«Il PD torni a puntare sui Circoli» Lettera di Angelo Cipolla, Segretario del circolo PD di Veglie

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Angelo Cipolla, Segretario Circolo PD Veglie
Angelo Cipolla, Segretario Circolo PD Veglie

Intervento del Segretario Cittadino del Circolo PD di Veglie Angelo Cipolla

Di seguito il testo integrale della lettera di Angelo Cipolla:

Sulle colonne de La Gazzetta del Mezzogiorno Cosimo Durante, domenica 2 dicembre, ha aperto un dibattito sul futuro del Partito Democratico e indicava nella “centralità della persona” la strada maestra smarrita e da riconquistare.

Una strada che si incunea nei meandri di un difficile percorso. Un cammino in cui ogni attenzione sia rivolta alla valorizzazione delle risorse dell’uomo, alla tutela di ogni diritto, alla lotta per la difesa dei più deboli.

All’indomani del 4 marzo 2018, tutti gli osservatori interni al partito hanno indicato tra le cause di allontanamento dell’elettorato, dal grande interlocutore politico del Centro-Sinistra, lo svuotamento della centralità e della funzione dei circoli, quali spazi di confronto delle diversità sui territori.

Molti di questi difatti negli ultimi anni hanno dovuto appiattire la loro azione nell’espletamento delle incombenze dei tanti congressi, rimanendo intrappolati nelle logiche di inseguimento di questo o quel notabile di partito da sostenere e far votare.

Oggi si tratta dunque di riscoprire i circoli del Partito Democratico e dotarli degli strumenti in grado di intercettare le istanze che riportano all’attenzione il territorio e i bisogni della persona in tutti i suoi aspetti. Questo in un momento in cui oltrepassare una soglia sulla quale campeggia il simbolo del PD è divenuto un atto di coraggio o addirittura di autolesionismo.

I circoli hanno bisogno di stimolare confronti e discussioni costanti, senza aver paura di innescare dibattiti dagli esiti incerti. Devono sollecitare costantemente la voglia di far saltare il politicamente corretto, mantenendosi nell’alveo del rispetto. Possono ancora esercitare la funzione di formazione non solo di una classe dirigente, degna di questo nome, ma anche di una comunità che si interroga, senza sosta, sulle istanze provenienti dal territorio, senza tralasciare le questioni nazionali e sovranazionali. Fare del circolo il contenitore culturale, sociale e politico delle nostre battaglie non dovrà sembrarci un atto anacronistico e privo di significato. Si tratterà invece di fare di questo spazio una fucina di partecipazione e di condivisione in cui la presenza periodica dei rappresentanti istituzionali di partito non farà altro che alimentare la necessità dell’impegno e del costante lavoro di intercettazione dei bisogni per costruire insieme le risposte più appropriate.

Riconquistare la credibilità dei cittadini ed esserne punto di riferimento significa parlare, programmare e agire partendo dallo studio e dall’ascolto. Questo non corrisponde all’esercizio dell’assecondare, non si dovrà andare nella direzione istintiva che tracciano le paure e le pretese di giustizialismo. Bisognerà piuttosto salvaguardare una lettura della realtà, che si presenta davanti ai nostri occhi, spigolosa e complessa. Anche le risposte dovranno essere articolate per mettere insieme ogni sfaccettatura possibile, mantenendo salda la barra sulle opportunità messe in campo dalla cultura solidale, egualitaria e liberaldemocratica, che incarna il centro-sinistra italiano.

Non ci si può fermare alla riscoperta della centralità della persona e non basta la capacità di saper rappresentare le necessità dei territori, i gruppi dirigenti sono chiamati a fare la loro parte in un faticoso lavoro d’inclusione e di serietà comunicativa, senza offrire al paese l’immagine rissosa e polemica di questi anni, che di fatto lascia ad altri la guida del paese. D’altra parte, le numerose scissioni, che hanno segnato la storia della sinistra, a partire dagli inizi del ’900, hanno lacerato e tenuto diviso un fronte, che non riesce a trovare l’unità necessaria per far valere i diritti delle classi subalterne e far crescere in maniera equa l’intero paese.

Ci si dimentica che la forma partito è uno strumento al servizio della comunità civile, così come lo sono le classi dirigenti, quando non pretendono di parlare solo per per sé o in nome dell’osannato “Popolo”, nascondendo improvvisazione, inganno e vuota autoreferenzialità.

Angelo Cipolla

Segretario Cittadino del Circolo PD di Veglie

11 dicembre 2018

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