MACCHIA MEDITERRANEA “LUPOMONACO”

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Un nuovo  passo per la conservazione di uno degli ultimi brandelli della macchia d’Arneo

(Lettera del dott. Fabio COPPOLA del 7/3/15)

Dopo la Deliberazione di Giunta Comunale n. 47/14, finalmente il Comune di Veglie con la conseguente Ordinanza del Settore Ambiente n.12 del 6/3/15 vieta nella macchia mediterranea in contrada “Lupomonaco” le seguenti attività: disturbare, danneggiare, catturare, uccidere animali;  distruggere, danneggiare, sottrarre nidi e tane;  raccogliere, danneggiare, estirpare flora, frutti, funghi;  abbandonare rifiuti;  produrre luci, suoni, rumori molesti;  transitare con mezzi motorizzati, eccetto mezzi di servizio e vigilanza;  accendere fuochi;  allestire campeggi;  danneggiare fabbricati o manufatti o utilizzarli impropriamente;  condurre animali liberi ed esercitare il pascolo.  E prevede le relative sanzioni per i contravventori.

 Nel territorio vegliese si trova l’attrezzatissimo “Parco Santa Barbara”, di proprietà comunale e gestito da privati; a circa un chilometro dalla macchia mediterranea, c’è il parco giochi “Alaska”, di proprietà privata ma aperto al pubblico; sempre nel nuovo quartiere “Lupomonaco”, in via Emanuela Setti Carraro, è accessibile il circuito podistico comunale, attrezzato e illuminatissimo, con ampio parcheggio.

Pertanto era doveroso regolamentare la corretta fruizione della macchia mediterranea, destinandola al ripopolamento faunistico utile all’agricoltura, all’osservazione della natura per i turisti, all’educazione ambientale per le scolaresche, alle silenziose passeggiate di escursionisti e ciclisti. Come in tutti i parchi naturali o gli orti botanici.

Correttamente gestita e frequentata, sarà sicuramente uno dei fiori all’occhiello per il rilancio dell’immagine turistica vegliese. Insieme ad altri beni naturali e architettonici, potrebbe attrarre una parte del flusso turistico che assalta la costa salentina. La parte migliore del turismo, che non schiamazza di notte, non sporca o urina per strada, e non fa risse sotto effetto dell’alcol, come spesso è avvenuto nell’estate gallipolina o la movida leccese.

Un altro piccolo ma importante passo per la conservazione di uno degli ultimi brandelli della macchia d’Arneo, scenario di caccia, brigantaggio e lotte contadine.

Ringrazio i dottori Matilde Pirrera e Vincenzo Calignano, Commissario e Sub Commissario Prefettizio del Comune di Veglie per l’attenzione prestata al decennale problema.

La strada per l’istituzione di un parco naturale è ancora lunga; in primis si dovranno adeguare gli strumenti urbanistici al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia.

Veglie, 7 marzo 2015

Dott.  Fabio  Coppola

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