«I Mussolini dopo i Mussolini» Edda Negri Mussolini presenta il suo libro a Veglie

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A Veglie una storia raccontata da chi l’ha vissuta

Venerdì 21 Giugno 2024 ore 19.30 – Biblioteca Comunale – via Damiano Chiesa – Veglie

VEGLIE  – Nell’immaginario collettivo, i Mussolini avevano rappresentato la prima famiglia d’Italia, oscurando perfino quella reale dei Savoia. Ma che fine fecero dopo l’arresto del Duce e lo scempio di piazzale Loreto?

In quale stato d’animo affrontarono le difficilissime conseguenze dell’essere congiunti del capo del fascismo? Quali rapporti instaurarono fra loro? E come si relazionarono alle istituzioni repubblicane?

A questi interrogativi rispondono in un libro i ritratti delineati da Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, l’ultimogenita di Benito.

L’ormai affermata scrittrice vi ha riportato le storie di sua madre, del padre Nando Pucci Negri, degli zii Vittorio, Romano, della zia Edda, contessa Ciano, nel libro “I Mussolini dopo Mussolini”, edito da Minerva (Bologna).  Scritto insieme a Mario Russomanno, saggista.

Un diario di famiglia che sarà presentato, su iniziativa dell’associazione “Stirpe”, il 21 giugno 2024 a Veglie dalla stessa autrice, nella sala convegni della biblioteca comunale, in via Damiano Chiesa.

Interverranno Fiorenzo Patera e Lorenzo Catamo, esponenti della suddetta associazione.

Edda Negri Mussolini dialogherà col giornalista leccese Francesco Buja, raccontando anche di Bruno, altro figlio del Duce, che però la scrittrice romagnola non ha conosciuto, e smontando luoghi comuni che hanno spesso falsato la storia di una famiglia.

(dal profilo FB di Francesco Buja)

La TRAMA

Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo decretò la sfiducia a Benito Mussolini, capo del Governo in carica. Il giorno successivo, il Duce venne arrestato per ordine del re Vittorio Emanuele III. La notizia raggiunse Rachele Guidi, consorte di Mussolini, a Villa Torlonia, residenza romana della famiglia. Si trovava a Roma anche la primogenita Edda, moglie di Galeazzo Ciano, che aveva sottoscritto il documento di sfiducia al suocero. Presso l’aeroporto di Guidonia era di stanza il secondogenito Vittorio, pilota militare. I figli adolescenti della coppia, Romano e Anna Maria, si trovavano a Riccione, nella casa di vacanza di proprietà della madre.

Quella dei Mussolini aveva rappresentato fino ad allora, nell’immaginario collettivo, la prima famiglia d’Italia, oscurando persino l’aura regale dei Savoia. Si aprì improvvisamente davanti ai familiari del Duce un percorso irto di inattese difficoltà, caratterizzato da drammatici avvenimenti e dalla ricerca di una normalità difficile da raggiungere.

Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, ha frequentato ciascuno di loro. In questo libro, scritto con Mario Russomanno, ne descrive il percorso esistenziale, le convinzioni, le attese, la quotidianità. Ne emerge un ritratto familiare suggestivo ed emozionante, denso di riferimenti agli avvenimenti storici di cui i Mussolini furono, inevitabilmente, protagonisti.

Edda Negri Mussolini

Edda Negri Mussolini è nata a Forlì. Autrice del libro Donna Rachele mia nonna, la moglie di Benito Mussolini (Minerva, 2015). Ha lavorato nell’ambito televisivo, è stata conduttrice di programmi di motori e animatrice di Topo Gigio. Ha lavorato nelle redazioni di diversi programmi Rai tra cui: Tua bellezza e dintorni, Più sani e più belli, Ci vediamo in tv. Si occupa di pubbliche relazioni per case di produzione televisive e ha collaborato con alcune testate giornalistiche. È stata sindaco di Gemmano in provincia di Rimini.

E’ figlia di Anna Maria, ultimogenita del duce e di Rachele Guidi, e porta il nome della madrina al battesimo, la zia Edda Mussolini Ciano. La coautrice del libro aveva solo quattro anni quando sua madre venne a mancare. Si legò, pertanto, agli zii e alle nonne: quella materna era Rachele Guidi, assieme alla quale visse lunghi periodi nella casa di Carpena, nel forlivese, ove la vedova del duce, a fine anni Cinquanta, dopo il confino scontato nei pressi di Ischia, si era ritirata, presto raggiunta del figlio Vittorio, tornato dall’Argentina. A Carpena, nella casa di campagna acquistata negli anni Venti, confluivano frequentemente anche gli altri figli di Rachele Guidi, il musicista Romano Mussolini e la primogenita Edda, vedova di Galeazzo Ciano, e altri familiari. Quelle frequentazioni, domestiche e confidenti, svoltesi anche a Roma e nella Riccione delle vacanze estive, consentono a Edda Negri Mussolini di conservare ricordi indelebili e di tracciare un profilo nitido, e in larga parte inedito, dei familiari più stretti di Mussolini e di personaggi, alcuni molto noti, altri mai saliti alla ribalta, che furono vicini alla famiglia.

Mario Russomanno

Mario Russomanno è autore di libri di storia, economia, narrativa. Conduce il programma televisivo di approfondimento Salotto Blu, in onda sul canale 99 del digitale terrestre. Collabora con giornali di carta e online, il suo blog La domenica del villaggio è seguito abitualmente da migliaia di lettori.

 

 

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Da Today.it:

Nella introduzione al libro, Russomanno spiega che Edda Negri Mussolini è donna aperta alle opinioni altrui, tutt’altro che intenzionata a riscrivere la storia, a mettere mano alla contabilità di torti fatti e ricevuti dai familiari del duce. Men che meno a una rilettura politica del ventennio o dei periodi successivi. Propensa, invece, a far rivivere la quotidianità, i convincimenti, le aspirazioni, le difficoltà, le umane debolezze, di persone cui è stata, ed è, affettivamente legata e che si trovarono al centro di accadimenti tragici le cui ricadute si rifletterono, inevitabilmente, sulle loro esistenze.

Partendo da nonna Rachele, che, negli anni Sessanta e Settanta, le insegnò a rispettare ogni persona e qualsiasi orientamento politico e che, nell’approfondito ritratto vergato dalla nipote, appare diversa da come è stata molte volte descritta: tra una lezione e l’altra di cucina e conduzione domestica impartita ai nipoti, la vedova del duce, si legge, tra l’altro, nel libro, era solita scherzare sulle tante donne attribuite al marito ma s’adombrava pensando a Claretta Petacci, con la quale pur si era scontrata ai tempi della Repubblica Sociale. Rachele Guidi, asserisce la nipote, giudicava immotivato e ingiusto il destino cui la giovane romana era andata incontro e la ricordava nelle sue preghiere.

Sono innumerevoli, peraltro, gli aneddoti, anche di tono leggero, che emergono dal racconto di Edda Negri: dalle singolari abitudini alimentari di Romano Mussolini alla frequentazioni di giostre, compreso il calcio in culo, della apparentemente algida Contessa Edda Ciano, intenzionata a far divertire i nipoti, o la sua guida spericolata della 127 con cui portava regolarmente cibo a cani e gatti.

Oppure l’abitudine collettiva e goliardica dei Mussolini, riuniti a Carpena, di giocare al lotto in società, programmando di risollevare, con una eventuale vincita, le finanze familiari. O, tra i tanti, il ricordo di Anna Maria della intensa frequentazione, a Villa Torlonia e a Riccione, da bambina e da adolescente, con Luciana Castellina, che poi sarebbe diventata famosa giornalista e parlamentare comunista. Ovviamente, non manca l’evocazione delle oggettive difficoltà cui andarono incontro nel dopoguerra i figli del duce: la prigionia, il confino scontato per anni dagli adolescenti Romano e Anna Maria assieme alla madre, il riparo in Argentina di Vittorio.

La messa al bando dichiarata da gran parte degli italiani, trasformatosi poi, dagli anni Cinquanta, in una costante curiosità del pubblico e dei media nei loro confronti. Il rapporto intrattenuto con il Movimento Sociale e in genere con la politica, sempre mantenendosi, i Mussolini, distanti dalla partecipazione attiva o da qualsiasi ipotesi di candidatura.

Nel rispetto, spiega Edda Negri, delle istituzioni democratiche repubblicane e del riserbo che la famiglia s’era imposta. Pur essendo, Vittorio Mussolini, e, dopo la sua scomparsa, il fratello minore Romano, impegnati in una attività culturale di rivisitazione della figura del padre. Emerge dal libro, complessivamente, tra una curiosità e l’altra (tra le tante, la costante diffidenza di Rachele Guidi per i giornalisti ma anche la consapevolezza della necessità economica di rilasciare interviste a pagamento), la complessiva “pesantezza” del percorso umano dei Mussolini e la loro ricerca, ciascuno a suo modo, di una normalità ben difficile da trovare. Che dire, in proposito, della vicenda di Edda Mussolini Ciano, la cui immagine negli anni Trenta campeggiava sulla copertina di “Time” e che poi si trovò ad accusare suo padre, e anche sua madre, di non aver impedito, la esecuzione, a Verona, di suo marito Galeazzo Ciano? Si sono realizzati film e fiction su Edda Ciano, si sono scritte migliaia di pagine sul suo rapporto con la madre. In proposito, sollecitata dalle domande di Russomanno, Edda Negri Mussolini, che frequentemente si trovò in compagnia dell’una, dell’altra o di entrambe, afferma che il rapporto tra madre e figlia era stato difficile da sempre, fin dall’infanzia di Edda Ciano. Ma che, nella quiete di Carpena, le due donne finirono per ritrovarsi, riannodando le fila dei propri sentimenti. Ciò consentì il riavvicinamento tra Rachele Guidi e i Ciano, particolarmente ai tre figli di Edda, dei quali Rachele era nonna. Riavvicinamento, spiega Edda Negri, nel quale sua zia Edda ebbe ruolo fondamentale.

In sintesi, dal racconto di Edda Negri Mussolini emerge che,“il vento gelido che la storia spesso riserva ai vinti”, evocato all’inizio del libro, rese complicato, ristretto, il percorso esistenziale dei Mussolini ma non impedì loro di intrecciare relazioni umane e sociali soddisfacenti. Rimasero profondamente uniti, la vedova e i figli di Mussolini; ciascuno cercò, e in parte trovò, una propria realizzazione professionale autonoma, lontana dalla politica. Profondamente affezionati alla figura del marito e del padre ma mai propensi a una ipotetica restaurazione del fascismo, convinti che la storia avesse fatto il suo corso.

“A noi bambini, sintetizza Edda Negri Mussolini, fu insegnato il rispetto e l’ascolto nei confronti di tutti; nella casa di Carpena arrivavano persone di orientamenti diversi, anche chi si dichiarava apertamente antifascista. Era accolto benevolmente, come capitava a chiunque”.

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