“Fecondazione assistita: il diritto dei figli”

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RIFLESSIONI DEL DR. PIETRO CALCAGNILE

A seguito dell’’errore accidentale, così come è stato definito da un quotidiano a tiratura nazionale, commesso nell’’Ospedale “Pertini” di Roma, che è specializzato nella procreazione assistita alle coppie che hanno difficoltà a procreare con i metodi tradizionali, si dibatte sui mass media a quale coppia devono essere assegnati i 2 figli che una donna porta in grembo: alla madre naturale ossia a colei alla quale appartengono gli ovuli fecondati dal seme del rispettivo marito oppure alla madre che li partorirà per causa accidentali.

Se per assurdo non si seguisse la logica del diritto naturale e cioè che i figli appartengono ai genitori che li hanno generati, anche se in vitro all’’esterno del proprio utero, e viceversa, allora tutte le coppie del mondo che vanno in India per prendersi in affitto l’’utero di una donna indiana dietro un misero compenso dovrebbero perdere la genitorialità dei figli nati in siffatte condizioni.

Nel caso di specie la procreazione dei due gemelli è avvenuta in vitro, cioè all’’esterno del corpo umano e non all’interno della donna che li ospita; perciò i nascituri appartengono senza ombra di dubbio ai veri genitori naturali che possiedono gli stessi geni dei due gemelli.

La donna che adesso ospita i due gemelli dovrà avere senz’’altro una lauta ricompensa per i danni provocati da parte dell’’Ospedale “Pertini” che ha commesso l’’errore, però non può accampare alcun diritto sui nascituri.

Se i giudici italiani decidessero in senso contrario al diritto dei figli a ricevere un’’educazione da parte dei genitori naturali commetterebbero un vero e proprio furto.

Veglie, 19-4-2014

dr. Pietro CALCAGNILE

 

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