Il meetup Movimento 5 Stelle Veglie pubblica gli interventi fatti al Convegno “Report Ambiente e Salute” dai suoi rappresentanti Giulia Salinelli, Daniele Ascanio e Pasquale Cirillo
(Comunicato stampa M5S Veglie)
Giorno 09 Marzo si è tenuto a Veglie un convegno organizzato dal Comitato Ambiente Sano “Report Ambiente e Salute in Provincia di Lecce e, in particolare, nella zona dell’Arneo e del Comune di Veglie”; un interessante appuntamento per informarsi sulla situazione ambientale e delle conseguenze sulla salute dei cittadini.
Il meetup Movimento 5 Stelle Veglie è stato invitato, come altri gruppi, a partecipare ai lavori del convegno, abbiamo iscritto ad intervenire Giulia Salinelli, Daniele Ascanio e Pasquale Cirillo.
Questa breve lettera introduce le trascrizioni degli interventi dei nostri rappresentanti, che hanno trattato differenti aspetti delle conseguenze derivanti dall’inquinamento, le ricadute in ambito sanitario e il ruolo della politica nella gestione della tutela ambientale e della salute.
Dobbiamo evidenziare la grande attenzione posta nell’organizzare un convegno con un tema tanto importante e delicato da parte del Comitato Ambiente Sano, il cui scopo è stato quello di informare e sensibilizzare.
Rileviamo, purtroppo, la totale assenza ufficiale dell’Amministrazione del Comune di Veglie, su cui grava pesantemente la ridotta attenzione posta alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Fatto molto grave.
A onor del vero, vi era una presenza ben occultata, di alcuni componenti la maggioranza.
Continua l’atteggiamento arroccato, indifferente, distaccato di questa pseudo-amministrazione e siamo pienamente consapevoli che, le severe valutazioni, non scalfiranno la coscienza critica dei vegliesi, irretiti dal favoritismo, dal clientelismo e dal do ut des, spudoratamente sventolato in campagna elettorale, malgrado tutto ciò siamo persuasi, che sempre l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte!
Per il Meetup Movimento 5 Stelle Veglie
Pasquale Cirillo
INTERVENTO DI DANIELE ASCANIO:
«Come illustrato dai relatori che hanno preceduto il mio intervento, dai dati statistici si riscontra che la situazione sulla crescita del problema tumori non è in aumento. Ma dobbiamo attendere una vera e propria emergenza per intervenire sul problema? La situazione ambientale nel nostro paese non è delle migliori, basta guardarci attorno e sicuramente risconteremo che il problema ambientale è una piaga che affligge il paese di Veglie. Parlando della macchia (non protetta) Lupomonaco, tra amianto e immondizia si intravede una discarica a cielo aperto, nonostante le sollecitazioni di intervento immediato dell’associazione VAS e di altri enti nei confronti della precedente ed attuale amministrazione, che attualmente non ha fatto nulla per migliorare e far SVOLTARE la situazione. Nel 1998 a Veglie è stato approvato il progetto riguardante il bitumificio tutt’ora attivo ed insalubre, il danno che continua a recare tale struttura ai cittadini Vegliesi cresce sempre più, ma pur sapendo questo, non si fa nulla per cambiare la situazione.
Rispondendo alle dichiarazioni mosse, nel precedente intervento, verso i cittadini di Veglie vorrei dire questo: I Vegliesi non è che non Vegliano, come è stato supposto nel precedente intervento, i cittadini Vegliesi hanno bisogno di un informazione giusta!
Veglie quando si unisce è un gran paese, cito l’episodio del presidio “La Duchessa” sul caso “xylella fastidiosa”, lì gran parte dei cittadini di Veglie si sono uniti contro l’eradicazione! Questo è una grande esempio di unità della cittadinanza vegliese!
Quindi concludendo questo intervento, se vogliamo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, dobbiamo rispettare di continuo l’ambiente in cui viviamo, NON ATTENDIAMO UN EMERGENZA PER FARE QUESTO, perché il futuro è strettamente correlato con l’ecologia, facciamo di tutto per lasciare il luogo in cui viviamo pulito per le generazioni avvenire.»
Daniele Ascanio
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INTERVENTO DELLA DOTT.SSA GIULIA SALINELLI:
«Buonasera a tutti, sono Giulia Salinelli, consulente ambientale e vengo da Copertino.
Fa sicuramente piacere apprendere, grazie a quanto riferito dai relatori illustri prima, che il numero dei morti per tumore nella nostra provincia sia perfettamente allineato con quello della media nazionale, ma non credo che abbiamo bisogno di affidarci in toto alla statistica per riflettere sulle criticità del nostro territorio. Non possiamo nasconderci dietro un dato e ignorare l’evidenza, così come non possiamo pensare che i decessi umani per neoplasia siano l’unico indicatore di una situazione ambientale critica e compromessa. Con i nostri comportamenti scellerati abbiamo causato una notevole perdita di biodiversità, frammentato habitat, inquinato in modo scellerato (ad esempio con l’uso incontrollato di pesticidi), l’eccessivo emungimento della falda ha portato alla salinizzazione della stessa, le discariche abusive sono il paesaggio che la nostra specie ha creato nelle campagne, consumiamo talmente tante risorse che un Pianeta non ci basta più. Non possiamo ignorare tutto questo, così come non possiamo credere che tutto questo non avrà delle conseguenze. Il fatto che forse non saremo noi a pagare il conto non ci solleva dalle nostre responsabilità, anzi le rimarca e le accentua rispetto all’eredità che lasceremo a chi abiterà questo Pianeta dopo di noi.
Spesso tendiamo a identificare una sorgente d’inquinamento con una grande industria, l’esperienza della nostra Provincia ci dimostra che non è affatto così. Occorre considerare, soprattutto nelle sedi istituzionali opportune, l’effetto cumulativo che impatti generati da diverse attività (magari tutte piccole, proprio come le nostre) possono generare sul territorio. Immaginiamo di avere, ad esempio, 10 piccole imprese tutte molto vicine, ciascuna con un punto d’emissione, con un camino. Tutte possono rispettare i limiti imposti dalla normativa e generare singolarmente un impatto non significativo, ma se guardassimo al territorio, alla zona che tali attività ricoprono, potremmo renderci conto che l’impatto cumulativo è molto significativo, se non addirittura incrementale o interattivo. E’ proprio l’effetto somma che può rendere la situazione critica da un punto di vista ambientale e, di conseguenza, anche sanitario.
Credo sia necessario, proprio per le criticità della nostra Terra, che le istituzioni valutino in fase di autorizzazione di una qualsiasi attività, gli impatti cumulati, intrecciando le valutazioni ambientali con quelle sanitarie. Così come sono convinta che debba essere sempre valutata l’ipotesi zero, cioè la possibilità di non effettuare un determinato tipo di progetto; prima chiediamoci se ci serve davvero, ma non se serve all’imprenditore o al politico di turno, chiediamoci se serve alla nostra comunità, al nostro territorio e a chi verrà dopo di noi.
Le responsabilità sono anche nostre, di noi comuni cittadini, che spesso pensiamo che tutto ciò non ci riguardi, che siano cose riservate agli esperti del settore o ai politici di turno. Informarsi, partecipare e difendere il nostro territorio è un dovere che abbiamo tutti altrimenti perderemo il diritto di chiedere un ambiente più salubre in cui vivere. Siamo la specie più intelligente su questo Pianeta, cerchiamo di usarla al meglio questa nostra qualità, senza dimenticarci che siamo ospiti così come il più piccolo insetto che abbiamo schiacciato camminando per venire qui questa sera.»
Dott.ssa Giulia Salinelli
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INTERVENTO DEL DOTT. PASQUALE CIRILLO:
«Il numero di morti per tumore nella provincia di Lecce, in base ai dati statistici riportati dagli illustri relatori, sono coerenti con le medie nazionali e rientrano in un quadro di “normalità”, come se fosse normale morire per tumore in un’età inferiore alla media nazionale. Un riferimento peggiorativo viene fornita al dato statistico, la tendenza delle morti è in lieve aumento nell’ultimo ventennio circa, ma tutto sommato in linea con gli ultimi quarant’anni. Per saggiare l’ammissibilità di un simile dato e la difficoltà ad attribuire il corretto peso ai riferimenti statistici e tutte le possibili chiavi di lettura, consideriamo che, negli ultimi quaranta anni, la medicina ha fatto passi da gigante nella prevenzione e nella cura dei tumori, quindi ci chiediamo come sia possibile che il numero di morti per tumore odierni siano coerente con il numero di morti per tumore degli ultimi quaranta? Avremmo dovuto aspettarci un importante calo di mortalità per i tumori, oppure vi sono fattori, non considerati nel calcolo statistico, che stanno incidendo e che compensano abbondantemente gli sforzi della medicina?
L’amministratore, il politico deve focalizzare importanti questioni: queste morti sono ammissibili? Il tendenziale aumento dei morti per tumore, che non giustifica l’appellativo di emergenza, deve necessariamente assumere un valore sufficientemente elevato per poi avviare delle azioni a tutela della salute pubblica e dell’ambiente?
I dati statistici non possono sostituire un approccio critico ad un problema di carattere sociale, ambientale e sanitario, tutti gli sforzi devono convergere, sinergicamente, alla riduzione di qualsiasi causa di inquinamento potenzialmente dannoso per la salute. È imbarazzante assistere a quanto poco impegno destiniamo alla salubrità dei luoghi in cui viviamo, siamo incapaci di apprezzare l’insostituibilità del nostro habitat, non rinunciamo a nessun comfort a tutela delle future generazioni, infatti, negli ultimi anni, sono state adottate pochissime azioni allo scopo di migliorare la qualità dell’aria, delle acque e in generale la qualità del nostro ambiente, oggi è forte la necessità di un impegno politico di ampie vedute, che non si limiti a simulare soluzioni definite “ECOLOGICHE”. Prevenire e ridurre gli impatti deturpanti l’ambiente attraverso politiche di gestione integrata, ottimizzando il consumo di risorse naturali, in altri termini e più in generale, formulare obiettivi che migliorino le prestazioni nel settore ambiente. Una simile strategia passa attraverso l’informazione e la sensibilizzazione, ma anche attraverso una corretta valutazione delle attività produttive, al fine di adottare procedure gestionali tali da minimizzare l’impatto ambientale. Possiamo valutare precisamente l’azione antropica e come questa incida negativamente sull’ambiente e conseguentemente sulla salute pubblica, ciò deve indurre, al politico attento, una maggiore sensibilità su queste tematiche ed avviare azioni che monitorino tutte le fonti di inquinamento, dagli insediamenti insalubri, che non sono le uniche causa di inquinamento, alle discariche abusive disseminate sul territorio, al comportamento sbagliato di molti cittadini. La raccolta di informazioni sulle fonti di inquinamento è fondamentale per poter scegliere le più efficaci azioni a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, affinché si possano trasmettere, tra qualche anno, dei dati statistici riportanti una riduzione del numero di morti per tumori.»
Dott. Pasquale Cirillo