«LE ULTIME LUNE» di Furio Bordon a Veglie Venerdì 30 Agosto con il Teatro Stabile del Salento LA BUSACCA

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«LE ULTIME LUNE» di Furio Bordon

Con il Teatro Stabile del Salento LA BUSACCA diretto da Francesco Piccolo

Venerdì 30  Agosto 2019 ore 21.00 – Piazza Umberto I – Veglie

VEGLIE – Venerdì 30 Agosto 2019 alle ore 21:00 in Piazza Umberto I  a Veglie una nuova tappa del ricco programma del calendario  “VEGLIEVENTI  ESTATE  2019″, voluto dall’Assessore alla Cultura del Comune di Veglie ing. Giusi Nicolaci e dal Sindaco dott. Claudio Paladini  in collaborazione con le Associazioni  e le Attività Commerciali del territorio.

Unicum di tutta questa estate: “LE ULTIME LUNE”, di Furio Bordon (con la regia di Francesco Piccolo). Un dramma freddo incentrato sul tema della senilità e sul rapporto padre-figlio.

“Le ultime Lune” è l’ultimo spettacolo teatrale interpretato da Marcello Mastroianni ed è un’analisi profonda sulla terza età, in cui il protagonista, chiamato Il Padre, è un professore universitario in pensione, che decide di lasciare la casa del figlio – dove vive con lui, la nuora e i nipoti – per trasferirsi in una residenza per anziani. È una decisione dettata dall’orgoglio, dal desiderio di non essere di troppo in un appartamento diventato piccolo dopo la nascita della seconda nipote. È facile intuire che l’anziano avrebbe sperato in un consenso un po’ meno sollecito da parte del figlio riguardo questa sua decisione. Il protagonista, vedovo da molti anni, parla spesso con la moglie morta giovane e ricorda il tempo passato.

Il Padre riflette sul suo corpo che cede, diventa sempre più debole e malato e va incontro alla morte. Egli non ha più fiducia verso il prossimo e non ha il coraggio di parlare a nessuno delle proprie paure e dei propri pensieri. Non riesce a comunicare nemmeno con suo figlio, troppo distante da quelle problematiche e incapace di comprenderlo pienamente. Nel secondo atto dello spettacolo il Padre è solo in scena presso la casa per gli anziani Villa Delizia, con la compagnia di una piantina di basilico. Il suo monologo ricorda il sussurro di un prigioniero che, in attesa dell’estrema condanna, si aggrappa a ogni barlume di vita.

 

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