Un quadro che non ha trovato ancora un’adeguata esposizione
A molti di noi è capitato di assistere nella Biblioteca Comunale di Veglie, in questi ultimi 7 anni, ad un evento, una conferenza, una presentazione di libri, una mostra ecc.
Siamo talmente abituati a quella sala conferenze che passano ormai inosservati e anonimi i sei pannelli di mt. 1,20×2,20 ciascuno per un totale di circa 16 mq., addossati vicino al muro a formare un gigantesco e colorato murales.
A nessuno, se non a pochi, è mai stata data la possibilità di sapere chi sono gli autori, cosa significano quei quadri e perché sono stati dipinti. Nessuna targa descrittiva che possa spiegare, ai numerosi bambini e ragazzi che frequentano gli spazi della biblioteca, cosa sono quei pannelli e chi sono gli autori.
In questo articolo si cerca di dare qualche notizia sui dipinti, un nome agli autori, un titolo, una collocazione temporale ma soprattutto si vuole esortare chi di competenza affinché si possa trovare un’adeguata sistemazione a quest’opera che ha fatto da sfondo in centinaia di foto che documentano i numerosi eventi avvenuti nella biblioteca comunale e che potrebbe essere considerato il simbolo della biblioteca stessa.
La storia di questi pannelli è straordinariamente semplice ed è il risultato di quattro chiacchiere tra amici in una domenica primaverile in vista dei preparativi della 6ª Settimana della Cultura di Veglie del 2008. Gli organizzatori della 3ª edizione di “Jazz in Veglie”, insieme a Cosimo Fai Luca Bruno e Chiara De Bendedittis, discutendo su un modo originale per abbellire il palco dove si sarebbero esibiti gli artisti, pensarono di realizzare un fondale modulare dipinto appositamente per l’occasione.
(Palco Jazz in Veglie 2008)
Per la realizzazione del progetto si prestarono, gratuitamente e senza pretesa alcuna, Luca Bruno e Chiara De Benedittis che, in un garage e nei rari ritagli di tempo che avevano a disposizione, realizzarono a proprie spese i sei pannelli che compongono il dipinto.
(Chiara De Benedittis e Luca Bruno al lavoro per la realizzazione del quadro – 22 giugno 2008)
L’opera, creata a 4 mani con colore acrilico su legno, rappresenta il giorno e la notte che si fondono insieme. Il giorno, raffigurato nei tre pannelli di sinistra, è stato interpretato da Chiara De Benedittis con colori chiari e luminosi. Della sua sezione Chiara a suo tempo diede questa descrizione: «…Ispirandosi alle vibranti armonie della musica jazz si celebra in quest’opera l’energia del giorno con la sua esplosione di luci e colori. Il colore segno predominante dell’opera evoca le forme morbide e sinuose della natura floreale attraverso luce piena e reale».
Questa parte va a fondersi delicatamente nella parte destra dell’opera, realizzata da Luca Bruno, che rappresenta la notte con le forme, i colori e le rotondità tipiche dei suoi quadri. Nell’opera sono raffigurati molti simboli che rappresentano il Salento. In quell’occasione, Luca descrisse in questo modo la sua sezione: «Lo scorrere del tempo è dato dallo scorrere dell’acqua della vita. I noccioli accumulati e spigolosi stanno ad indicare la dura e spigolosa fatica nell’emergere dall’oliva. I fiori morbidi richiamano la femminilità e l’eleganza della nostra architettura semplice ed essenziale. Il mare il senso dell’infinito e del profondo amore di questa terra maledetta che non ti da nulla ma ti da tutto basta cercare nelle piccole cose. La notte e il suo silenzio, le chiocciole e la loro lentezza e lo scorrere del tempo di un sogno bucolico».
(Particolari e firme dei quadri)
Sono trascorsi sette anni da quei giorni intensi. Chiara e Luca hanno ognuno il proprio lavoro e la propria famiglia. Per Chiara la pittura è rimasta una passione, per Luca invece è diventata una “professione” che lo ha portato ad esporre le sue opere in alcune gallerie d’arte d’Italia e d’Europa e fra qualche mese saranno esposte in una galleria in Canada.
Informazioni sull’Artista Luca Bruno: >Sito Luca Bruno – >Esposizioni – >Carte da Gioco – >BluSea Club – >Milano – >Bari – >Roma – >Parigi – >Londra
Al termine della “Settimana della Cultura” del 2008, il “Quadro” venne donato dagli artisti al Comune di Veglie che lo pose “temporaneamente” addossato al muro della Biblioteca Comunale. Purtroppo, come spesso succede in Italia, quel “temporaneamente” sta diventando “per sempre”. Per evitare che ciò accada, si suggerisce di approfittare dei lavori in corso presso la Biblioteca ( >deliberazione Giunta Comunale n.52 del 3/11/2015) per dare un’adeguata collocazione al quadro, magari con qualche suggerimento da parte degli artisti che hanno realizzato l’opera, affiancando anche una didascalia con i nomi degli autori e una descrizione dell’opera a beneficio degli ospiti della Biblioteca.
(Attuale posizione del quadro e particolari)
Sono tanti i piccoli tesori dimenticati che Veglie custodisce e ai quali non si riesce a dare la giusta importanza e il giusto valore collocandoli in maniera decorosa. Un altro esempio di questa “distrazione tutta vegliese” sono sicuramente le pietre incise che si trovano poggiate “temporaneamente” da anni a terra nel Chiostro del convento dei francescani.
Ma questa è un’altra storia e non spetta a noi scriverla. Ci sono studiosi di Storia Patria che potrebbero darci un’accurata spiegazione sui segreti racchiusi in quelle “pietre”. Aspettiamo con ansia che qualcuno si faccia avanti a spiegarcela e che anche a queste “pietre” possa essere dato il giusto riconoscimento.
Veglie News