Un affresco trafugato a Veglie nel 1981 e non ancora restituito alla collettività
Lettera del dott. Fabio Coppola:
Ogni guerra, invasione, conquista, comportò anche la razzia di opere d’arte. Dagli antichi romani a Napoleone, fino a Hitler.
Durante la seconda guerra mondiale una squadra militare degli Alleati, ebbe il compito di proteggere capolavori e monumenti, e nel dopoguerra di ricercare i beni rubati dai nazisti. Le loro gesta sono descritte nel film “The Monuments Men” di George Clooney.
Tanti italiani durante la guerra hanno protetto, custodito, nascosto beni culturali. Il più noto è Rodolfo Siviero, che non solo mise in salvo numerose opere, ma si occupò del rimpatrio di tante altre illecitamente detenute all’estero alla fine del conflitto.
Interessante anche per vicinanza geografica è la vicenda degli “Ori di Taranto”, che nel 1943 furono nascosti in una banca di Parma da Valerio Cianfarani, ispettore della Soprintendenza archeologica di Taranto.
Purtroppo i furti di opere d’arte avvengono anche in tempo di pace, pertanto l’Arma dei Carabinieri nel 1969 creò il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, primo corpo di polizia al mondo con questa specializzazione.
Nella pubblicazione di Antonio De Benedittis “La platea del venerabile convento di Santa Maria di Veglie”, (Taviano, 2005), alla pagina 11, si legge che nella chiesa del convento dei Francescani di Veglie, il secondo altare di sinistra “conservava un piccolo affresco di stile bizantino raffigurante una Madonna col Bambino, trafugato, purtroppo, nell’agosto 1981.”
Precedentemente alla costruzione del convento l’immagine della Madonna era collocata all’interno di una cripta.
Pochi hanno avuto la possibilità di ammirare l’immagine, poiché prima del restauro la chiesa del convento è stata per tanti decenni in abbandono e inaccessibile. Non resta che una foto pubblicata nella libro suddetto.
Anche dopo 40 anni non bisognerebbe rassegnarsi, disperare, poiché a volte i ritrovamenti dei beni scomparsi avvengono dopo un lungo periodo di tempo in cui si era persa ogni traccia.
Pertanto, qualora qualcuno avesse informazioni utili alla ricerca, potrebbe condividerle con il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bari, competente su Puglia, Basilicata e Molise, Castello Svevo, Piazza Federico II di Svevia 2, 70122 Bari, tel. 080/5213038, tpcbanu@carabinieri.it.
Veglie, 20/02/2021
Dott. Fabio Coppola