Appuntamento a Verona con le novità e i progetti innovativi di Moros, Eméra e Sanpaolo
Da Verona nel Salento in un istante, per un assaggio “virtuale” della Puglia enologica. Indossando gli appositi occhiali, con una app sul cellulare ci si potrà immergere negli ambienti di Moros, la cantina salentina di Claudio Quarta Vignaiolo, a Guagnano.
Così, le migliaia di eno-appassionati che visiteranno il prossimo Vinitaly di Verona, dal 10 al 13 aprile, non solo avranno la possibilità di degustare in calice i vini Quarta, ma anche di immergersi, grazie alla tecnologia della realtà virtuale, nei luoghi di produzione, le Terre del Negroamaro, nella vecchia cantina sociale degli anni ’50 ristrutturata, “scendere” nella bottaia dove si affina in barrique di rovere francese e americano il Salice Salentino Riserva Dop “Moros”, vedere e avere la sensazione di poter toccare le viti di Negroamaro e Malvasia, respirare l’atmosfera della cantina e avere voglia di vistarla dal vivo.
Un’esperienza per i curiosi del vino e dei territori di produzione che troveranno nello stand di Claudio Quarta (PAD. 11 PUGLIA Stand G3-G4) occhialini e supporto tecnologico per guardare foto e video a 360° realizzati per il progetto pilota EnjoyPuglia360 in collaborazione con Firm UniSalento e AVR Lab, spin off dell’Università del Salento, Enjoy Puglia Soc. Coop e le cantine delle Terre del Negroamaro.
Si parte per Verona, dunque, nel solco dell’Innovazione ma anche della Ricerca, temi cari a Claudio Quarta, ex ricercatore genetista ed vignaiolo affermato.
Lunedì 11 aprile, infatti, alle ore 17, sempre nello stand Quarta si svolgerà “Un’ora di scienza”, chiacchierata con degustazione insieme a due grandi della scienza in ambito vitivinicolo, i professori Attilio Scienza e Osvaldo Failla, della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Si parlerà di due progetti innovativi: il primo, riguarda la “Salvaguardia e caratterizzazione della biodiversità della vite attraverso l’impianto di vitigni rari”, progetto avviato a Tenute Emèra, l’altra cantina salentina di Marina di Lizzano (in provincia di Taranto), dove è stata impiantata probabilmente la più vasta collezione al mondo di biodiversità di vitigni minori, con oltre 500 varietà prevalentemente di origine caucasica e mediterranea. Il secondo progetto, “Wine Graft – I nuovi Portinnesti”, vede la partecipazione di Quarta insieme alle più importanti realtà produttive italiane tra le quali Ferrari, Banfi, Zonin, Armani, Albino etc. e riguarda un tema attualissimo per la viticoltura mondiale, alle prese con emergenze sanitarie, gli effetti di stress idrico e salinità dei suoli dovuti al cambiamento climatico, ma anche con la necessità di ridurre gli input energetici in un’ottica di sostenibilità.
La terza cantina di Claudio Quarta è Sanpaolo, in Irpinia. Sorge in un’area collinare fra le province di Avellino e Benevento. Da questa cantina provengono i tre vini che quest’anno a Verona potranno fregiarsi della qualifica di “5 Star Wines 2016”, il nuovo Premio enologico internazionale di Vinitaly appena conclusosi dopo tre giorni di valutazione alla cieca degli oltre 2.700 campioni di vini iscritti, provenienti da 27 nazioni. Si tratta del Greco di Tufo DOCG 2015 (Punteggio: 92/100), della Falanghina 2015 (90/100) e del Greco di Tufo DOCG “Claudio Quarta” 2014 (90/100).
8 aprile 2016