(N.Q.d.P. – 3/2/14)
SIMONA MANCA, ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA PROVINCIA DI LECCE, RISPONDE ALLE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA REGIONE PUGLIA SILVIA GODELLICarissima assessore Godelli,conosce la mia simpatia nei suoi confronti, ma, me lo lasci dire, è triste – e anche un po’ patetico – che lei in ogni contesto di confronto politico, sia che avvenga nelle sedi istituzionali, sia in sedi pubbliche, attacchi con poco stile e scarso contenuto, gli interlocutori che non sono sulla sua lunghezza d’onda politica. Da una donna della sua età ed esperienza non me lo aspetto e sono ahimè – costretta a darle anche una brutta notizia: non intendo trasferirmi in nessuna altra parte d’Italia, contrariamente a quanto lei auspica nella sua intervista di oggi a Quotidiano. Nella speranza di rassenerarla, però, vorrei suggerirle che non sono io il suo problema, per cui il mio eventuale trasferimento non la aiuterebbe. Il suo problema sono i numerosisimi operatori culturali, associazioni, artisti straordinari, imprenditori, che hanno reso il nostro Salento una delle mete turistiche più importanti del mondo con il loro lavoro spontaneo e non riconosciuto dalla Regione Puglia di Vendola che, pur avendo enorme disponibilità di risorse, le ha tutte concentrate su pochi eventi. Un altro suo problema è la sua coscienza, che sa benissimo che l’unico criterio che la Regione Puglia si è dato nelle scelte di politica culturale è quello degli interventi milionari a pioggia su eventi organizzati da soggetti vicini a se politicamente o, comunque, disponibili a dare spazio ad essi.
In questi anni queste scelte hanno umiliato un territorio che, in ambito culturale, ha dovuto fare in proprio, con le poche risorse a disposizione della Provincia di Lecce, del Comune capoluogo, delle amministrazioni comunali, e di qualche imprenditore illuminato che ama la propria terra. L’ultima mostra della Provincia, con i capolavori del complesso monumentale dei Girolamini di Napoli, che ha visto il riconoscimento del presidente della Repubblica ed il patrocinio del ministero dei Beni Culturali, si è potuta realizzare solo grazie alla Provincia, alla Camera di Commercio e agli imprenditori.
Non è vero che il turismo nel Salento è trainato solo ed esclusivamente dalla Notte della Taranta e dalla Fòcara, nonostante la Regione in questi anni si sia impegnata molto per convincerci di questo, e se lei lo crede davvero, caro assessore, non conosce proprio questa terra.
Il Salento pullula di proposte culturali non conosciute come quelle da lei citate perché non finanziate allo stesso modo. Penso al Locomotive Jazz Festival, alla stagione lirica e a quella concertistica della Ico, al carnevale di Gallipoli o a quello di Corsano, alla notte di San Rocco a Torrepaduli, alle rassegne di danza del Balletto del Sud, a quelle di teatro dei cantieri Koreja o di Astragali, alle grandi mostre; e queste solo per fare qualche esempio.
I 120.000 euro da lei citati a sostegno dell’attività concertistica della lco hanno suscitato in me profonda indignazione perché lei sa bene che sono una cifra ridicola, sia rispetto ai milioni di euro che la Regione Puglia spende per eventi di pochi giorni, sia rispetto ai milioni di euro spesi per ripianare i debiti che la Fondazione Petruzzelli, di cui la Regione fa parte, ha accumulato in questi ultimi anni, sia rispetto all’investimento che la Provincia di Lecce continua a garantire per consentire a 60 persone di lavorare, e all’intero indotto economico e occupazionale di funzionare.
L’indignazione però ha lasciato il posto ad una bella risata domenicale quando ho letto della da lei asserita incapacità della Provincia di lavorare con i programmi comunitari. Le è mai capitato di parlare ultimamente con il ministro Bray, o con chi a Bruxelles gestisce i fondi comunitari, o anche con qualche suo collega assessore?
Probabilmente no, perché altrimenti saprebbe che la Provincia di Antonio Gabellone ha intercettato in questi ultimi 5 anni decine di finanziamenti europei, facendo spesso da capofila nei progetti, e non solo in ambito culturale. La sua abilità nell’intercettare i finanziamenti e la tempestività nel presentare validi progetti, doneranno al Salento il più grande centro culturale del Sud Italia, al convitto Palmieri.
Su questo la sua vicepresidente, la professoressa Barbanente, potrebbe meglio delucidarla. Al contrario, lei è proprio sicura di sapere cosa significhi “industria creativa”? Un’industria da lavoro, non è un evento. Quanti posti di lavoro stabili crea “la notte della Taranta”? E, soprattutto, li crea solo “la notte della Taranta” tanto da spingere la Regione a investire solo su di essa?
Detto ciò però, caro assessore, noi continuiamo a lavorare finché, come dice lei, esisteremo in vita. Poco tempo? Fa niente. Abbiamo dimostrato che anche in poco tempo, e con poche risorse, molto di buono siamo riusciti a fare. Non credo che la Regione Puglia di Vendola, alla fine del proprio mandato, possa dire altrettanto. ·
dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Lunedì 3 Febbraio 2014
Lettera dell’Assessore Simona Manca