Un incontro culturale a Nardò per discutere di Etruschi e Messapi
Sabato 21 Luglio 2018 ore 20.00 / Chiostro di Sant’Antonio / Piazza della Repubblica – Nardò
NARDO’ – Si terrà Sabato 21 Luglio 2018 alle ore 20.00 presso il Chiostro di Sant’Antonio in Piazza della Repubblica a Nardò (Le) un “Evento Culturale” durante il quale si farà il confronto tra le due civiltà degli Etruschi e dei Messapi.
Alla discussione, introdotta dal dr. Mino Natalizio Assessore ai Musei del Comune di Nardò, parteciperanno per l’argomento Etruschi il dr. Francesco Rollo Medico, Storico della Medicina; per l’argomento Messapi la prof.ssa Giovanna Cera Dip. Beni Culturali Università del Salento.
L’incontro si basa anche sulle significative scoperte venute alla luce con gli scavi nel sito archeologico in località Li Schiavoni (di proprietà privata), nel territorio di Nardò (Lecce), molto vicino al feudo del paese di Veglie.
Il sito degli scavi è situato su un esteso pianoro dal quale si può ammirare un largo tratto del vicino litorale ionico. Nel sito sono conservati numerosi resti di un insediamento fortificato di età messapica.
Il tracciato delle mura antiche, anche se nascosto da un muretto a secco di età moderna, è parzialmente visibile ed ha una lunghezza di 650 metri che delimitano una superficie di 3 ettari. L’insediamento è dotato di un fossato che fiancheggia parte delle mura che insieme alla scelta del luogo situata in altura rispetto al territorio circostante, fanno pensare a un tipo di insediamento difensivo.
«L’apertura di un saggio a ridosso del muretto a secco che delimita il pianoro sul lato ovest — afferma Giovanna Cera, che dirige gli scavi – ha permesso di documentare le caratteristiche delle fortificazioni, forse realizzate in due fasi successive. È venuta in luce una poderosa struttura, caratterizzata da due paramenti realizzati in grandi blocchi lapidei di forma irregolare e da un riempimento interno di notevole spessore, costituito da pietre calcaree e tufacee, coppi e frammenti ceramici. Lo studio dei materiali recuperati dai livelli associati a queste strutture è ancora in corso. Essi sembrano comunque attestare un’assidua frequentazione dell’area, perlopiù nell’ambito dell’epoca arcaica e classica, pur comprendendo più antichi reperti inquadrabili nell’età del Bronzo e del Ferro e anche testimonianze di età ellenistica. È stata indagata al contempo un’area più interna rispetto alle mura, nella quale sono stati documentati reperti purtroppo decontestualizzati e rimescolati — riferibili alla presenza di sepolture (blocchi e lastre di pietra leccese e tufo, frammentario, vasellame da corredo). Anche se l’attività degli scavatori clandestini ha danneggiato per sempre il contesto archeologico, risultano in ogni caso di particolare interesse, tra i materiali rinvenuti, alcuni frammenti di vasi di importazione attica e corinzìa e di produzione coloniale, indizio dei contatti commerciali che interessarono questo insediamento, soprattutto tra il VI e il V secolo a.C. Contatti certamente favoriti dalla felice posizione del sito, interna, ma non lontana dal litorale ionico e a controllo di un vasto comprensorio».
18 luglio 2018