Emergenza sanitaria nel Salento e a Veglie: «Ricercare la causa esclusivamente nei due poli industriali di Taranto e di Brindisi significa distogliere l’attenzione da fattori locali inquinanti e deresponsabilizzare cittadini e istituzioni locali»
(Comunicato stampa Comitato Ambiente Sano)
Si è svolto ieri sera nella sala conferenze-sede del Comune di Veglie il convegno sul tema: “Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce, in particolare, nella zona dell’Arneo e del Comune di Veglie”.
Organizzato dal Comitato Ambiente Sano, hanno aderito al Convegno le Associazioni presenti sul territorio: LILT, CIA, CGIL, UIL, Bottega Civica, Italia Nostra, CulturAmbienteLab, Controvoci, Veglie News, Proloco Veglie, AGESCI, Azione Cattolica Veglie, Legambiente, I Presìdi del Libro, Ass. Enrica Rizzo, Ass. Ciclistica Luigi Murra, Ass. Salento in Corsa. La partecipazione è stata molto numerosa e anche molto qualificata.
Dopo i saluti del Sindaco dott. Claudio Paladini e gli interventi del dott. Maurizio Portaluri, della dott.ssa Cristina Mangia e del Dott. Giovanni De Filippis, nel dibattito sono intervenuti, con contributi qualificati, il dott. Nicola Gennachi, il dott. Mino Muia, la dott.ssa Giulia Salinelli, l’avv. Luigi Massimiliano Aquaro, il sig. Daniele Ascanio, il dott. Sandro Aprile. Ha concluso il Presidente del Comitato Ambiente Sano, Dario Ciccarese, che ha annunciato un documento finale del convegno, da concordare con tutte le associazioni partecipanti, con il quale fare sintesi dei contenuti più importanti emersi dal convegno e indicare le iniziative concrete da intraprendere.
C’è un’emergenza sanitaria nel Salento e a Veglie?
Nei giorni scorsi la lettura dei dati salentini di mortalità e di incidenza aveva creato una percezione di allarme rosso nei cittadini. Purtroppo, al di là della percezione, i dati riportati ieri, anche quelli in linea con i dati nazionali, sono testardi e molto seri. Negare che vi sia una emergenza sanitaria nel Salento non significa negare l’evidenza di una situazione critica. Secondo il dott. Portaluri, l’emergenza dei tumori al polmone nel Salento è un dato riscontrabile da decenni, eppure le autorità costituite nulla o poco hanno fatto per affrontare il problema. E inoltre, pensare che sia nata oggi improvvisamente un’emergenza sanitaria nel Salento a causa esclusivamente dei due poli industriali di Taranto e di Brindisi può significare distogliere l’attenzione da fattori locali inquinanti e deresponsabilizzare cittadini e istituzioni locali. Se poi “emergenza sanitaria” significa fare allarmismo per ottenere finanziamenti statali o fare una battaglia ambientale improbabile solo a fini di strumentalizzazione politica, questo significa asservire la scienza e non è fare il bene dei cittadini e del territorio. Il convegno ha analizzato, senza tesi preconcette, i dati, che sono di per sé preoccupanti.
In sintesi è emerso che:
Nel corso del 2003-2008, in Provincia di Lecce sono stati diagnosticati 24.776 casi di tumore maligno nella popolazione residente (10.834 tra le donne e 13.942 tra gli uomini), con una media annua di 4130 tumori. E’ stato stimato che il rischio di ammalarsi di cancro nel corso della vita, per i residenti nella Asl di Lecce, è pari al 31,6% tra gli uomini (1 caso ogni 4 uomini) ed al 22.1% tra le donne (1 caso ogni 5 donne).
I tumori più frequenti nel sesso maschile sono stati quelli del polmone (pari al 19.8% di tutti i tumori maschili), della prostata (16.0%), della vescica (14,2%) e del colon e retto (11.5%).
I tumori più frequenti nel sesso femminile sono stati quelli della mammella (pari al 28% di tutti i tumori femminili) del colon e del retto (13,5%), corpo dell’utero (5,5%), tiroide (5,8%) e ovaio (4,1%).
La mortalità per tumore maligno nel periodo 2003-2008 è stata di 12.504 casi, dei quali 7.537 uomini e 4937 donne (media annua M+F= 2084 morti).
In generale si è osservato che i tassi di incidenza (ammalarsi di cancro) sono uguali alla media nazionale ma superiori a quella della media dei registri tumori del sud Italia. Sono stati, invece, sottolineati gli elevati tassi di incidenza e di mortalità per i tumori del polmone e della vescica tra gli uomini.
Per il Comune di Veglie, in particolare, con dati aggiornati al 2015, è stato rilevato che negli ultimi anni è quasi costante il numero di morti per tumore ed invece vi è stata una impennata del numero di morti in generale. Sono state messe in risalto sia la ricerca del dott. Fabio Donateo che ha rilevato la presenza di metalli pesanti negli organi genitali degli animali randagi del territorio (premonitori di possibile incidenza sugli uomini e sulle donne) e sia la ricerca sulla inversione dei sessi alla nascita (dal 1998 a Veglie nascono più femmine che maschi).
I possibili fattori di rischio, soprattutto quelli ambientali (ricadute di emissioni di impianti industriali, esposizioni indoor al radon…) insieme agli stili di vita, sono da approfondire.
La situazione della qualità dell’aria segnala effetti negativi degli inquinanti sulla salute anche quando il monitoraggio delle centrali dell’ARPA registrano dati al di sotto dei limiti di legge. Va studiata attentamente anche tutta la mobilità cittadina.
Attenzione è stata posta anche ai problemi della falda acquifera, dei pozzi neri, dei pozzi abusivi e a quelli dei terreni agricoli, dei pesticidi e delle discariche abusive.
Nella ricerca su ambiente e salute, dove gli interessi e i valori in gioco sono tanti e l’incertezza scientifica è alta, è necessario pensare a differenti modi di fare ricerca, con un coinvolgimento più diretto della popolazione. L’esperienza di Manfredonia ci dice che questo nuovo modo è possibile.
Veglie 10 marzo 2016
Il Comitato Ambiente Sano
Dario Ciccarese
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