Piroscafo “ORIA”: A Velletri una Cerimonia per il 75° anniversario dell’affondamento nel Mar Egeo nel quale morirono anche giovani soldati Vegliesi

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 I Vegliesi MANGIA ANGELO, ROLLO LIBERTARIO, ZIMMARI SANTO e RUBERTI ORONZO nella lista degli imbarcati del Piroscafo Norvegese ORIA affondato il 12 Febbraio del 1944

Domenica 10 Febbraio 2019 è stata celebrata da S.E. Mons. Vincenzo Apicella, Vescovo della Diocesi di Suburbicaria di Velletri Segni,  una messa nella cattedrale di San Clemente di Velletri in occasione del 75° anniversario dell’affondamento nel mare Egeo del Piroscafo Norvegese “ORIA” avvenuto il 12 febbraio 1944 nel quale perirono 4200 soldati italiani, prigionieri dei tedeschi, che si trovavano a bordo per essere  trasferiti come forza lavoro da Rodi nei lager del Terzo Reich.

Alla Messa Solenne ha partecipato il Coro Interforze della Famiglia Militare “Coro Polifonico  Salvo D’Acquisto”

Grazie a studi recenti è stata ritrovata la lista di imbarco con i nomi dei soldati che venivano deportati. Nella lista figurano i soldati vegliesi MANGIA ANGELO, ROLLO LIBERTARIO, ZIMMARI SANTO e RUBERTI ORONZO. Notizie sulla tragedia e l’elenco dei dispersi si possono trovare sul sito  piroscafooria.it

di seguito uno stralcio dell’articolo di Lorenzo Sani – Il Resto del Carlino:

La Nave Norvegese “ORIA” di 2000 tonnellate, varata nel 1920, requisita dai tedeschi, salpò l’11 febbraio 1944 da Rodi alle 17,40 per il Pireo. A bordo più di 4000 prigionieri italiani che si erano rifiutati di aderire al nazismo o alla RSI dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, 90 tedeschi di guardia o di passaggio e l’equipaggio norvegese.
L’indomani, 12 febbraio, colto da una tempesta, il piroscafo affondò presso Capo Sounion, a 25 miglia dalla destinazione finale, dopo essersi incagliato nei bassi fondali prospicienti l’isola di Patroklos.
I soccorsi, ostacolati dalle pessime condizioni meteo, consentirono di salvare solo 37 italiani, 6 tedeschi, un greco, 5 uomini dell’equipaggio, incluso il comandante Bearne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina.
L’ORIA era stipata all’inverosimile, aveva anche un carico di bidoni di olio minerale e gomme da camion oltre ai nostri soldati che dovevano essere trasferiti come forza lavoro nei lager del Terzo Reich.
Su quella carretta del mare, che all’inizio della guerra faceva rotta col Nord Africa, gli italiani in divisa che dissero no a Hitler e Mussolini vennero trattati peggio degli ignavi danteschi nella palude dello Stige: non erano prigionieri di guerra, di conseguenza senza i benefici della Convenzione di Ginevra e dell’assistenza della Croce Rossa. Allo stesso tempo, poi, il loro sacrificio fu ignorato per decenni anche in patria.
Nel 1955 il relitto fu smembrato dai palombari greci per recuperare il ferro, mentre i cadaveri di circa 250 naufraghi, trascinati sulla costa dal fortunale e sepolti in fosse comuni, furono traslati, in seguito, nei piccoli cimiteri dei paesi della costa pugliese e, successivamente, nel Sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari. I resti di tutti gli altri sono ancora là sotto.
La tragedia si consumò in pochi minuti ed è stata ignorata per decenni. Eppure si sapeva per filo e per segno come fossero andate le cose. Ci sono le testimonianze dei sopravvissuti, come quella del sergente di artiglieria Giuseppe Guarisco, che il 27 ottobre 1946 ha redatto di proprio pugno per la Direzione generale del ministero un resoconto lucido del naufragio.
(Stralcio dall’Articolo di Lorenzo Sani – Il Resto del Carlino)

 

Negli ultimi anni è nato un gruppo di ricerca formato da parenti dei circa 4.200 dispersi allo scopo di fare delle ricerche personali  che solo negli ultimi tempi ha permesso di ricostruire l’intera vicenda e di individuare ed informare per ora 320 Famiglie sui destini dei loro Cari. Tutte le altre Famiglie, circa 4000, non hanno ancora una risposta. Per questo il gruppo di ricerca continua la sua missione contattando tutti gli Enti, Associazioni, Istituzioni sul territorio nazionale per riuscire ad arrivare ad un maggior numero di persone.

«Non è facile andare avanti con le ricerche – dicono alcuni componenti del gruppo – Siamo alla terza generazione da quella tragedia e sono rimasti pochi anziani di quel periodo e i ricordi si sono affievoliti. Le nuove generazioni inoltre sembrano poco legate al passato.»

Grazie al tam tam messo in moto dal gruppo, molte famiglie hanno potuto ritrovare un legame con i propri parenti.

Con questa ricerca, e grazie ai documenti in possesso dello studioso di Storia Locale di Veglie Antonio De Benedittis,  per ora sono stati trovati  anche 4 soldati vegliesi che erano imbarcati sul Piroscafo Oria. Si tratta di Mangia Angelo, Rollo Libertario, Zimmari Santo e Ruberti Oronzo.

Grazie alla collaborazione del 1° M.llo. Luogotenente Spec. Mont. E.F.V.  reparto  84° CENTRO COMBAT S.A.R. BRINDISI Pasquale Coppola, alla Cerimonia di commemorazione del 75° anniversario della tragedia hanno partecipato, in rappresentanza dei Caduti Vegliesi, 5 membri dell’A.N.R.P. (Associazione Nazionale Reduci Dalla Prigionia) “Rollo Libertario” sezione di Veglie con il Labaro di rappresentanza. Il gruppo ha ricevuto una splendida accoglienza da parte del Generale BA Antonio Albanese, organizzatore dell’evento, che nel suo discorso ha anche menzionato e ringraziato l’Associazione vegliese. Il Generale Antonio Albanese è stato addetto per la difesa in Grecia presso l’Ambasciata d’Italia e dal 2014 si sta impegnando nel sostenere la “Rete dei familiari dei dispersi nel naufragio del piroscafo Oria”.

(Al centro il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il Generale Antonio Albanese. A Destra la delegazione vegliese con il Labaro dell’Associazione)

All’evento hanno partecipato inoltre numerose Autorità tra cui il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il Vescovo di Velletri S. E. R. Mons. Vincenzo Apicella, il Sindaco di Velletri, il Vicesindaco di Lariano, il Gen. C. A. Arma Carabinieri Antonio Ricciardi, l’Addetto per la Difesa Ambasciata di Romania Col. Iulian Barbu, il Comandante della Scuola Marescialli Carabinieri col. Marino Liviano, il Vicario generale Arcidiocesi di Rodi (Gr) Fr Luke John Gregory.

Veglie News

Video del discorso del Generale BA Antonio Albanese

 

Monumento in memoria della tragedia del Piroscafo Oria

12 Febbraio2019

 

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