Porto Cesareo intitola una via al marinaio sommergibilista Luigi De Donno

0
2668

«PORTO CESAREO SALUTA IL SUO MARINAIO LUIGI DE DONNO»

Presentato il libro di Enzo Poci in occasione dell’intitolazione della via al marinaio Luigi De Donno

PORTO CESAREO – Sabato 29 settembre 2018, la città di Porto Cesareo ha intitolato una via a Luigi De Donno, il suo marinaio sommergibilista scomparso durante la seconda guerra mondiale dopo l’affondamento del regio sommergibile Pier Capponi.

In questa occasione è stato presentato il libretto firmato da Enzo Poci dal titolo «Porto Cesareo saluta il suo marinaio Luigi De Donno».

Preceduto dalla presentazione del Sindaco Salvatore Albano, dalla prefazione di Doriano Minosa, presidente del Gruppo A.N.M.I. di Porto Cesareo, e dall’introduzione di Paola Cazzella, Assessore alla Cultura dello stesso Comune, lo scritto di Enzo Poci racconta la breve vita del marinaio Luigi De Donno e le vicende relative alla guerra nelle acque del Mediterraneo che hanno veduto come protagonisti il sommergibile Pier Capponi ed il suo equipaggio, comandato dal Capitano di Corvetta Romeo Romei, fino al suo siluramento avvenuto nelle acque basso tirreniche nella tarda mattina del 31 marzo 1941.

Francesco Schito, Socio effettivo Gruppo A.N.M.I. di Porto Cesareo (LE), scrive un resoconto della giornata e una breve biografia del Marinaio Luigi De Donno.


Porto Cesareo

La città di Porto Cesareo si è raccolta nella tiepida mattina dello scorso sabato 29 settembre per intitolare una via a Luigi De Donno, il suo marinaio sommergibilista scomparso durante la seconda guerra mondiale dopo l’affondamento del sommergibile Pier Capponi.

Il gruppo di Porto Cesareo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (A.N.M.I), animato dal suo spirito guida di «mantenere alto lo spirito delle tradizioni marinare e perpetuare la memoria dei Marinai caduti…», aveva proposto ed aveva ottenuto dai vari organi preposti che una via comunale fosse dedicata al giovane marinaio cesarino.

La cerimonia, bella e mesta, è stata officiata da don Pio, vice parroco della Chiesa di Porto Cesareo, e presenziata da numerose Autorità civili e militari, prime fra tutte il Sindaco della Città, Salvatore Albano, che ha portato i saluti da parte del Prefetto impegnato in un altro contesto, l’Assessore alla Cultura dello stesso Comune, Paola Cazzella, i comandanti della Polizia municipale, della Stazione dei Carabinieri e dell’Ufficio Locale Marittimo.

Erano presenti il Comandante della Flottiglia Sommergibili di Taranto, Capitano di Vascello Giorgio Cossiga, il comandante della Capitaneria di Porto di Gallipoli, Capitano di Fregata Pasquale Mazza, il Tenente Colonnello Paolo Coppola, in rappresentanza del Comandante del Presidio militare di Lecce, il Capitano Donato Faggiano, in rappresentanza del Comando Scuola di Cavalleria di Lecce, il Contrammiraglio Giuseppe Panico, in rappresentanza della Presidenza nazionale ANMI, il Capitano di Vascello Fernando Piccinno, delegato regionale ANMI per la Puglia meridionale, il Colonnello Antonio Martina, presidente del Consiglio periferico di Asso Arma (Leverano, Copertino, Porto Cesareo), insieme con una vasta componente dei soci delle varie Forze Armate e dei Gruppi ANMI delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, e del Gruppo componente sommergibilisti di Taranto.

La cerimonia ha avuto inizio con una commemorazione presso il Monumento Ai Caduti nella piazza Alcide De Gasperi, culminata con la deposizione di una corona di alloro, mentre le note struggenti e di conforto del Silenzio d’Ordinanza, suonate da un giovane trombettiere della Marina militare, invitavano al raccoglimento rimanendo sugli Attenti. Un lungo corteo ha raggiunto poco dopo con passo lento e silenzioso la via da intitolare, dove la targa dedicata a Luigi De Donno è stata scoperta dalla madrina Liliana De Donno, nipote dello sfortunato marinaio.

Il fratello minore, Giuseppe, era assente alla cerimonia poiché ricoverato in ospedale per una grave ragione di salute e pochi giorni fa è mancato all’affetto dei suoi cari, ma con il conforto di vedere esaudito l’auspicio che una via, o una piazza, della città onorasse suo fratello Luigi.

In questa occasione è stato presentato il libro firmato da Enzo Poci, Porto Cesareo saluta il suo marinaio Luigi De Donno.

Il presidente Minosa depone una rosa nel nome e per conto di un fedele amico di Vicenza

Preceduto dalla presentazione del Sindaco Salvatore Albano, dalla prefazione di Doriano Minosa, presidente del Gruppo A.N.M.I. di Porto Cesareo, e dall’introduzione di Paola Cazzella, lo scritto di Enzo Poci racconta in pagine brevi, ma dense, la breve vita del marinaio Luigi De Donno e le vicende relative alla guerra nelle acque del Mediterraneo che hanno veduto come protagonisti il regio sommergibile Pier Capponi ed il suo valido equipaggio, comandato dal Capitano di Corvetta Romeo Romei, fino al suo siluramento avvenuto nelle acque basso tirreniche, nei pressi dell’isola di Stromboli, nella tarda mattina del 31 marzo 1941. Le notizie riferite appartengono alla letteratura ed ai documenti di archivio, alcuni inediti, custoditi negli archivi dell’Ufficio storico della Marina Militare a Roma e presentati come appendice di chiusura.

Luigi De Donno, Gigi, nasce il 14 giugno 1919 ad Aradeo, un paese nella provincia di Lecce, ma la sua famiglia si trasferisce molto presto a Porto Cesareo, nelle cui acque il piccolo Gigi apprende il mestiere del pescatore. Il 6 luglio 1938, egli è arruolato con la leva del 1919, e giunge alle armi il 16 aprile 1939, classificato Marò S.M.

Egli diviene Marinaio comune di I classe l’1 febbraio 1940 e l’1 maggio 1941 Sottonocchiere «alla memoria». Il suo foglio matricolare ci informa: scomparso il giorno 12 aprile 1941 (invero il 31 marzo 1941, poiché il Pier Capponi è affondato in questa data) e dichiarato irreperibile il 13 luglio 1941.

 

Facciamo nostre alcune riflessioni di Doriano Minosa, il quale scrive nella prefazione da lui stilata:

«Nella solennità di questa giornata, nella quale Porto Cesareo assiste finalmente alla titolazione di una delle sue vie al sacrificio chiesto ad uno dei suoi figli dalle tristi vicende della seconda guerra mondiale, proponiamo nella forma quasi integrale la lettura del contributo che il mesagnese Enzo Poci, amico di antica data della nostra cittadina e socio dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Porto Cesareo, ha inteso dedicare al valore ed allo spirito del marinaio cesarino Luigi De Donno, deceduto con il resto dei compagni presenti a bordo del regio sommergibile Pier Capponi nella mattina del 31 marzo 1941.

La mia mente incontra quel relitto che riposa sui fondali oscuri del Tirreno, non lontano dall’isola di Stromboli, un monumento simile al nostro, il quale si erge accarezzato dai raggi del Sole in Piazza Alcide De Gasperi, dove ogni anno, nell’occasione del 4 novembre, deponiamo una corona d’alloro per ricordare tutti i Caduti di tutte le guerre.

Celebriamo questa ricorrenza nel ricordo e nell’esaltazione del valore morale e storico dell’Unità d’Italia. Un giorno fondamentale per il nostro Paese, nel quale ci ritroviamo per testimoniare il sacrificio dei tanti italiani caduti in guerra, in tutte le guerre, dei tanti coraggiosi che hanno costruito l’Italia, e molti di essi ci hanno donato finalmente la Democrazia e la Repubblica.

A questi giovani, capaci e valorosi, è obbligo fare omaggio, quell’omaggio che l’Associazione Marinai rese a suo tempo consacrando una lapide con epigrafe alla loro memoria perenne nel giorno in cui la città inaugurava il Monumento ai Caduti, ed oggi con la dedica di una via al Marò Luigi De Donno».

Al Marò Luigi De Donno di Porto Cesareo è stato conferito il distintivo d’onore «alla memoria» di sommergibilista ed è stata riconosciuta la Croce di Guerra al Valor Militare con la motivazione che segue:

Imbarcato su un sommergibile in una ardita azione di guerra nella quale l’Unità attaccava in superficie una formazione navale composta di una nave portaerei, due navi da battaglia e diversi incrociatori e cacciatorpediniere e colpiva con due siluri una grossa nave e con un terzo siluro probabilmente un’altra unità, dimostrava calma e sprezzo dal pericolo. Canale di Sicilia, notte sul 10.11.40, XIX.

Noi salutiamo il giovane Luigi, ed i suoi compagni di equipaggio, con le parole semplici ma evocative del poeta Robert Stevenson:

A casa è il marinaio, nella sua casa vicino al mare.

Francesco Schito

22 ottobre 2018

 

LEAVE A REPLY