I Martiri non hanno appartenenza politica e vanno rispettati

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Una scritta fatta con il pennarello su una  targa segnaletica dimostra che la Storia non è ancora un argomento per tutti

Domenica 11 Febbraio sono state inviate al nostro indirizzo email le due foto pubblicate all’interno di questo articolo con la richiesta, qualora fosse ritenuto opportuno, di pubblicarle con qualche considerazione su quanto accaduto.

La prima cosa che si può dire è soltanto chiedere scusa.  Chiedere scusa alle popolazioni e alle vittime della tragedia delle Foibe per l’ignoranza di chi ha scritto quella frase sulla targa che ricorda le vittime perché sicuramente non sanno a cosa stanno incitando.

Prendere a pretesto genocidi come le Foibe, in questo caso, o la Shoah, in altri casi,  per denigrare “l’avversario politico” è sintomo di ignoranza e stupidità.

La targa in via Martiri delle Foibe a Veglie è stata posizionata nel febbraio 2016 dagli attivisti di Casa Pound di Veglie e loro stessi ogni anno in occasione del 10 Febbraio,   “Giorno del Ricordo”,  depongono una corona per ricordare una delle pagine nere della Storia d’Italia.

Si può essere a favore o completamente contro l’idea politica di Casa Pound, come allo stesso modo lo si può essere nei confronti di gruppi di orientamento opposto. Non è questo l’argomento che VeglieNews vuole mettere in evidenza. Il nostro sito non ha una bandiera a cui fare riferimento. Il nostro spazio è per tutti.

Importante è invece sottolineare la mancanza di rispetto verso i Martiri di ogni tragedia e l’ignoranza storica di chi vuole attaccare il proprio “nemico politico” sfruttando le ingiustizie che hanno subito i popoli in generale e gli italiani in questo caso particolare.

Non è concepibile istigare a “10-100-1000” Foibe o a  qualsiasi altra pulizia etnica. Chi lo fa dovrebbe almeno cercare di immaginare lontanamente cosa può significare essere massacrati solo perché si fa parte di un popolo.

Se prendiamo in considerazione solo i genocidi del XX secolo viene fuori un elenco pieno di orrori  che difficilmente si possono immaginare:

  1. GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO – I “Giovani Turchi” (ufficiali nazionalisti dell’Impero ottomano) ordinarono tra il 1915 e il 1923 vasti massacri contro la popolazione armena cristiana. Le successive deportazioni di massa porteranno il numero delle vittime a un milione e mezzo circa.
  2. GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA CINA – Nell’anno 1900, la rivolta dei “Boxer” causò oltre 30 mila morti, in gran parte cristiani. E sono almeno 48 milioni i cinesi caduti sotto il regime di Mao tra il “Grande salto in avanti”, le purghe, la rivoluzione culturale e i campi di lavoro forzato, dal 1949 al 1975.
  3. GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA RUSSIA – Non meno di 20 milioni i russi eliminati durante gli anni del terrore comunista di Stalin (1924/1953). Esecuzioni di controrivoluzionari e di prigionieri, vittime del gulag o della fame.
  4. GENOCIDIO DEL POPOLO EBRAICO – Con l’avvento del nazismo di Hitler in Germania (1933/1945) viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa; le vittime di questo immane olocausto sono calcolate in oltre 6 milioni di persone, la gran parte di loro morta nei campi di sterminio.
  5. I MARTIRI DELLE FOIBE – Tra il maggio e il giugno del 1945 migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra. Altri furono uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati. Secondo alcune fonti le vittime di quei pochi mesi furono tra le quattromila e le seimila, per altre diecimila. in realtà, il numero degli infoibati e dei massacrati nei lager di Tito fu ben superiore a quello temuto. Le uccisioni di italiani – nel periodo tra il 1943 e il 1947 – furono almeno 20mila; gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case almeno 250mila. (Ci permettiamo di dare più spazio alla descrizione di questa pagina di Storia Italiana solo perché le foto dell’articolo riguardano le Foibe. Notizie Focus.it). I primi a finire in foiba nel 1945 furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, nonché i pochi militari fascisti della RSI e i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare per tempo (in mancanza di questi, si prendevano le mogli, i figli o i genitori). Le uccisioni avvenivano in maniera spaventosamente crudele. I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco trapassando, a raffiche di mitra, non tutto il gruppo, ma soltanto i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze inimmaginabili. Soltanto nella zona triestina, tremila sventurati furono gettati nella foiba di Basovizza e nelle altre foibe del Carso.

  6. GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’INDONESIA – Nel periodo 1965/67, quasi un milione di comunisti indonesiani sono stati deliberatamente eliminati dalle forze governative indonesiane, mentre tra il 1974 e il 1999 sono stati eliminate da gruppi paramilitari filo-indonesiani 250 mila persone della popolazione di Timor-Est.

  7. GENOCIDIO DEL POPOLO CAMBOGIANO – Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot.

  8. GENOCIDIO DEL POPOLO SUDANESE – Si stima che un milione e novecentomila cristiani e animisti siano morti a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sudan meridionale.
  9. GENOCIDIO DEI POPOLI DEL RWANDA E DEL BURUNDI – Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un’analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi.
  10. GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’AMERICA LATINA – Dalla Rivoluzione messicana, ai “desaparecidos” delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani. Inoltre solo in Amazzonia si calcola che quasi 800 mila indios sono morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.
  11. GENOCIDIO DEL POPOLO IRACHENO – Un organismo dell’ONU ha stimato nel 1998 in un milione di morti, tra cui 560 mila bambini, gli iracheni morti a causa dell’embargo internazionale e della politica di Saddam Hussein.
  12. Non si hanno a tutt’oggi cifre sicure sulle vittime dei genocidi e delle “pulizie etniche” compiute nella ex-Yugoslavia, in Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet.

Anche il Sud d’Italia ha avuto migliaia di  vittime politiche e numerosi paesi rasi al suolo. Uno spiraglio per fare luce sulla Storia dell’Unità d’Italia si è aperto il 4 luglio 2017 con l’approvazione di una mozione da parte del Consiglio Regionale di Puglia con la quale si istituisce la “Giornata in ricordo delle vittime meridionali dell’Unità di Italia” da celebrare il 13 Febbraio. Questo dovrebbe essere il primo passo per fare chiarezza sul nostro passato.

“10-100-1000” è una delle frasi peggiori usate negli ultimi anni per osannare un evento tragico augurandosi che accada altre volte. È successo anche con la strage dei Carabinieri a Nassirya in Iraq.

Il cartello stradale che ricorda i Martiri delle Foibe a Veglie è stato pulito dagli attivisti di Casa Pound. Senza alimentare alcuna polemica mi sembra giusto darne merito e sperare che “10-100-1000” possa diventare un augurio di giorni felici.

Veglie News

13 Febbraio 2018

 

 

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