L’Autore è stato ospite del Presidio del Libro di Veglie il 26 febbraio scorso
Nel nome di ieri, l’ultimo romanzo dello scrittore leccese Giuseppe Cristaldi, edito da Besa a novembre 2015, è il vincitore della prima edizione del Premio dei Presidi del Libro. La storia di un amore spezzato dall’asfalto killer delle strade del Salento, che resta ancora vivo grazie al recupero dei ricordi cui si dedica il protagonista Sciffì, ha conquistato le preferenze dei lettori pugliesi che lo hanno designato per la vittoria finale con 1056 voti, davanti a scrittori di fama come Erri De Luca, Chiara Gamberale, Simona Vinci. Secondo classificato Vito Bianchi con Otranto 1480 (Laterza), mentre terzo è Giacomo Mazzariol con Mio fratello rincorre i dinosauri (Einaudi).
Giuseppe Cristaldi è stato ospite a Veglie in una bellissima serata organizzata dal Presidio del libro nei locali del “Bar Fiore” in Piazza Umberto I.
l libro di Cristaldi è il racconto di una storia d’amore, ma soprattutto del tentativo di perpetuarne il ricordo per far dispetto a quella morte impietosa che ha voluto dichiararne la fine per il tramite di una curva assassina. Claudia e Sciffì si incontrano in una pizzeria di un piccolo comune leccese e lì nasce il loro amore, “fra temporali di farina e tovaglie scozzesi”, un amore che si alimenta sulle note di un sogno condiviso, quello proprio di una pizzeria da gestire insieme. Ma la sorte è beffarda e chiede il conto al primo giro di curva di una strada maledetta, quella tra Matino e Taviano, che si prende la vita di Claudia e lascia a Sciffì i granuli di catrame riottosi. È proprio in questo momento che parte la lotta del ragazzo contro il macello dei ricordi per sottrarre alla mannaia dell’oblio il volto di Claudia, la sua storia, il suo passato, la loro storia e il loro passato, ora che il futuro non c’è più. Sciffì si nutre delle parole di quanti conservano la memoria della sua amata, li cerca, li stana, vuole raccogliere tasselli su tasselli di una presenza che egli sente ancora viva e imperitura accanto a sé. E lo fa per non negarsi un futuro, perché da questi ricordi ne nasca qualcosa di bello che abbia impresso il nome di Claudia, anche a costo di andare contro tutto e contro tutti.
Cristaldi ti trascina con violenza nella sua storia, ti urla il dolore di Sciffì tra i denti. La scrittura viscerale del giovane talento salentino scaturisce da ogni sussulto del cuore del protagonista e penetra nell’animo del lettore che ne è travolto e ancorato. È uno stile sanguigno quello di Cristaldi che restituisce il senso di una storia di sofferenza ma anche di bellezza, la bellezza dei ricordi che riaffiorano a poco a poco per lenire le ferite. Tratto pregnante dell’autore è quel mistilinguismo che è il suo marchio di fabbrica, quell’impasto di dialetto, termini gergali e prosa lirica che rende i suoi romanzi intensi e scomodi nel contempo.
Giuseppe Cristaldi è nato nel 1983 a Parabita (provincia di Lecce) e vive in Sardegna. Fra le sue opere Storia di un metronomo capovolto (2007), con nota di Franco Battiato, eNefrhotel. Mi hanno venduto un rene (2011). Nel 2012 ha ricevuto il primo premio al concorso nazionale di drammaturgia contemporanea under 30 di Roma. Per le edizioni Besa-Controluce l’autore ha già pubblicato Un rumore di gabbiani – Orazione per i martiri dei petrolchimici (2008), con cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza, e Belli di papillon verso il sacrificio(2014). Nel 2016 è uscito per Mondadori Electa, La versione di C., il romanzo autobiografico scritto a quattro mani con Cristiano De Andrè.
31 Marzo 2017