(Ulisse da Itaca)
Un impatto assai negativo, nei confronti dei locali amministratori comunali, è stato l’introduzione della TOSAP per i passi carrabili……ma era proprio necessario istituirla in questo momento di crisi e di vacche magre?
Per spiegarci meglio partiamo dal concetto di “Tassa” così come riportato dal vocabolario della lingua italiana:
“è il tributo imposto ai cittadini per l’uso di un servizio pubblico a titolo unico, esclusivo e privatistico“.
Il “passo carrabile” detto anche scivolo o interruzione di marciapiede, viene gravato di tassazione perché occupa del suolo pubblico, però non in esclusiva, difatti: il pedone non trova alcuno impedimento nel transitare sul suolo occupato dal “passo carrabile”; oppure se l’autista di una macchina deve fare un’inversione di marcia può impegnare benissimo il “passo carrabile” se la manovra le può essere più agevole; …..e poi, quante volte troviamo un’auto parcheggiata davanti alla scivola del nostro passo carrabile? …non possiamo farci nulla se non andare alla ricerca di quel disgraziato che ha parcheggiato la macchina in quel modo e chiedergli gentilmente di spostarla per consentirci di entrare nel garage di casa con la nostra auto! I vigili, quando ci sono, possono fare ben poca cosa perché i cittadini che hanno optato per assicurarsi libero il “passo carrabile” hanno pagato un tassa al Comune e posto tanto di cartello ben visibile, sul portone d’ingresso, con disco di divieto e numerazione comunale!
A questo punto ci troviamo di fronte ad un vero e proprio “servizio a domanda individuale”! Ossia, se ho necessità di avere libero il passaggio pago una tassa ed il Comune deve tutelarmi (torniamo al concetto di tassa: tributo imposto ai cittadini per l’uso di un servizio pubblico), se, invece, non m’interessa, non pago e le auto possono parcheggiare tranquillamente anche davanti al “passo carrabile”.
Piuttosto vogliamo interessarci delle “botole” di ferro per accedere alle cantine interrate che si trovano su quasi tutti i marciapiedi di Veglie?
….Sono anche quelle un’occupazione di suolo pubblico con la differenza che il pedone non può camminarci sopra ma deve aggirare l’ostacolo, non solo, si nota anche che per dare luce a dette cantine sottoposte l’abitazione la si é dovuta costruire un po’ più elevata e si notano le “scalette” realizzate sul marciapiede per l’accesso alle abitazioni a volte anche con tanto di “passamano” in tubi di ferro; questo sì ch’è occupazione di suolo pubblico unico, esclusivo e privatistico.
E i tanti balconcini che si trovano sul marciapiede con relative ringhiere di ferro? sottraggono o no suolo pubblico per uso unico e strettamente privato?
Per questo apparrebbe illegittima la tassazione dei “passi carrabili” in quanto usufruibili da chiunque a differenza delle “botole”, “scalette” e “balconcini”.
I passi carrabili non interrompono nessun marciapiede, se a Veglie possono chiamarsi con questo nome, difatti ne esistono di tutti i tipi: alti, bassi, larghi, stretti, sconnessi, ecc. piuttosto che il Comune si faccia carico di realizzare tutti i marciapiedi sulle strade di Veglie per i quali ha già riscosso gli “Oneri di Urbanizzazione”, poi, chi desidera avere un accesso privatistico alla propria abitazione paghi l’interruzione di marciapiede e si faccia rilasciare il cartello di “divieto” col numero dell’ordinanza e con l’impegno dei vigili…..di vigilare!
Basta con le tassazioni anche per l’aria che respiriamo, ora è rimasta la tassazione dei marciapiedi perché essendo stati costruiti dai privati cittadini anch’essi occupano suolo pubblico e dopo ci avranno tolto anche le mutande (come suol dirsi)!
Non si possono accampare scuse per la quadratura del bilancio, piuttosto cerchiamo di ridurre la spesa pubblica eliminando o riducendo gli stipendi ed i gettoni di presenza degli amministratori e dei consiglieri comunali……..ma questo è un’altro capitolo!
Ad majora.
Ulisse da Itaca
(Lettera firmata)
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