrampica sui rami di un ulivo maestoso e vi rimane per diverse ore. «Per buttarlo giù dovranno far cadere anche me», avverte. Le ore si susseguono, i manifestanti sono attrezzati. Verso le 14 qualcuno offre frise al pomodoro, l’aria sembra più distesa. «Ma è solo apparenza» dice un ragazzo con i capelli rasta. «Noi andiamo avanti ad oltranza».
I tecnici del Consorzio di difesa e dell’Ufficio provinciale dell’agricoltura, seguiti passo passo, desistono anche dal continuare ed effettuare le campionature. «E’ un vero problema – scuote le testa un tecnico – perché purtroppo il Salento è stato colpito da uno dei batteri più insidiosi che esistano e se non interveniamo, se continuiamo a temporeggiare, tra due, tre anni, non ci sarà un solo albero sano nel Salento. E questa si che sarà una tragedia».
da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 15 Aprile 2015 – di Daniela PASTORE
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[divider]dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Mercoledì 15 Aprile 2015 – di Sonia GIOIA[/divider]
AMBIENTALISTI TRA GLI ULIVI
LA FORESTALE RINVIA GLI ABBATTIMENTI A VEGLIE
Nessun ulivo abbattuto a Veglie, A Ieri la Guardia Forestale ha deciso di fermare gli operai dell’ Arif, spiazzando così gli ambientalisti che si oppongono al piano Silletti e che avevano raggiunto il luogo indicato per gli abbattimenti con l’ intenzione di bloccare motoseghe e ruspe e impedire quindi il taglio di rami e tronchi. Una decisione probabilmente dettata da esigenze di ordine pubblico.
Oggi, intanto, a Bruxelles si svolgerà un vertice con il governatore Vendola, gli eurodeputati pugliesi l e l’ambasciatore italiano. Obiettivo: tutelare gli interessi della Puglia.
Quel che hanno fallito aOria, hanno messo a segno a Veglie. L’ intervento degli ambientalisti nella prima tappa leccese riesce a zittire ruspe e motoseghe, e “salta” anche il cronoprogramma stabilito dal commissario straordinario anti-xylella. Ieri mattina gli uomini dell’Arif, l’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, incaricati di abbattere ventidue alberi sui quali è stato acclarato il contagio da batterio killer a seguito delle analisi di laboratorio, sono stati preceduti dai manifestanti, arrivati in agro di Veglie all’alba.
Si erano dati appuntamento tramite una pagina Facebook creata ad hoc, “tutti in piazza per difendere gli ulivi del Salento”, creata per la manifestazione indetta il 29 marzo, domenica delle Palme nel calendario religioso. La pagina ha continuato ad essere animata anche nei giorni successivi, diventando il corner virtuale dove gli attivisti si aggiornano reciprocamente sulle pubblicazioni in merito alla xylella e dintorni, ed è qui che è si rinnovata la parola d’ordine. Tutti in campagna, per cingere, gli ulivi e proteggerli dalle motoseghe, che incombevano sugli alberi segnati con il filo bianco e rosso, a indicare quelli colpiti da xylella fastidiosa. Un centinaio, tra ambientalisti e agricoltori, hanno aspettato per ore sotto il sole ma, alla fine, i tecnici dell’Arif non si sono presentati nemmeno. C’erano sì, i fo. restali, ma provare soltanto ad andare oltre avrebbe significato creare seri problemi di ordine pubblico che evidentemente si sono voluti scongiurare.
Segno di un probabile cambiamento di strategia, studiato · a tavolino dal commissario delegato per l’emergenza xylella al fianco delle forze dell’ordine, per evitare di replicarequanto accaduto lunedì a Oria, quando i cittadini hanno cercato di impedire il taglio degli ulivi segnati dalle “X” rosse e si sono vissuti anche momenti di forte tensione.
In terra leccese, invece, ieri mattina solo una lunga attesa, un girovagare di auto tra le campagne, telefonate continue tra un gruppo e l’altro degli esponenti di associazioni che presidiavano zone diverse del territorio, e poi le inutili corse dietro i mezzi della Forestale in servizio di controllo. In tutto sono 22 gli alberi colpiti dal batterio che avrebbero dovuto venire giù sotto i colpi delle motoseghe. «Per abbattere centinaia di anni di storia ad Oria sono bastati cinque minuti», mormorava qualcuno, accarezzando i giganti di Veglie. Qualcun altro ha cercato di proteggerli con gli striscioni, una ragazza è salita su un ramo e vi è rimasta per l‘intera mattina, a testimoniare la volontà di opporsi alle eradicazioni già decise. I proprietari dei fondi incriminati si sono presentati nelle loro tenute e hanno accompagnato cittadini e giornalisti a vedere i loro alberi.
Dopo i fatti di Oria la vigilanza del fronte del no è salita vertiginosamente. Lì i militari hanno giocato d’astuzia. Il frastuono delle motoseghe sul lato opposto dei campi occupati, ha svelato l’inghippo: mentre una quota di uomini in divisa distraeva gli ambientalisti dialogando pacificamente, gli operatori dell’Arif buttavano giù gli alberi dichiarati infettati.
Veglie rimescola le carte. E probabilmente anche l’ordine di apparizione dei forestali, che avrebbero dovuto fare tappe nell’ordine a Leverano, Carmiano, Campi Salentina, Porto Cesareo, Nardò, Trepuzzi, Squinzano, Surbo e Lecce, tutto il fronte più a Nord. Il tentativo è quello di creare una barriera anti-xylella, prima che la “sputacchina” (l’insetto “ vettore” del batterio) metta le ali e raggiunga le fronde degli alberi, cioè entro la prima decade di maggio. Cioè meno di un mese.
dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Mercoledì 15 Aprile 2015 – di Sonia GIOIA