Salvatore Picciolo, Presidente dell’A.N.P.R. (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) sezione di Veglie, risponde alla lettera di Giovanni Parente per chiarire i disguidi causati con la manifestazione organizzata per il 5 ottobre scorso
Lettera del Presidente dell’A.N.P.R. sezione di Veglie Salvatore Picciolo
A.N.P.R. – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia – Sezione di Veglie
Come Presidente della Sezione di Veglie- Rollo Libertario – dell’Associazione Nazionale Reduci della Prigionia intervengo nella “querelle” avviata, sui social network, dal Signor Giovanni Parente per comunicare quanto segue:
- Il direttivo della Sezione Locale dell’A.N.P.R. ha inteso, con la manifestazione organizzata per il 5 ottobre scorso, riconoscere l’attività svolta dai Soci simpatizzanti che quotidianamente si adoperano per mantenere vivo il ricordo delle sofferenze subite dai nostri connazionali nei campi di concentramento tedeschi durante l’ultimo conflitto;
- Quale segno tangibile di ringraziamento si è deciso di donare una spilla, acquistata con i fondi propri, riportante le iniziali dell’Associazione a tutti coloro, si ripete, che quotidianamente si adoperano in favore della stessa Associazione;
- È assolutamente lontana dalla volontà degli organizzatori commettere alcuna scorrettezza nei confronti di coloro che hanno subito l’ingiuria della prigionia, anche di coloro che non sono più su questa terra;
- L’iniziativa è stata interamente organizzata dalla Sezione Locale e non dall’Amministrazione comunale che, e di ciò si ringrazia, ha dimostrato la propria sensibilità concedendo l’uso della Sala consiliare per lo svolgimento dell’evento.
A conclusione di questo breve scritto chiarificatore, nel ringraziare il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Comunale e gli altri Amministratori invitati e presenti alla manifestazione, non posso esimermi dal comunicare che:
- Non si è voluto, ribadisco, dimenticare alcuno dei nostri concittadini che hanno subito la prigionia, né vivi né morti;
- Considero quanto accaduto frutto di una non corretta informazione da parte di chi si è ritenuto in qualche modo “danneggiato” nei propri affetti (e qui dò ragione al Sindaco che dice che bisogna parlare, scrivere, solo quando si ha una corretta informazione dello stato delle cose);
- L’Associazione opera per mantenere vivo il ricordo di tutti quanti hanno sofferto lo stato di prigioniero di guerra e non intende prestar e il fianco a inutili e sgradevoli avvenimenti che possono generare confusione e sbagliati convincimenti.
Spero di aver chiarito del tutto quanto accaduto e che non si prosegua nell’errore ; resto a disposizione, ove ve ne fosse necessità, di tutti per fornire ulteriori notizie e chiarimenti.
Il Presidente
Salvatore Picciolo