Transennate le strade adiacenti all’ex “Cinema Caputo” di Veglie per la caduta di calcinacci. Lo stabile è a rischio crollo
È iniziato nella mattinata di mercoledì 2 novembre l’ultimo “capitolo” per il vecchio stabile dell’ex “Cinema Caputo” di Veglie.
I residenti della zona hanno notato calcinacci e pezzi di materiale edile caduti dall’edificio e hanno allertato le autorità del posto. Sono prontamente intervenuti Carabinieri, Vigili del Fuco, Polizia Municipale e Tecnici Comunali per fare i rilievi del caso e mettere la zona in sicurezza. Le strade adiacenti all’ex cinema sono state subito transennate per impedire la circolazione ed evitare pericoli alle persone.
I Vigili del Fuco e i Tecnici Comunali in queste ore stanno stilando una relazione per valutare la possibilità di un effettivo rischio di crollo dell’immobile con le eventuali conseguenze e per decidere i provvedimenti adatti a limitare i danni.
Queste sono le notizie che riguardano la cruda cronaca di quello che in queste ore è accaduto allo storico “Cinema Caputo”.
Di seguito invece alcuni pensieri personali sul nostro vecchio cinema.
PRESENTE – Un po’ di tempo fa un gruppo di amici di diverse associazioni fece una rilevazione fotografica per capire lo stato del luogo e valutare possibili futuri scenari. Tutti nel gruppo avevano frequentato quel posto negli anni in cui era “vivo” ed entrare in quella sala abbandonata provocò una strana sensazione. Vedere le sedie ancora lì, vuote, in attesa di far accomodare il pubblico per uno spettacolo che purtroppo non sarebbe mai più andato in scena fece capire a tutti che ormai quel posto, il tempo e la società che rappresentava ormai non esistevano più.
PASSATO – Ad ognuno del gruppo, guardando lo strano scenario che aveva di fronte, venivano in mente situazioni, aneddoti, personaggi, storie, film, tutti legati a quel posto un tempo animato da centinaia di persone. Il mio personale ricordo risale alla sera del 27 Dicembre 1981 in occasione dell’inaugurazione dell’ “Associazione Bandistica Città di Veglie”. Dal centro del palcoscenico noi giovani “bandisti” potevamo ammirare le centinaia di persone venute lì per quella speciale occasione pronti ad applaudire i “loro giovani artisti”. Fu per tutti noi un’esperienza indimenticabile. Guardare dal centro della scena tutte quelle persone riunitesi per ascoltarci aveva un effetto non trascurabile sulle emozioni personali. Sentirli applaudire faceva venire i brividi. Descrivere adesso queste sensazioni può far sorridere. Ormai siamo un po’ tutti abituati ad essere al centro della scena. All’epoca era diverso. Il Cinema Caputo (insieme al Cinema Trieste, ma questa è un’altra storia) era un punto di riferimento per la vita sociale del paese.
FUTURO – Chi tempo fa aveva fatto i sopralluoghi per capire le possibilità di una rinascita del “Cinema” si è subito reso conto che ciò era del tutto impossibile per numerosi e svariati motivi. In questi anni su Facebook in tanti hanno lanciato soluzioni assurde senza conoscere le reali condizioni, strutturali e burocratiche, dell’immobile. Alcuni invitavano il Comune di Veglie a rilevarlo, altri suggerivano una colletta pubblica per acquistarlo e ristrutturarlo, altri invitavano le aziende locali ad unirsi per fare un nuovo luogo di cultura. Tutte soluzioni alquanto improbabili. Per la creazione di un nuovo spazio-eventi dove poter accogliere un pubblico numeroso potrebbe esistere invece una soluzione diversa. Una soluzione a partire da un punto “0” per realizzare un nuovo teatro. Un Teatro Tenda. Qualcuno sta già sognando, ha già realizzato dei progetti, ha fatto degli schizzi, ha contattato aziende che li realizzano, ha ricevuto preventivi. Attorno ad un progetto del genere sarebbe bello che si riunissero Amministratori, Associazioni, Aziende. Sarebbe una buona occasione per dare corpo ai sogni di tanti ragazzi che non hanno spazi per realizzarli.
Sperare in un futuro diverso non ha prezzo….
Veglie News
3 novembre 2016
Il cinema Caputo,e’ uno dei più bei ricordi della mia infanzia, sarebbe per me un dispiacere enorme se venisse demolito. Anche perché ci hanno lavorato amici e familiari.( AGO)