A Porto Cesareo la distruzione delle dune continua
Tutti noi a scuola media al corso di inglese abbiamo letto del cottage di Mr. Brown, il caratteristico villino inglese circondato dal prato verde. A delimitare il giardino un leggero steccato quasi simbolico, spesso verniciato di bianco.
Ma a Porto Cesareo ci vuole ben altro, soprattutto per delimitare il cordone dunale.
Infatti nonostante le dune siano recintate con staccionata e la tabellazione indichi il divieto di attraversarle, alcuni bagnanti irrispettosi eludono la recinzione, e con il calpestio o la posa di ombrelloni e sedie, dissestano questo habitat fragilissimo, scoprendo le radici della vegetazione compromettendone stabilità e sopravvivenza.
Le dune costiere oltre all’aspetto prettamente paesaggistico svolgono l’importante funzione di trattenere la sabbia e filtrare il vento ricco di salsedine, proteggendo quindi la fertilità dei terreni agricoli dell’entroterra, e contrastare l’erosione costiera. Scomparsa la duna, è più facile che scompaia anche la spiaggia, consumata successivamente dalle mareggiate invernali.
Durante l’inverno in località “Torre Chianca” è stata realizzato un intervento di ricostituzione del cordone dunale, con l’utilizzo di reti, e una recinzione alta circa cinquanta centimetri. Dopo pochi mesi l’opera è stata in parte danneggiata dal calpestio dei bagnanti che la attraversano.
Per evitare che il raggiungimento dell’obiettivo di tali interventi sia vanificato, occorrerebbe forse l’installazione di recinzioni più efficaci, anche se di maggiore impatto visivo. Inoltre riguardo quest’opera in particolare, si noterebbe l’assenza di tabelle che informino i bagnanti sulla finalità dell’intervento, che possano quindi aumentare la loro consapevolezza sulla conservazione delle dune.
In altri tratti di costa le dune sono invase dai bagnanti perché le spiagge libere hanno sempre meno superficie.
Veglie, 13/08/2024
Dott. Fabio Coppola