La Pop Art di Pistoletto al Castello di Gallipoli

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In mostra dal  5 giugno al 27 settembre  nelle sale e negli spazi esterni dell’antico maniero

Il Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, aperto al pubblico dall’estate 2014 dopo anni di chiusura e incuria, si prepara a ospitare Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore, esponente della Pop Art, animatore e protagonista del movimento dell’Arte Povera, autore negli anni Sessanta e Settanta dei Quadri specchianti e degli Oggetti in meno, fondatore della Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a Biella, luogo di interazione tra l’arte, l’educazione, l’industria e la società.

Dal 5 giugno al 27 settembre, nelle sale e negli spazi esterni dell’antico maniero, sarà dunque possibile ammirare le opere di uno dei più vivaci e prolifici artisti internazionali. La mostra a cura di Manuela Gandini, è prodotta dall’agenzia di comunicazione Orione – che gestisce il Castello con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari – in sinergia con l’Amministrazione Comunale e il prezioso contributo del sindaco Francesco Errico.

Pistoletto ha ideato per Gallipoli tre grandi installazioni site-specific, che stimoleranno simbolicamente lo spazio di relazione tra le persone e la storia, riconnettendo il passato al presente. Nella Piazza d’Armi vi sarà il Terzo Paradiso al cui centro verrà posto un grande ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale germoglierà un ulivo neonato. L’opera è dedicata dal maestro al Salento come segno di “soluzione e rinascita” a fronte dell’epidemia batterica che colpisce gli ulivi pugliesi. La Xylella e tutte le sue implicazioni saranno lette da Pistoletto attraverso le lente della “trasformazione e della guarigione”. L’opera verrà realizzata in collaborazione con l’azienda Pimar, usando rigorosamente i pizzotti di pietra leccese, blocchi estratti direttamente dalla cava che, non subendo ulteriori cicli di lavorazione, valorizzeranno la natura materica dell’opera, rispettando una risorsa non rinnovabile come la pietra.Nella sala ennagonale sarà installato un labirinto di cartone, con al al centro il tavolo specchiante LoveDifference, a forma di Mar Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dalle culture che si affacciano al Mare Nostrum. In un’altra sala espositiva vi saranno i Quadri Specchianti e il Segno Arte, frutto di sperimentazioni iniziate negli anni Sessanta, attraverso l’impiego di numerosi materiali e tecniche, con l’intento di coinvolgere attivamente lo spettatore nell’ opera. La mostra, pensata per Gallipoli, contiene evidenti valenze simboliche che riguardano la vita sociale nel suo più alto momento di crisi ed esprime contemporaneamente indica la via del dialogo – LoveDifference – e della rinascita – il Terzo Paradiso e il germoglio d’ulivo.

Dopo il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, nel 2004 l’Università di Torino conferisce a Pistoletto la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione l’artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Il simbolo scaturisce da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Tra i due cerchi opposti, assunti rispettivamente a significato di natura e artificio, viene inserito un cerchio centrale, a rappresentare il grembo generativo del Terzo Paradiso, ideale superamento dell’attuale conflitto tra natura e artificio. Il segno centrale diviene l’auspicio urgente di una risoluzione nel quale armonizzare le due parti.

Nel 2007 Pistoletto riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”. Nel dicembre 2012, capovolgendo la visione negativa della profezia Maya, si fa promotore del Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, facendo realizzare – attraverso una rete di Ambasciatori – il Terzo Paradiso contemporaneamente in oltre 70 paesi del mondo. I materiali utilizzati sono innumerevoli e appartengono alla quotidianità: tappi di bottiglia, reti, torce, reperti storici, persone disabili, fiori, orti ecc. L’ubiquità del segno è possibile grazie alla crescente partecipazione di una rete di collaboratori, “ambasciatori del Terzo Paradiso”, e delle varie cittadinanze locali. Nel 2013, da aprile a settembre, è protagonista al Museo del Louvre di Parigi con la sua personale: Michelangelo Pistoletto, année un – le paradis sur terre. Nello stesso anno, l’artista riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura (il Nobel per l’arte) per mano del Principe Imperiare. L’artista è impegnato, sin dagli esordi, nell’elaborazione di un’arte socialmente attiva e dinamica.

Manuela Gandini è curatrice e critica d’arte contemporanea, collabora con quotidiano “La Stampa”, è caporedattore delle pagine dell’arte della rivista “Alfabeta2” e docente di Critical Writing alla Naba di Milano (Nuova Accademia d’Arte Contemporanea). È autrice di numerosi saggi tra i quali “Ileana Sonnabend. The queen of Art” (Castelvecchi). Ha curato mostre in Italia e all’estero, lavorando in zone di guerra e in situazioni sociali estreme.

Dopo decenni di chiusura e incuria, dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all’ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell’arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell’Unità d’Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.

Sorgente: Eventi Salento

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