Il 29 dicembre 2024 alle ore 21:00 pesso Asfalto Teatro di Lecce (già Sold-out)
LECCE – Il 29 dicembre 2024 alle ore 21:00, Asfalto Teatro di Lecce (via D. Birago 60) ospiterà un concerto speciale di Frank Bramato, che presenterà il suo secondo album “SUONI CRUDI” in un’innovativa veste teatrale.
Frank Bramato, artista anticonformista del panorama musicale contemporaneo, propone un’esperienza musicale unica che fonde teatro, musica e critica sociale. Reduce dal successo del primo album solista “Non essere”, Bramato torna con “Suoni Crudi”, un lavoro che segna un’evoluzione significativa nel suo percorso artistico.
L’album, pubblicato il 31 maggio 2024 per Le Chariot Records, si distingue per un’estetica analogica e vintage, privilegiando l’autenticità del suono. Dalle sonorità blues di “Gli Occhiali Coscienti” all’ironica “Hallelujah”, passando per l’omaggio a Artaud e una critica all’omologazione artistica, “Suoni Crudi” è un viaggio musicale provocatorio e coinvolgente.
La serata al Teatro Asfalto promette un’immersione totale nel mondo artistico di Bramato, con brani che spaziano tra generi e linguaggi, dall’old school blues al country-western, sempre con un’attenzione critica alla società contemporanea. Il sold-out annunciato già una settimana prima dell’evento è il segnale chiaro della grande riscontro che l’artista salentino con la sua band sta ottenendo dall’inizio del tour 2024.
FRANK BRAMATO: ARTISTA INNOVATIVO E ANTI-COMMERCIALE – Nel suo studio personale nel cuore del Salento, dove ha dato vita ai suoi due album da solista, Frank Bramato si racconta in esclusiva per noi di Veglienews. L’artista, fresco dell’uscita di “Suoni crudi” per Le Chariot Records, ci accoglie in questo spazio che è un affascinante ibrido tra analogico e digitale, proprio come la sua musica.
Frank, “Suoni crudi” segna una svolta decisa rispetto al precedente album “Non essere” (Seahorse Recording). Come è avvenuto questo cambio di direzione?
“È stato un processo sorprendentemente naturale. All’inizio volevo solo realizzare qualcosa che si allontanasse dalle produzioni contemporanee, dove spesso gli strumenti vengono sacrificati. Poi, lavorando con Luca Nutricati e le sue chitarre incredibili, il suono ha preso una direzione tutta sua. È come se l’album fosse già lì che aspettava di essere registrato.”
Eppure il messaggio di fondo resta lo stesso: una forte critica al sistema e all’omologazione…
“Esatto. Se musicalmente ho cambiato pelle, il nocciolo del messaggio è rimasto intatto. Non potrebbe essere altrimenti. ‘Non essere’ si chiudeva con l’idea che ‘piuttosto che diventare uguale meglio non essere’, e ‘Suoni crudi’ porta avanti quella battaglia, ma con armi diverse: blues, surf, country-western. Il sistema è sempre più omologato e la mia risposta è essere sempre più fuori dagli schemi.”
A proposito di schemi, “Gli Occhiali Coscienti” apre l’album con uno spoken word, proprio come faceva “Pazienza Essenza” in “Non essere”…
“Mi piace l’idea di aprire i dischi come si apre un sipario. In ‘Gli Occhiali Coscienti’ il protagonista acquista un paio di occhiali nuovi e improvvisamente vede con chiarezza tutto il marcio che lo circonda. È una metafora della consapevolezza, che a volte può essere più dolorosa della miopia.”
Nel disco c’è un brano dedicato ad Antonin Artaud. Dopo gli omaggi a Frank Zappa e Demetrio Stratos nel primo album, continui a celebrare i tuoi maestri…
“Artaud, Zappa, Stratos sono stati dei veri rivoluzionari dell’arte. Hanno pagato prezzi altissimi per la loro unicità. ‘Monsieur Artaud’ è un brano surf che parla della ‘ragione altra’, della follia necessaria per essere veramente liberi nell’arte. La citazione agli Area non è casuale: sono stati tra i primi in Italia a capire questa lezione.”
“Hallelujah, come no!” ha un testo molto forte nonostante le sonorità allegre…
[Ride] “È una preghiera disperata a un dio distratto, troppo occupato a farsi i selfie. Volevo creare questo contrasto tra la leggerezza della musica e la disperazione del testo. Il theremin poi aggiunge quel tocco di sovrannaturale che serviva.”
E poi c’è “Non è una hit estiva”, un titolo che è tutto un programma…
“È il mio invito non richiesto al grande party dell’estate italiana. Sai, quelli dove tutti ballano gli stessi quattro accordi. Mi sono auto-invitato sapendo di essere l’ospite indesiderato. Ma qualcuno deve pur dire che il re è nudo, no?”
Chiudi l’album con un omaggio a “Lunedì Cinema”, proprio come “Non essere” si chiudeva con un tributo…
“Mi piace l’idea di chiudere i cerchi. La citazione a Dalla e agli Stadio è un modo per ricordare quando la musica pop italiana osava essere anche intelligente. Oggi sembra che si debba per forza scegliere: o sei ‘impegnato’ o sei ‘pop’. Io credo invece che si possa essere entrambe le cose.”
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
“Per ora voglio portare questi ‘Suoni crudi’ dal vivo il più possibile. Sul palco questi brani prendono una dimensione ancora diversa. Il futuro? Non lo so, ma di sicuro non sarà prevedibile. L’unica costante sarà continuare a resistere all’omologazione. Come diceva Artaud, meglio essere pazzi che conformisti.”
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