«INCEL, CUMCETTINA, IPERGAMARE…» Le parole degli adolescenti che descrivono un mondo di relazioni pericolose

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Nei messaggi degli adolescenti si possono scoprire i disagi che vivono nelle loro esperienze sociali e sentimentali

Gli atroci femminicidi degli ultimi giorni hanno ancora una volta scioccato gli Italiani costringendoli ad assistere a livelli di crudeltà sempre più alti rispetto a quelli a cui si era già arrivati e che sembravano insuperabili.

Leggere i dettagli dei femminicidi e le storie personali degli autori dei delitti fa molto male. Specie se si è genitori. Sembra impossibile che adolescenti possano riuscire a commettere efferati omicidi senza avere alcun sentimento, con una freddezza assoluta, senza scrupoli, senza nessuna idea delle conseguenze sul futuro della loro vita e di quella di tutti  i loro familiari e dei familiari delle vittime.

L’aspetto  ancora più tragico, se mai possibile in queste storie, sono  i numerosi commenti contro le vittime o a favore degli autori del crimine che tanti ragazzi stanno scrivendo sui social.

Sui recenti casi di Sara Campanella e Ilaria Sula si leggono commenti ricchi di termini che rivelano una cultura di odio maschilista che giustifica i crimini.

“Un’altra cumcettina che credeva di avercela solo lei”;

“potrebbe essersi suicidata”;

“questa donna era una Cumcietta”;

“ecco cosa succede a ipergamare troppo”.

Questi sono solo alcuni dei messaggi contro le vittime scritti da ragazzi e/o  adolescenti.

Ma cosa vogliono dire queste parole “sconosciute” agli adulti? Cosa si  nasconde dietro  questa barriera linguistica tra adolescenti e adulti? Si potrebbero capire i disagi degli adolescenti per poterli aiutare in tempo se riuscissimo ad entrare in questo mondo?

Di sicuro uno dei primi passi da fare è introdurre l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole per rallentare il dilagare della violenza di genere in Italia.

“CUMCETTINA. IPERGAMARE”:  I due termini, per molti di noi sconosciuti e all’apparenza insensati, sono stati usati nei social per commentare i “comportamenti” delle ragazze uccise e quasi  giustificare i loro aguzzini. Queste parole sono spesso usate da ragazzi e adolescenti che non si sentono considerati tra i loro coetanei. Questo modo di sentirsi viene denominato “INCEL” ed è un universo formato da uomini che si definiscono incapaci di instaurare relazioni romantiche o sessuali (INvoluntary CELibates, celibi involontari) nonostante abbiano il desiderio di avere queste relazioni. Di solito questi uomini hanno una visione del mondo misogina e fanno parte di gruppi online dove  scambiano con un linguaggio codificato i loro disagi e, inconsapevolmente, li alimentano.

La parola “Cumcettina” è  una storpiatura del nome Concetta o Concettina,  usata in maniera dispregiativa, e nel codice degli INCEL descrive una ragazza dall’aspetto anonimo e insignificante che cerca un partner più attraente di lei scartando i ragazzi ritenuti inferiori esteticamente. Inoltre il prefisso CUM riporta al significato ingelse “sperma” che nella teoria incel allude a un presunto passato di attività sessuali della ragazza  in questione. Ecco perché secondo i  commenti sui social di questi giorni la vittima “era una cumcietta, una che in fondo se l’è cercata quella fine”.

“Ipergamatrice: non ci mancherai” è un altro commento sui social di questi giorni riferito a una delle vittime di femminicidio. “Ipergamare” è un termine attinto dalle scienze sociali e usato per insultare e vittimizzare le donne vittime di femminicidi. Secondo la Treccani l’Ipergamia  è “l’usanza matrimoniale secondo la quale gli appartenenti a un gruppo sociale scelgono il coniuge in un gruppo di posizione superiore al proprio”.  Secondo  i commenti le vittime erano “donne che cercavano uomini più attraenti o economicamente privilegiati” e quindi, secondo questa teoria INCEL, i ragazzi che le hanno uccise non erano meritevoli della loro attenzione. Ed è da queste idee contorte che nascono i messaggi sui social come questi: “Un’ipergamatrice che credeva di avercela solo lei: corteggiata solo per avere una medusa tra le gambe, al contempo rifiutava tutti i suoi spasimanti perché lo voleva biondo, occhi azzurri, di almeno 2.10m , con 8 addominali e il conto corrente a 6 zeri. Non ci mancherai”.  Oppure: “Il prezzo per ipergamare diventa sempre più alto”.

Nella mondo degli INCEL questi uomini si auto-definiscono “Piergiorgio”  e si descrivono come normali bravi ragazzi che non riescono ad avere l’attenzione delle “Cumcettine” che a loro volta invece preferiscono i “Chad”, uomini belli e prestanti.

Anche da questi disagi, negli INCEL nasce una visione del mondo misogina colma di  teorie cospirative sulle dinamiche sociali e sessuali.

Dovremmo imparare a cogliere ogni piccolo segnale negli adolescenti che ci circondano per riuscire ad aiutarli nel momenti in cui ne hanno bisogno ma ancora non lo sanno.

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Veglie News

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