«Sulle opere d’arte dovremmo poggiare soltanto il nostro sguardo»
(leggi anche “La piccionaia”)
Lettera del Dott. Fabio Coppola:
VEGLIE – Ben vengano i simboli del Natale, di speranza, di pace. Mai come quest’anno ne abbiamo tanto bisogno. Collocati sul prospetto della Chiesa Madre di Veglie, giusto qualche metro a lato dell’ingresso, avrebbero lo stesso valore simbolico, piuttosto che sul portale tardo rinascimentale del 1565. Opera attribuita allo scalpellino Marco Antonio Renzo e ai suoi sei figli, della scuola di Gabriele Riccardi, secondo lo studioso Mario Cazzato.
Il peso della luminaria, la tensione dei tiranti, le oscillazioni provocate dal vento, inevitabilmente determinerebbero pressione e attrito, che seppur lievi, potrebbero compromettere la conservazione della pietra leccese, essendo un materiale tenero. Sulle opere d’arte dovremmo poggiare soltanto il nostro sguardo. Inoltre la stella impedirebbe di ammirare parte del portale, che non avrebbe bisogno di essere addobbato poiché gode di bellezza propria.
La lunetta del portale è già insidiata dai piccioni che coprono di guano San Pietro, San Paolo, e la Madonna col Bambino.
Nel 2015 ci fu un po’ di apprensione per il portale, per una massiva perdita d’acqua causata dalla rottura della condotta dell’acquedotto, che comportò lo smontaggio in emergenza dei gradini della chiesa.
Riguardo a luminarie e sculture, viene in mente un vecchio incidente descritto da Antonio Catamo nel 1989. A Veglie durante il montaggio delle luminarie in occasione della festa dei Santi Medici, un tirante fu fissato alla statua di “San Michele Arcangelo che taglia la testa al drago”, collocata sul portale di via Roma del Palazzo Cacciatore. La statua si staccò e precipitando al suolo andò in frantumi.
La mia professoressa di lettere spiegava che a differenza della letteratura, anche i monumenti si consumano. La fine del portale della Chiesa Madre non è ancora arrivata, facciamola aspettare molti secoli.
Buon Natale a Tutti.
Veglie, 14/12/2020
Dott. Fabio Coppola