Si è svolta il 7 aprile una riunione operativa, partecipata e qualificata, per definire l’obiettivo e il metodo necessari ad affrontare i gravi contenuti emersi nel Convegno del 9 marzo
(Comunicato stampa Comitato Ambiente Sano)
Dopo l’appuntamento del l’incontro Giovedì 07 Aprile, presso la sede del CulturAmbiente Lab si è tenuta la riunione operativa per definire l’obiettivo e il metodo necessari per i gravi contenuti emersi nel Convegno del 9 marzo sul tema “Report Ambiente e Salute in Provincia di Lecce e, in particolare, nella zona dell’Arneo e del Comune di Veglie”.
All’incontro, oltre al dott. Maurizio Portaluri e al dott. Nicola Gennachi, erano presenti i rappresentanti dell’Azione Cattolica Veglie, Gruppo Scout Agesci, Bottega Civica, CulturAmbiente Lab e Comitato Ambiente Sano.
Il dibattito, molto qualificato e interessante, ha messo in evidenza che a Veglie:
- è percezione diffusa che la situazione sanitaria e ambientale è molto preoccupante;
- occorre approfondire i dati, emersi nel convegno del 9 marzo, sulla mortalità in generale (e non solo quelli per tumore); è stata avanzata l’ipotesi che quella di Veglie possa essere una situazione di allarme rosso rispetto a quella provinciale e per cui occorre capire il perché, ampliando e approfondendo sia la ricerca del dott. Fabio Donateo e sia la ricerca sulla inversione dei sessi alla nascita (dal 1998 a Veglie nascono più femmine che maschi);
- non si conoscono ancora bene le pressioni negative sull’aria, sull’acqua e sui terreni agricoli. Queste pressioni non vanno isolate e separate dalle pressioni socio-economiche, secondo quanto insegna la ormai acquisita e condivisa “ecologia integrale”: muoiono e si ammalano di più i poveri dei ricchi.
Poi, per non rimanere sempre e solo sul terreno delle analisi, spostandosi sul versante del fare e dell’agire, è stato sottolineato che:
- pur essendo compito delle istituzioni locali affrontare i problemi del monitoraggio socio-sanitario, anche i cittadini, singoli o associati, possono e devono svolgere, in via “sussidiaria”, anche l’attività di interesse generale quale è la difesa e la tutela della salute di tutti; i modi di questa attività possono essere tanti, con iniziative mirate di sensibilizzazione, con visite dirette ai luoghi sfregiati (per es. alla macchia Lupomonaco), con semplici denunce di comportamenti scorretti o con incentivi a quelli da promuovere… ecc.;
- alla lettura dei dati sanitari di un paese fatta dagli esperti oggi si preferisce fare una lettura popolare (o come si dice, dal basso), con il coinvolgimento anche dei cittadini nella fase di monitoraggio: è quello che si sta facendo a Manfredonia, Firenze e Milazzo;
- l’esame della situazione sanitaria vegliese va estesa all’area ionico-salentina: un comune di 14 mila abitanti è troppo piccolo per individuare le fonti e i fattori di rischio;
- va valutata attentamente l’utilità di una centralina che misuri le concentrazioni di emissioni di NOx (Ossidi di Azoto), SOx (Ossidi di Zolfo), IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), Polveri sottili, tutte sostanze ad alto rischio cancerogeno provenienti in massima parti da fonti industriali; questi strumenti possono essere anche inutili tenendo conto che i limiti di legge di queste emissioni in Italia sono molto superiori a quelli indicati da OMS (Organizzazione Mondiale Sanità). Non è escluso che uno di questi strumenti, per una più rigorosa valutazione di impatto sanitario, possa essere comprato e gestito, con l’aiuto di esperti del CNR, dal coordinamento dei gruppi e associazioni locali.
A conclusione è stato fissato l’oggetto del prossimo incontro: definire meglio i dati sul monitoraggio, stabilire le priorità della valutazione sanitaria locale e individuare conseguenti proposte concrete operative.
Comitato Ambiente Sano
13 Aprile 2016