“LA TEORIA DELLA FINESTRA ROTTA”

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Perché la Macchia è percepita come “Terra di nessuno”

(Lettera del dott. Fabio COPPOLA – 13/6/14)

Il comportamento deviante o il crimine non è determinato soltanto dalla motivazione personale del soggetto, ma in parte anche dall’ambiente in cui viene messo in atto.

Per spiegare tale concetto, nel 1982 Wilson e Kelling pubblicarono un articolo dal titolo “La teoria della finestra rotta”.

Un edificio subisce la rottura di una finestra, che non viene sostituita. Chi osserva l’edificio percepirà mancanza di controllo e di manutenzione; ciò faciliterà il ripetersi dell’atto vandalico, o la messa in atto di reati più gravi, e la previsione di una buona probabilità di farla franca.

Tale teoria criminologica è stata apprezzata e messa in pratica con successo per prevenire reati commessi negli spazi pubblici ai danni di mezzi di trasporto, dell’arredo urbano, e di persone.

Pertanto la sua applicazione sicuramente porterebbe dei benefici alla conservazione della macchia mediterranea in contrada “Lupomonaco” a Veglie. Nell’area sono abbandonati rifiuti di varia tipologia da anni. Inoltre, ad alimentare la percezione di una “terra di nessuno”, è la mancanza di segnaletica lungo il perimetro dell’area, e ai quattro varchi principali. Segnaletica a cura del Comune di Veglie, che potrebbe riassumere il contenuto della recente deliberazione di GiuntaComunale n. 47 del 14/04/2014. Con tale atto si vieta l’accesso ai veicoli a motore, il pascolo, l’abbandono di rifiuti, l’accensione di fuochi, la raccolta di vegetazione, funghi e altri frutti, la caccia, il campeggio, la conduzione di animali liberi, l’inquinamento sonoro e luminoso.

Pur condividendo la teoria suddetta, come tutte le teorie anche essa presenta dei limiti: infatti si possono notare materassi, batterie per auto e lastre di amianto anche in uliveti curatissimi.

Veglie, 13/06/2014

Dott. Fabio Coppola

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