«Ma la desolazione dipende solo in parte dal Covid» Lettera del Prof. Antonio Greco sulle assunzioni dipendenti comunali

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2001

Riflessioni del prof. Greco sulle assunzioni del Comune di Veglie

Lettera del prof. Antonio Greco:

Dopo due anni di pandemia, lo scenario generale in queste feste natalizie e di fine anno è di forte stanchezza e rassegnazione per un futuro incerto e fortemente problematico.

Ma restringendo lo sguardo alla nostra realtà locale e amministrativa lo scenario di desolazione dipende solo in parte dal Covid.

Non parliamo dei problemi ben visibili, irrisolti dopo anni: opere pubbliche mai concluse (casa Tramacere in abbandono, immobile di via Convento vuoto, zona mercatale deserta, Convento Francescano in declino, …ecc.), il PUG al palo, molti comparti bloccati, lotti della zona Pip invenduti eppure, tocca leggere nell’oggetto della Delibera di Giunta n. 136/2021: “Completamento della zona P.I.P. “Troali” di iniziativa privata”, Tarsu alle stelle, economia locale in forte crisi (basta consultare i relativi dati Irpef del 2019 sul sito del MEF).

Parliamo dei dipendenti comunali.

Nelle stanze del palazzo comunale vivono lavoratori. Sempre di meno. Sempre più demotivati. Su di loro, in generale, sono molto diffusi i luoghi comuni (sono dei privilegiati; non lavorano; sia l’uscère che il funzionario si impupano nel gestire un lavoro che comporta una porzione, piccola o grande, di potere nei confronti dei cittadini; non sono preparati; sono carrieristi; si ritengono immortali rispetto ai politici che sono mortali; sono proni al politico di turno…).

È facile generalizzare ma non tutti questi luoghi comuni sono veri.

Vero è che i dipendenti comunali sono spesso demotivati. Amministratori e dipendenti si addossano a vicenda le responsabilità di inefficienza e di fallimenti nelle politiche locali.

Le cause?

Amministratori improvvisati, rapporti lavorativi sempre più gerarchizzati e deresponsabilizzanti, scarsa attenzione alla formazione, fittizia separazione tra gestione, indirizzo e controllo (a quando un serio tagliando per la riforma Bassanini?), selezione non sempre fatta per competenze, stipendi tra i più bassi d’Europa, drammatico ricambio generazionale fatto senza programmazione e gradualità: nell’ultimo decennio a un feroce blocco delle assunzioni è seguito un vuoto di risorse umane. Nel mondo del lavoro il bene più importante che non si improvvisa è il personale.

Focalizziamo la lente sul personale del comune di Veglie.

Prendiamo il periodo 2015-2020.

Nel 2015 i dipendenti erano 47 (1 segretario comunale, 16 di categoria D, 19 di categoria C e 11 di categoria B); nel 2016 diventano 46; nel 2017 sono 45; nel 2018: 40; nel 2019: 39; e nel 2020: 33.

Questi dati sono ricavati dal modello del conto annuale del personale che il comune è tenuto a compilare e farsi certificare ogni anno. L’ultimo modello, per il 2020, porta la data del 10/9/2021 (prima certificazione). Fra qualche mese sarà certificato anche il conto del personale per il 2021. In attesa del modello 2021, dagli elenchi del personale presenti sul sito web ufficiale, il numero del personale si è ridotto a 28-29.

La dotazione organica, cioè il numero ottimale spettante a Veglie, secondo la delibera di Giunta Comunale n 24/2017, prevedeva un numero di 72 dipendenti (numero ottimale ma incompatibile con la spesa del personale in un bilancio povero e bloccato dalle spese fisse), di cui solo 45 erano coperti.

In sei anni l’amministrazione Paladini ha perso 19 dipendenti.

Il modello del conto annuale del personale contiene numerose informazioni che non è possibile qui riportare: le spese annuali e mensili per il personale, l’età, l’anzianità di servizio, il titolo di studio (nel 2015: 33 diplomati e 14 laureati/47), i giorni di assenza (nel 2015: 2.902 di assenza per ferie, malattia e altro), i cessati e i trasferiti (o meglio “gli scappati via”), e molte altre informazioni.

Chi volesse essere più informato a riguardo può consultare il sito:

https://www.comune.veglie.le.it/amministrazione/accesso-rapido/trasparenza-amministrativa/category/conto-annuale-del-personale  (1).

Perché si è creata questa situazione?

Ci sono motivazioni di carattere generale: il blocco delle assunzioni, il vincolo di spesa, la normativa molto complessa, l’iter lungo per i concorsi non consentivano di coprire i vuoti che man mano si creavano per pensionamenti o per trasferimenti.

Ma ci sono anche ragioni da imputare all’amministrazione Paladini.

Con deliberazione di Giunta Comunale n. 26 del 27 marzo 2018 (aggiornata con DGC. n. 109 del 21.10.2021) si è deliberato di assumere nel 2018 n. 9 dipendenti (due istruttori direttivi -cat. D; cinque istruttori -cat. C; due agenti di polizia locale). Non vi erano impedimenti legali. Né vi erano impedimenti economici per assumere nel 2018. Tutte e nove le assunzioni rientravano nella spesa media per il personale consentita al Comune di Veglie pari a € 2.030.363,75.

Da marzo 2018 a marzo 2020 (inizio pandemia) trascorrono due anni ma le assunzioni rimangono sulla carta. Pur sapendo delle cessazioni e del collocamento a riposo di quasi la metà del personale, tanta inerzia non può essere spiegata con il covid, che non c’era ancora.

Dalla inerzia ora si è passati alla fretta. Non danneggiata ma favorita (questo sì!) dalla semplificazione delle assunzioni nella pubblica amministrazione predisposta dal Governo per l’attuazione del PNRR, l’amministrazione Paladini, rimasta ferma per anni colpevolmente, si è affrettata ad attingere alle graduatorie di altri Comuni (Salice, Leverano, Avetrana, San Michele Salentino, Monteroni…) per non dover chiudere alcuni settori, in particolare Vigili urbani, Ufficio tecnico e settore Economico e finanziario, rimasti solo con i colonnelli senza alcun soldato.

In queste ore sono stati firmati anche i contratti con due geometri della graduatoria di Leverano e di Avetrana, e quello di un istruttore amministrativo della graduatoria del comune di San Michele Salentino. E anche in queste ore è stata accelerata la procedura per il concorso per due istruttori direttivi -cat. D. Si dirà: meglio tardi che mai.

Ma si sa benissimo che nella pubblica amministrazione sia l’inerzia che la fretta non sono quasi mai neutre. Hanno sempre origine e risvolti politici.

L’attenta lettura degli atti non rileva particolari irregolarità legislative. Ciò, però, non fuga dubbi e incertezze.

La DGC. n. 138 del 15 dicembre 2021 (Approvazione schema di accordo tra il Comune di Veglie ed il Comune di Leverano per l’utilizzo della graduatoria concorsuale di “Istruttore tecnico geometra” cat. giuridica C a tempo parziale e indeterminato) (2) e la DGC. n. 139 dello stesso 15 dicembre (Approvazione schema di accordo tra il Comune di Veglie ed il Comune di Avetrana per l’utilizzo della graduatoria concorsuale di “Istruttore tecnico geometra” cat. giuridica C a tempo parziale e indeterminato) pongono alcuni seri interrogativi politici:

  • perché assumere due geometri a tempo parziale, cioè a 18 ore ciascuno, e non un geometra a tempo pieno, cioè a 36 ore? Se servono due geometri per due settori tecnici distinti (due settori tecnici sono un lusso per il comune di Veglie), non è più logico dividere l’orario di uno stesso geometra? Si dirà: “poi il tempo parziale diventerà tempo pieno”. Ma non è consentito dalla legge: “una trasformazione da part time a full time deve essere considerata una nuova assunzione”. Si potrebbe assegnare ai due o a uno di essi qualche ora in più ma non è possibile trasformare queste assunzioni a tempo pieno.

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  • Per poter raggiungere l’importo di uno stipendio dignitoso, i due dovranno integrare il lavoro a tempo parziale. Ma non potranno stipulare un contratto di lavoro subordinato con un’altra pubblica amministrazione (seppure fosse un contratto part-time al 50%). Possono svolgere un’altra attività lavorativa e professionale, subordinata o autonoma, però nel rispetto delle vigenti norme in materia di incompatibilità e di conflitto di interessi. Per poter integrare, quindi, è necessaria una verifica di compatibilità in concreto tra l’esercizio della diversa attività e l’osservanza dei doveri d’ufficio e la conciliabilità con il lavoro nell’ente. E chi fa questa verifica? Se la verifica sarà fatta con correttezza e trasparenza i due non rimarranno per troppo tempo a servizio del Comune di Veglie. E saremo punto e a capo.

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  • Le due delibere di Giunta sono state assunte solo da quattro assessori, senza la presenza del sindaco e dell’assessore con “deleghe correnti: Lavori Pubblici – Urbanistica – Toponomastica – Politiche Energetiche – Pubblica Illuminazione – Gestione manutenzione del Patrimonio – Rapporti con il G.A.L.”. Uno dei due geometri, già lavoratore a tempo determinato e a tempo pieno per anni nel settore tecnico del comune di Veglie, ora assunto a tempo indeterminato ma part time dalla graduatoria del Comune di Leverano in cui risultava il primo dei non assunti, è cognato della moglie dell’assessore. E così si spiega l’assenza dell’assessore dalla Giunta del 15 dicembre. Ma basta assentarsi per fugare il dubbio che non abbia inciso politicamente sulle scelte pasticciate delle due delibere?

Appartengo a coloro che hanno combattuto la precarietà del lavoro nella pubblica amministrazione (ricordo soltanto la sistemazione di 24 doposcuoliste e di più operai precari, a metà degli anni ’90).

Sostengo convintamente la tesi che per il geometra vegliese, dopo anni di precariato, c’era il dovere morale di trovare un modo legale per assumerlo a tempo pieno e indeterminato. Il grave impedimento è nato dalla inopportuna delega assessorile, nello stesso settore tecnico, affidata a un consigliere apparentato con il geometra. Questa delega ha prodotto due pasticci: uno a danno parziale del lavoratore e l’altro a danno del Comune, che per non farsi accusare di familismo ha solo spostato il problema dalla assunzione parziale alla verifica di compatibilità di un eventuale completamento del part time dello stesso lavoratore, con possibili risvolti di denunce per omissioni di mancato controllo.

L’assessore si difenderà dicendo che è questo un problema da poco. Che sta portando soldi al comune, che sale e scende le scale di amici politici provinciali e regionali, di tutti i colori, per farsi consigliare dove mungere. Che mastica il PNRR molto bene. E non importa che vi siano, nei suoi settori, problemi enormi irrisolti.

In quindici mesi di lavori pubblici gli orizzonti di chi è responsabile di questi servizi pubblici si sono ridotti a quelli di un criceto che corre sulla ruota fissata alla gabbia: per quanto possa agitarsi, non avanza di un millimetro.

A Sindaco e assessore occorrerebbe dire di non badare a quanti soldi si spendono, ma a quante risorse si mobilitano; non a progettazioni calate dall’alto, ma a valorizzare le risorse sottoutilizzate e latenti del nostro paese; a non considerare i cittadini come utenti dei servizi o beneficiari delle misure ma come co-produttori delle trasformazioni. La realtà è che l’amministrazione è sempre più isolata.

Purtroppo, sono suggerimenti al vento ma, spero, non per chi vota. La ruota fissata alla gabbia è “il sistema Paladini”.

Ma di esso diremo qualcosa al prossimo intervento.

27 dicembre 2021

Antonio Greco

NOTE:

(1) Manca solo il conto annuale per l’anno di riferimento del 2019. E non si capisce il perché.
(2) Determina N. 748 del 22/12/2021 “Oggetto: Assunzione per scorrimento di graduatoria approvata dal Comune di
Leverano di n. 1 “Istruttore tecnico geometra” catg. C a tempo parziale (18 ore) e indeterminato”. Lo schema allegato di contratto individuale, all’art. 5 (Sede ed orario di lavoro) si legge: “L’orario di lavoro è stabilito in 18 ore settimanali ed è articolato – in esecuzione dei regolamenti di settore vigenti e sulla base della normativa vigente e secondo criteri
di flessibilità e funzionalità del servizio – come segue:” e, stranamente, non vi è nessun orario di lavoro. La decorrenza del contratto era il 23 dicembre, ma oggi, non è dato conoscere come saranno distribuite nella settimana le 18 ore di questo lavoratore.

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