Dott. Fabio Coppola: «Tutelare un’area paesaggistica sarebbe un atto di cui fregiarsi e un dovere di amministratore rispettoso di principi costituzionali»
Lettera del dott. Fabio Coppola sulla vicenda Parco Lupomonaco Veglie:
RE SALOMONE
Nella Bibbia si legge che due donne chiesero al re di Israele Salomone di pronunciarsi su chi fosse tra loro la madre di un bambino conteso. Il re ordinò di tagliare a metà il bambino e dividerlo tra le due. Una donna accettò, mentre la seconda chiese che fosse affidato per intero alla prima pur di salvargli la vita. Quindi il re capì chi fosse la vera madre e glielo consegnò.
Alla fine dello scorso millennio, nel 1999, a Veglie nel pieno della questione “Lupomonaco”, mentre si discuteva sulla destinazione urbanistica dell’area, ci fu una proposta “salomonica”: otto ettari da destinare a zona artigianale, e otto per conservare la macchia mediterranea, dei complessivi sedici ettari di proprietà comunale. Fu risposto che gli errori (il P.R.G. del 1980) potevano essere ereditati, ma non subiti, e che Veglie doveva pensare in grande: a “Lupomonaco” o un grande parco naturale, o una grande zona artigianale. Prevalse il buon senso, ed oggi la macchia è una realtà per i nostri figli anziché rimanere solo un ricordo nostalgico di adulti e anziani.
Dopo tutto quello che c’è stato, dopo sacrifici, ritardi e attese, edificare in quell’area sarebbe come acquistare 99 fascicoli di una enciclopedia che invece ne prevede 100. Per tutelare la macchia si è destinata a zona artigianale la contrada “Simoni”, per poi fare cosa, edificare nuovamente a “Lupomonaco”? Una nevrosi urbanistica, causata da una mancata pianificazione.
Da più fonti attendibili, poco tempo fa, ci sarebbero stati dei contatti tra maggioranza e opposizione inerenti il distributore di carburante a “Lupomonaco” che dovrebbe sorgere a fianco alla macchia, e tra essa e la circonvallazione. In sintesi, la maggioranza voterebbe a favore una mozione che sospenderebbe l’iter autorizzativo dell’impianto, a condizione che ci sia l’unanimità in consiglio comunale. Perché? A mio avviso tutelare un’area paesaggistica non sarebbe una responsabilità da suddividere quanto più è possibile, bensì un atto di cui fregiarsi e un dovere di amministratore rispettoso di principi costituzionali.
L’opposizione pur sostenendo di avere a cuore la macchia e ritenendo non ideale la collocazione dell’insediamento, avrebbe risposto che la maggioranza ha “i numeri” per approvare la mozione. Perché? Si riterrebbe valido un obiettivo, ma non si contribuirebbe al raggiungimento perché lo ha proposto l’avversario politico?
Ogni individuo può fare la differenza. Per un lavaggio, un governatore romano della Giudea passò alla storia.
Veglie, 09/07/2018
Dott. Fabio Coppola