VEGLIE: Intitolazione a “Peppino Impastato” dell’Istituto Comprensivo Polo 1

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L’intero Istituto Comprensivo Veglie Polo 1 sarà intitolato alla figura di Peppino Impastato, giornalista ed eroe della lotta contro la mafia

Domenica 15 Maggio ore 11,00 a Veglie presso il cortile della Scuola Primaria di via Casa Savoia

“La mafia era sempre stata di famiglia per noi, interna alla nostra casa; ma d’improvviso divenne una forma spaventosa, sconosciuta e falsamente benevola. Cominciarono problemi nei rapporti familiari, soprattutto per la reazione di Peppino che da allora cominciò a chiedersi in che famiglia e in che mondo vivesse. Da lì inizia una riflessione che lo porterà a fare le sue scelte. Almeno agli inizi, sembrava impossibile poterci liberare da quell’oppressione mafiosa, toglierci dalla testa quel velo di falsità che ricopriva anche la nostra casa. Ci siamo riusciti pagando un prezzo altissimo ma con un risultato straordinario: essere riusciti a far capire che in Sicilia è possibile resistere contro lo strapotere della mafia. Un’eredità dal valore inestimabile, una ricchezza che ci è stata lasciata da Peppino e che mia madre e io abbiamo saputo raccogliere per essere i testimoni del nostro tempo” (Giovanni Impastato)

Con la delibera n.3 del 18 gennaio 2016, il Comune di Veglie ha approvato la proposta del Consiglio d’Istituto Comprensivo “Polo 1” di Veglie presentata il 22 dicembre 2015 con la quale si richiedeva di intitolare l’Istituto alla figura del giornalista Giuseppe Impastato detto Peppino “…. giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di cosa nostra a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato, il 9 maggio 1978….” .

Domenica 15 maggio 2015 alle ore 11,00 presso il cortile della Scuola Primaria di via Casa Savoia di Veglie sarà ufficialmente completato l’iter della richiesta del Consiglio e l’intero Istituto Comprensivo Veglie Polo 1 sarà intitolato alla figura di Peppino Impastato, giornalista ed eroe della lotta contro la mafia.

Alla cerimonia interverranno: la prof.ssa Daniela Savoia, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Polo 1 Veglie; il dott. Claudio Paladini, Sindaco di Veglie; il dott. Vincenzo Nicolì, Dirigente USP Lecce; il dott. Sebastiano Leo, Assessore Istruzione, Università, Formazione e Lavoro Regione Puglia; la prof.ssa Ornella Castellano, Dirigente Capofila rete “Il Veliero parlante”; Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato;  Marco Tullio Giordana, regista del film “I Cento Passi”.

L’invito a partecipare alla cerimonia è rivolto all’intera comunità di Veglie e alle comunità del territorio, alle istituzioni scolastiche.

«Sui suoi “100 passi” tutta la comunità scolastica, nell’impegno della formazione delle nuove generazioni, è pronta a percorrerne altri 100 e 100 ancora e poi ancora 100 e altri ancora … per immaginare e costruire un futuro dignitoso per tutti». (Daniela Savoia, Dirigente Scolastico  Polo 1 Veglie)

 

PEPPINO IMPASTATO

www.peppinoimpastato.com

peppino-impastatoGiuseppe Impastato, detto Peppino, è stato un giornalista e un attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, a Cinisi per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato.

Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida.

La stampa, le forze dell’ordine e la magistratura parlano di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio.

Nel maggio del 1984 l’ufficio istruzione del tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto

Nel maggio del 1992 il tribunale di Palermo decise l’archiviazione del caso, pur riconoscendo la matrice mafiosa del delitto, escluse la possibilità di individuare i colpevoli.

 Nel 1994 il Centro di documentazione dedicato a Peppino Impastato presentò la richiesta di riapertura del caso, accompagnata da una petizione popolare. Nell’istanza si chiedeva di interrogare sul delitto Impastato il nuovo collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi.

Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni del pentito Salvatore Palazzolo, Badalamenti fu indicato come il mandante dell’omicidio insieme al suo braccio destro Vito Palazzolo e l’inchiesta fu formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 fu emesso un ordine di arresto per Badalamenti, accusato di essere il mandante del delitto.

Il 5 marzo 2001 la corte d’assise di Palermo condannò Vito Palazzolo a 30 anni di carcere per l’omicidio di Giuseppe Impastato. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti fu condannato all’ergastolo per essere il mandante di quell’omicidio. Palazzolo e Badalamenti sono morti in carcere.

Giuseppe Impastato era nato in una famiglia mafiosa, ma fin da ragazzo aveva preso le distanze dai comportamenti mafiosi del suo entourage e aveva provato a denunciare il potere delle cosche e il clima di omertà e di impunità del suo paese. Per questo motivo fu cacciato di casa dal padre fin da ragazzo.

Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci, nel 1975 Impastato fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi di Cinisi. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile.

Nel 1977 Impastato con la sua cerchia di amici fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut prendeva in giro la mafia e i politici locali. Impastato conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante.

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