LA CACCIA FOTOGRAFICA
NELLA MACCHIA LUPOMONACO DI VEGLIE
Lettera del dott. Fabio Coppola:
La primavera è alle porte. La luce solare contribuisce a migliorare il nostro umore. La natura si risveglia, regalando colori, suoni, profumi. Per gli appassionati comincia la caccia. Non quella dei bossoli di cartucce esplose abbandonati nei campi, ma la fotografia naturalistica di flora e fauna.
In particolare a Veglie, nella macchia “Lupomonaco”, tra la metà di marzo e la metà di aprile è possibile ammirare decine di specie di orchidee, tutelate dalla convenzione di Washington “Cites”, avendo l’accortezza di percorrere i sentieri esistenti, e di limitare al minimo il calpestio per non danneggiare la microflora.
La fotografia potrebbe diventare ricerca scientifica per chi volesse cimentarsi nella classificazione delle specie. Nel 1978 Pietro Parenzan rilevò a Lupomonaco la presenza della farfalla Utetheisa Pulchella.
Interessanti i concorsi fotografici a cura di enti e associazioni.
E comunque la fotografia diventa informalmente controllo del territorio, per la rilevazione e segnalazione di reati ambientali.
Impagabile è il profumo che la macchia e la gariga emanano grazie al sole. Le aree verdi, in particolare le conifere, emettono nell’aria i monoterpeni, sostanze che stimolano nel nostro organismo la produzione delle cellule Natural Killer, che svolgono una funzione anti-tumorale.
La macchia mediterranea è vita e salute. Lupomonaco vi aspetta.
Veglie, 18/03/2019
Dott. Fabio Coppola