«VACANZE A TORRE LAPILLO», dal diario di DANIA, cittadina “virtuale” vegliese

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Punta Prosciutto, Torre Lapillo
Punta Prosciutto, Torre Lapillo

Riflessioni di Daniela Freguia da Milano su un’estate a Torre Lapillo

Prima di farvi leggere la  lettera che pubblichiamo di seguito, vorremmo dare il bentornato a Dania per aver voluto nuovamente, dopo alcuni anni, condividere con i “vegliesi che popolano il web” i suoi pensieri. Per chi non la conoscesse, Dania è una signora di Milano che per strani percorsi della vita alcuni anni fa, agli albori dei siti web vegliesi, si affacciò sulle piazza virtuale di Veglieonline, e da lì poi su Veglienews e Controvoci, divenendo in poco tempo un punto di riferimento con cui dialogare e avere una visione dal di  fuori e senza filtri di tutto ciò che accadeva a Veglie in qualsiasi campo: politico, culturale, ambientale ecc. ecc. Grazie all’interessamento dei ragazzi di “controvoci”,  il 21 giugno 2003 in occasione dell’inaugurazione del convento dei francescani,  fu consegnato a Dania e ritirato per delega il «Premio Cittadino Benemerito: alla cittadina “virtuale” vegliese Daniela Freguia». Molti ragazzi di allora, adesso uomini e donne con famiglia, hanno avuto con lei discussioni animate, a volte aspre ma tutte le discussioni hanno sempre avuto un  epilogo sereno che hanno rafforzato un legame di amicizia e di rispetto che dura ancora oggi nonostante non ci siano più stati contatti. All’epoca non esisteva facebook,  gli argomenti si affrontavano o con le lettere pubblicate sui 3 siti vegliesi (che vi invito ad andare a cercare) o con discussioni sulle chat degli stessi siti. Altri tempi. Adesso tutto questo, grazie a facebook e ai nuovi social, accade in tempo reale coinvolgendo tutti perché tutti hanno diritto di dire la propria opinione. Sarebbe bello però, come succedeva in quegli anni, avere nei gruppi facebook  vegliesi l’opinione di chi osserva Veglie da un punto di vista esterno, di chi lo guarda senza filtri e senza condizionamenti personali. Il punto di vista di Dania avrebbe sicuramente i suoi effetti.

Vi lascio adesso alle riflessioni di Dania e vi invito a leggere la lettera fino alla fine dove potrete trovare una risposta ad un articolo apparso sul Quotidiano locale riguardante i turisti.

19 settembre 2016

Veglie News


 VACANZE A TORRE LAPILLO

Caro Fernando, eccola qua la poesiola, senza pretese, pubblicata  su veglienews il 9 marzo del 2004:

Torre Lapillo, che il tuo bel mare 
sul video tutti i dì posso ammirare, 

sappi: una cartolina m’è arrivata 
con tante palme e il sol che il mare indora… 

ma il paradiso è azzurro e tanti non sanno, 
d’averlo proprio qui e sottomano! 

Ringrazio chi quest’oggi m’ha ricordato 
che vasto è il mondo e bel tutto il creato, 

ma se potessi fare una capatina, 
da te arriverei, doman mattina!

Ci sono voluti anni, ma ce l’ho fatta ad arrivare a Torre Lapillo e il ricordo  della  bella vacanza, troppo breve, mi resterà impresso per  lungo tempo:

CARO DIARIO… “Le buone vacanze portano il benessere nell’inverno”  lo ha detto l’amica  poetessa  Anna Maria Ercilli. E  le voglio credere.

Ma le buone vacanze, pur se  brevi, sono anche  portatrici di nuove esperienze che invitano alla riflessione  e che sarà salutare non dimenticare troppo in fretta.

Puglia, Torre Lapillo, ma per la balneazione  Punta Prosciutto.   Una  vasta fascia di spiaggia  sabbiosa,  difesa dal vento da una catena di dune ricoperte  da  vegetazione spontanea,  varia  e interessante.   Da qui, il mare… un’immensa distesa  dove l’occhio si perde nelle  mille tonalità di azzurro: blu scuro all’orizzonte,  dove  pare che il cielo tocchi il mare, poi le altre tonalità  sempre più chiare fino alla trasparenza  che s’infrange sulla riva.  Ma se una nuvola oscura il sole,   il mare  subito si riveste  di tutte le sfumature di  verde o di grigio.

punta_prosciutto_01Il fondale, dalla spiaggia, degrada lentamente per un lungo tratto di mare, concedendo una balneazione  sicura, secondo l’altezza della persona e la sua capacità natatoria.   La battigia  è   l’ambiente ideale  per  i più piccini che prendono,  prima  un titubante contatto,   poi  gioiosa confidenza con l’acqua.

In assenza di vento l’acqua è una tavolozza liscia come l’olio, su cui il sole,  con un gioco di luccichii, pare regalare  al mare  tutte le stelle del cielo.  Sotto una leggera brezza, invece,  si formano onde che si rincorrono dolcemente,  creando un piacevole  effetto idromassaggio.

Nonostante l’affollamento dei bagnanti, che pacificamente si contendono coi loro ombrelloni  il frontemare, poi via via il resto della spiaggia, è  possibile fare il bagno  in tutta tranquillità e, spingendosi un poco verso il largo, trovarsi  immersi nell’azzurra solitudine,  che spontaneamente  fa volgere il  pensiero verso l’Artefice  di  tanta bellezza.  Ma è proprio qua, nel tentativo di riproporre alle membra  le poche  tecniche di nuoto imparate da piccoli,  che prepotente prende corpo  la  domanda/constatazione:    “Quanto avranno disperatamente  annaspato, nel tentativo di rimanere a galla,  gli innumerevoli migranti, che hanno perso la vita in mare?”   Ed è tristezza.

Sulla spiaggia, dalla mattina alla sera,  transitano in frenetico movimento, dribblando fra  ombrelloni  sdraia e teli  distesi sulla sabbia,  i  venditori delle più disparate mercanzie: cocco e mandorle fresche, borse da spiaggia, cappelli di paglia,  occhiali da sole, radio e ricarica batteria,  scarpe, asciugamani, braccialetti portafortuna e  oggetti di bigiotteria. Un piccolo esercito   di persone,  ciabattine  infradito ai piedi, oppure scalze,  che riescono,  Dio sa come,  a non  arrecare disturbo ai  bagnanti.

Non mancano  i  disegnatori di tatuaggi,  le creatrici di pettinature africane e i rivenditori di libri.  Degni di nota i cavalletti  espositivi di  vestitini  e copricostume, o dei gonfiabili, trascinati a braccia  sul bagnasciuga.

I venditori più attivi  sono  quelli  dei  teli copri-tutto: col loro pacco sulle spalle camminano veloci, con un  campione tenuto spiegato  tra le mani  per  mostrarlo sventolante, con un passo che pare di danza,  ad ogni possibile acquirente,  Il costo? I 20 € danno il via alla contrattazione che, solitamente si ferma ai 10 €.  Quando qualcuno vuole  “fare l’affare” offrendo  cifre  improponibili, la delusione si fa palpabile: “Ma perché, voi che siete ricchi,  volete ostinarvi per un euro che è il mio guadagno?”  dice il venditore, ripiegando con cura  i teli disfatti per mostrare le varianti.  Poi, senza recriminare per la mancata  vendita, riprende  il suo passo di danza,  la nenia di offerta  e le frasi di saluto in perfetto italiano.  E non provate a dirgli: non compro nulla, ma ti offro un  caffè, perché la risposta sarebbe: “No grazie,  io voglio lavorare”.  Al massimo, accetterebbe  un bicchiere dell’acqua fresca che vi siete portati da casa.

Solo a fine giornata,  il  gravare della borsa da spiaggia  fa  rendere conto del peso del telo acquistato, che,  se moltiplicato approssimativamente per il numero dei teli portati sulle spalle,  fa ottenere il  peso  che ogni ragazzo, per lo più senegalese, ogni  giorno si porta appresso  con studiata  leggerezza.

Comprare un telo,  magari due, porterebbe a  qualcosa? Né più né meno come  una goccia d’acqua nel mare.

Dania-Daniela Freguia, settembre 2016

Certo, Fernando,  che il  resoconto della mia vacanza stona col lungo articolo “Sporchi, maleducati e incivili. E’ l’estate del turismo cafone” con cui Fabiana Pacella ha voluto offendermi  in quanto  turista,  ma  ha sbagliato tono, per cui, per quel che mi riguarda, ha sbagliato tutto. Non mi rappresenta quell’articolo, né come turista, né come cittadina, e neppure  rappresenta tutte le persone che erano con me.

Ti assicuro che, nonostante il nostro  accento lombardo,  non  abbiamo depositato pannolini sul marciapiedi; non abbiamo strombazzato  per strada;  non abbiamo disfatto  muretti a secco: i nostri ombrelloni li abbiamo piantati sulla sabbia;  abbiamo rispettato tutti, anche i venditori; non abbiamo dormito in spiaggia  e gli avanzi dei nostri spuntini ce li siamo portati appresso, per depositarli nei cassonetti.   Neppure abbiamo parcheggiato l’auto davanti ai cancelli, che avessero o meno la scritta “passo carrabile”, perché questa è la nostra regola, presumendo che cancello significhi movimento.  Poi, siano i vigili a fare il loro lavoro.

Certo non ci è sfuggito che,  come  ogni  altro luogo, anche  Torre Lapillo  ha i suoi punti deboli,   ma non è che qualche pecca   possa scalfire  il buon nome della città, del Salento e di tutta la popolazione salentina.  Per cui, segnalare, sì, ma coi toni giusti e senza offendere il mondo intero.  In termini di promozione turistica un articolo astioso può far più danno di un pannolino abbandonato sul marciapiedi.

Ciao Fernando, grazie per l’ospitalità. A tutti un caloroso saluto.

Milano, settembre 2016,  Dania-Daniela Freguia

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