TEATRO IN BIBLIOTECA

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“DON TONINO BELLO”

Compagnia Teatrale La Busacca

Domenica 22 Febbraio 2015 ore 20,30 – Biblioteca Comunale Veglie

Dopo la bellissima e divertente serata del 15 Febbraio con lo spettacolo “Polvere di Stelle”, lo sesso pubblico in sala ha richiesto agli attori della Compagnia Teatrale La Busacca di replicare lo spettacolo su Don Tonino Bello già messo in scena a Veglie il 23 dicembre scorso.

“Don Tonino” andrà a sostituire lo spettacolo “Le Ultime Lune” di Furio Bordon.

Recensione dal sito officinecantelmo.it:

Il lavoro teatrale, dal titolo semplice ed essenziale, “Don Tonino”, portato da LA BUSACCA per la regia di Francesco Piccolo, ripercorre la vicenda umana e di fede di una delle voci profetiche più coraggiose e audaci di questi ultimi tempi. Don Tonino Bello è stato Vescovo di Molfetta, Presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale è stata da sempre vissuta sulla scelta radicale degli ultimi, sul costante impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà. Vita complessa e articolata quella di Don Tonino. Ricca, piena di fascino, ma anche di dolore, di incomprensione, di isolamento. Il Vangelo promosso e vissuto da Don Tonino è un Vangelo scomodo. Che urta, dà fastidio, guasta la digestione.
La Busacca di Francesco Piccolo ha realizzato un lavoro teatrale minuzioso e attento, frutto di approfondite letture e di riferimenti biografici autentici. Non c’è una sola parola in tutta la messinscena che non appartenga o che non sia appartenuta a Don Tonino Bello.
L’intero ordito drammaturgico è immaginato nella notte fra il 6 e il 7 Febbraio 1993. Don Tonino è ad Alessano. E’ gravemente ammalato. E’ tornato da Molfetta nella sua terra natale per recuperare un briciolo di energia dopo tre cicli di chemioterapia. E’ notte e fa freddo nel modesto interno di una casa di Alessano. Una luce fioca, una grande vecchia poltrona con un cuscino gualcito sulla spalliera e una coperta sul bracciolo. Da una piccola finestra filtra la luce della luna. La luce tenue del sogno e del ricordo. Appaiono i personaggi della storia. Non i grandi personaggi, che pure hanno incrociato la vicenda umana di Don Tonino, ma gli ultimi. I più poveri. Appare la madre, Maria. Esile, minuta, coi capelli bianchi tirati e raccolti in una piccola crocchia ordinata. L’infanzia, l’adolescenza, sono rivissute con tenerezza ma anche nella dolente e spietata cifra della povertà. Appare Don Tonino da giovane, forte, audace, coraggioso, pieno di futuro e di speranza. Tra i bagliori del ricordo ritornano figure inconsuete, mai visitate dalla produzione critica e saggistica su Don Tonino Bello. Elisabetta, la cameriera del baretto vicino a Via della Conciliazione a Roma. Massimo, il ladro ucciso a Molfetta nel Gennaio del 1986 e al quale Don Tonino dedicherà indimenticabili e coraggiosissime parole. Mohammed, clandestino, musulmano e povero. I giovani delle tante crociate di fede, delle innumerevoli marce della pace, delle appassionanti fiaccolate in nome della giustizia e della solidarietà. E poi una giovane giornalista che con Don Tonino condivise il viaggio a Sarajevo nel Dicembre 1992. Il viaggio dei cinquecento pazzi per la pace. Cinquecento pazzi che sfidarono le bombe e i cecchini.
Gli attori: Mary Negro, Rosario Piccolo, Stefania Bocco, Salvatore Cezza, Chiara Brunetta, Gabriele Polimeno e Claudia Mancino si muovono nella rarefatta leggerezza del sogno e del ricordo. Una messinscena vibrante, densa, dirompente e soprattutto attualissima. Giacché Don Tonino Bello, insieme a David Maria Turoldo, al Cardinale Carlo Maria Martini è figlio di quella Chiesa del grembiule che nacque dal travaglio del Concilio Vaticano II. Lo scontro fra riformatori e conservatori. La dicotomia fra una Chiesa che intende fermare le lancette della storia e l’altra, reformanda, che invece vuole calarsi nel mondo, prenderlo per mano e guidarlo verso risposte di fede adeguate, compatibili con la realtà.
L’esperienza umana e di fede di Don Tonino Bello incontrò muri invalicabili. Lo scandalo del suo Vangelo gli creò non pochi problemi. Ma Don Tonino tenne duro. Perché era un ribelle, un eversivo. Come eversivo e ribelle, a suo dire, è stato Gesù Cristo. Una messinscena della vita e del pensiero di questa nostra grande figura di salentino, ci appare come un atto dovuto, un irreprimibile desiderio di cercare risposte per dare risposte a tempi così difficili. Don Tonino sarà senza dubbio, se lo sarà, il primo Santo ribelle della storia.

2 COMMENTS

  1. ci è dispiaciuto molto giungere in biblioteca ieri sera e trovare tutto spento …. l’appuntamento è stato annullato oppure rimandato a data da destinarsi?

  2. Ieri sera non si è tenuto lo spettacolo previsto.
    Purtroppo non è la prima volta che a Veglie la Compagnia Busacca disdice gli appuntamenti all’ultimo minuto.

    Alla nostra redazione è stato inviato un sms che avvisava dell’annullamento alle ore 14.14 ma per motivi di assenza di campo lo abbiamo ricevuto troppo tardi per avvisare sul nostro sito.

    Di seguito il testo del messaggio:
    «La Compagnia La Busacca per seri problemi famigliari rimanda l’appuntamento di questa sera a data da destinarsi».

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