Una telefonata che vale più di un Report Giornalistico sul Covid
(Foto di copertina tratta dal web)
«Ciao Fernando. Come stai?» Queste sono le prime parole di un telefonata ricevuta questa mattina mentre ero al lavoro.
Il numero uscito sul cellulare è di una persona che conosco bene ma che di solito non usa chiamarmi al telefono.
Quando ho visto il numero mi sono reso conto che era da qualche giorno non lo vedevo.
La persona che chiamava era una di quelle che “non deve chiedere mai” (come recitava una vecchia pubblicità). Una persona che ha vissuto una vita intensa, che ha fatto i suoi errori e li ha pagati tutti. Una di quelle persone che non ti aspetteresti mai di vedere “barcollare”.
Quel «Ciao Fernando. Come stai?» di questa mattina aveva uno strano sapore, un colore scuro. Una voce debole dall’altra parte cominciava a parlarmi e a spiegarmi perché non ci vedevamo da qualche giorno.
Era colpa del Covid.
Ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Anche in questi giorni, come lo è stato nella prima ondata, è normale per chi è in quarantena chiedere di ricevere la spesa a domicilio.
E invece no. Ascoltando il tono di quella voce ho capito che non era questo il motivo della telefonata.
Mi chiamava per farmi sapere di quello che gli era successo, di come una domenica in famiglia si era trasformata in un incubo causando il contagio di oltre 15 persone tra figli, genitori, nipotini, nonni, zii, persone anziane ora in grave pericolo di vita. Tutti residenti tra Veglie e un altro paese.
Con la voce tremante, debole e con il cuore in gola, questo amico mi implorava di far sapere a tutti nel nostro Paese che il Covid c’è, che è vicino e che è molto pericoloso. Mi implorava di far sapere al Sindaco e a chi di dovere che è necessario e urgente prendere provvedimenti seri. Mi implorava di comunicare alle autorità di vigilare nei punti di aggregazione giovanile per evitare assembramenti senza nessuna regola di sicurezza.
Me lo ha chiesto più volte durante questa telefonata. Lo ha implorato.
«La vita ti scivola via Fernà… Il Covid è brutto. Fallo sapere in qualche modo. Per favore, dillo a tutti. Dillo al Sindaco di prendere provvedimenti. I ragazzi non si stanno rendendo conto del pericolo. Mi raccomando, state tutti attenti. Parla con tutti gli esercenti di stare attenti all’afflusso dei clienti nei negozi».
Mi ha raccontato l’esperienza che sta vivendo. Mi ha detto che per ora è a casa ma già così si prova una sensazione di impotenza causata da un malessere generale e inspiegabile del corpo e da un respiro debole e affannoso. Mi ha spiegato che segue una cura con diversi farmaci, di non sapere ancora come si evolverà la sua situazione e si preoccupa della possibilità di dover andare in ospedale in caso di peggioramento.
Dopo questa telefonata ho avuto un senso di sconforto.
Se questa persona, che conosco benissimo e so qual’è il suo modo di prendere la vita, è arrivata a telefonarmi mettendo a nudo il suo stato d’animo, le sue paure e la sua debolezza per dirmi questo, vuol dire che il Covid è davvero qualcosa di terribile quando colpisce in maniera pesante. E colpisce anche se non sei anziano.
Nessuno di noi può sapere l’effetto che può fare il Covid sul nostro corpo fino a quando non ne siamo colpiti. Per questo motivo invito tutti coloro che dall’inizio di questa pandemia parlano di complotti di abbassare i toni e di rispettare chi sta vivendo sulla propria pelle questa emergenza.
Condivido l’appello ricevuto da questa persona e invito i genitori, i ragazzi, le attività commerciali, tutti indistintamente a tenere alta la guardia e ad usare tutte le precauzioni possibili per evitare contagi che, purtroppo, in questi giorni stanno aumentando troppo velocemente specialmente a Veglie.
Ma, soprattutto, si invita il Sindaco e le autorità a prendere provvedimenti adeguati, con ordinanze e quant’altro a disposizione, in questo periodo di aumento di casi positivi per scongiurare un peggioramento della situazione a cui purtroppo sembra si stia andando incontro. È importante far capire a chi ancora non lo ha percepito che il pericolo è reale e nessuno si può ritenere immune.
Ringrazio l’amico per la telefonata e per avermi fatto capire, più di qualsiasi servizio giornalistico, quanto sia pericolosa questa emergenza e quanto tutti noi siamo stupidi a pensare che “succederà solo agli altri” senza sapere che “gli altri siamo anche noi”.
Veglie News
1 Marzo 2021
Dopo aver letto alcuni commenti sui gruppi facebook con i quali si travisava il senso dell’appello rivolto dal nostro concittadino, mi permetto di scrivere di seguito un chiarimento al riguardo:
Mi dispiace che alcuni non abbiano capito il senso dell’appello fatto dal nostro concittadino.
Non credo che si sia data colpa a qualcuno per quello che gli è successo e neanche lui stesso sta dando colpe ad altri.
Lui ha sentito il dovere di invitare a non abbassare la guardia e a stare molto attenti.
Nessuno ha messo in dubbio il lavoro svolto dalle forze dell’ordine.
Lui è consapevole della sua negligenza e proprio per questo invita tutti a non fare gli stessi sbagli.
L’invito al Sindaco e alle autorità è proprio quello di dare un segnale forte a tutti per far comprendere che il pericolo non è passato e il virus è in agguato, pronto a sfruttare ogni piccola nostra negligenza per entrare indisturbato nelle nostre case.
Se guardando l’andamento settimanale dei casi positivi riscontrati a Veglie si nota un andamento crescente vuol dire che stiamo facendo qualcosa di sbagliato.
Forse ha ragione la signora Marilena quando dice:
“Mi sa che era lui e i suoi parenti a non credere al covid… E adesso dice «Di a tutti che il covid esiste»”.
Forse è proprio così. E adesso purtroppo lui sa che esiste. E siccome ci sono ancora molti, tanti, troppi che, come prima anche lui, credono che il Covid non esiste, a maggior ragione questo appello è molto importante.
In questo contesto deve essere letto l’appello rivolto a tutti noi.
Senza nessuna polemica e senza nessuna perplessità