LA STORIA DOCUMENTATA DELLA MANCATA STAZIONE FERROVIARIA A VEGLIE
a cura di Antonio De Benedittis
Di seguito la ricerca documentata a cura di Antonio De Benedittis riguardante la vera storia della mancata realizzazione della stazione ferroviaria nel Comune di Veglie.
LA STAZIONE FERROVIARIA DI VEGLIE (CHE NON C’E’)
(ricerca a cura di A. De Benedittis)
Nella giornata del 2 febbraio 1907 il sindaco Gaetano Patera riceve per posta una lettera da parte della Direzione generale delle ferrovie dello Stato con la quale viene comunicato che la stazione ferroviaria di Salice, che sarebbe stata inaugurata quanto prima, avrà il nome di “Stazione Salice-Veglie”.
Il 9 febbraio successivo convoca il Consiglio comunale per esprimere una manifestazione di gratitudine all’onorevole Pietro Chimienti (Brindisi1864, Roma 1938) per l’interessamento dimostrato nell’assecondare il desiderio del Comune di Veglie.
Ben poca cosa per la verità, ma ormai non c’era più la possibilità di avere una stazione ferroviaria a Veglie; erano trascorsi ben 28 anni da quando il consiglio comunale, presieduto dal sindaco avv. Colelli, aveva dato la propria disponibilità a far parte del Consorzio (che non era stato ancora costituito) che avrebbe costruito il tronco ferroviario Francavilla-Lecce ideato dall’on. Brunetti. Ciò nonostante, il Comune di Veglie non venne invitato a far parte del Consorzio e a nulla sono valsi i numerosi ricorsi presentati nel corso degli anni e tantomeno è stato preso in considerazione da parte del Consorzio l’originario tracciato progettato dagli ingegneri Macor e Orlando, i quali avevano avuto modo di affermare che la linea “….Guagnano-Salice-Veglie-Leverano-Copertino-Nardò…., era la più logica, più tecnica, più importante e più commerciale.”
È stata comunque una vicenda molto travagliata portata avanti e vinta dai sindaci e consiglieri provinciali che facevano parte del Consorzio, i quali tutti hanno inteso tutelare il proprio consenso elettorale e politico, rivendicando percorsi ferroviari rispondenti più a tale logica che alla capacità di favorire e di potenziare lo sviluppo economico e sociale della regione. Comprendere nel tracciato i comuni di Veglie e di Leverano (che non erano rappresentati in seno al Consorzio) avrebbe vanificato i loro progetti elettoralistici in considerazione del fatto che la lunghezza della linea concessa dal governo all’onorevole Brunetti, in nessun caso poteva superare gli 85 chilometri.
Per un approfondimento sull’intera vicenda potrebbe essere interessante dare uno sguardo alla copiosa documentazione esistente nell’archivio di Stato di Lecce, riportata per estratto qui di seguito, utile, a mio avviso, per conoscere i motivi per i quali i comuni di Veglie e di Leverano non sono stati compresi nel tracciato della linea ferroviaria Francavilla-Lecce.
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