Avv. F. Milanese: «SULLA MODIFICA DELLE TARIFFE DI SCUOLABUS E MENSA: ERRATO APPLICARE GLI AUMENTI AD ANNO SCOLASTICO IN CORSO»

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TARIFFE DI SCUOLABUS E MENSA
Lettera dell’Avv. Francesco Milanese

( >>>Blog Avv. Francesco Milanese>>> )

VEGLIE – L’aumento delle tariffe dei servizi a domanda è sempre iniziativa poco piacevole, ma in alcune circostanze inevitabile. Per esempio in caso di dissesto economico finanziario la quota di compartecipazione non può scendere al di sotto del 36%.

 In assenza di tali obblighi, tuttavia, fissare la quota di compartecipazione dei cittadini al costo del servizio è frutto di una scelta politica.

L’amministrazione di Veglie, nel deliberare le tariffe dei servizi a domanda individuale per l’anno 2024 (Del. Giunta Comunale n. 122 del 21.12.2023) ha deciso di aumentare la quota a carico degli utenti, sia per il servizio mensa, sia per il servizio di trasporto.

Su questo provvedimento, senza vena polemica, mi preme indicare alcune criticità.

Sotto il profilo politico: posto che il comune, non avendo problemi di bilancio, non era tenuto ad aumentare la quota di compartecipazione, più di qualcuno si è domandato: era opportuno farlo in un periodo storico di inflazione galoppante?

Proprio in questi momenti, per alleggerire le famiglie dall’aumento dei costi di beni e servizi, una buona politica sociale dovrebbe andare nella direzione opposta, ma è una mia opinione.

È giusto farlo in questo modo, ovvero con aumenti che arrivano fino al 166%? Non sarebbe stato meglio introdurre, se proprio necessario, un aumento graduale scaglionato su più anni?

L’obiezione più importante, tuttavia, riguarda l’applicazione degli aumenti ad anno scolastico in corso.

In tema di trasporto scolastico, per esempio, il comune ha pubblicato un avviso il 26 giugno 2023, con il quale ha invitato i cittadini interessati  a presentare domanda di adesione per l’anno scolastico 2023/2024, secondo le norme del regolamento approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 39 del 5.8.2011.

Il citato regolamento all’art. 4  stabilisce che con la sottoscrizione della domanda il genitore dichiara di aver preso visione delle tariffe applicate e ne accetta la retta e che “ogni utente che richiede il servizio dovrà versare, per l’anno scolastico per il quale è stato chiesto il servizio, una tariffa mensile, variabile a seconda della collocazione nelle fasce Isee di seguito indicate”.

Orbene, l’avviso pubblico di giugno 2023, valido per l’anno scolastico 23/24, riportava il costo base della quota a carico dell’utente: € 15,00 mensili per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria; € 25,00 mensili per i bambini della scuola secondaria di primo grado.

Su tali tariffe base andavano, poi, applicate le riduzioni del 30% e del 15% a seconda della fascia di appartenenza (dunque è scorretta l’affermazione che le precedenti tariffe non erano progressive).

Le condizioni tariffarie suddette sono valide per l’intera durata del servizio, ovvero, come si legge nell’avviso e come prevede il regolamento, per l’anno scolastico 2023/2024.

Il cittadino che ha presentato domanda ha fatto affidamento sulla durata del servizio (anno scolastico 2023/2024) e della tariffa.

 Il comune si è, pertanto, obbligato (non solo moralmente, ma anche giuridicamente) a tenere ferme quelle tariffe per l’intero anno scolastico 23/24. Tanto in virtù dell’avviso di giugno 2023 ma ancor più in base all’art. 4 del Regolamento vigente al momento del bando (e a nulla vale l’obiezione che successivamente sono stati modificati i criteri, in base al principio tempus regit actum).

Per questa ragione è illegittimo, a mio avviso, applicare gli aumenti in corso d’anno scolastico.

E lo dico confortato anche dalla giurisprudenza.

Il Consiglio di Stato in un caso analogo ha statuito “E’ illegittima la decisione di un comune di incrementare le tariffe dei nidi comunali (servizio pubblico a domanda individuale) all’anno scolastico in corso, in quanto produce la lesione dell’affidamento legittimo ingenerato negli utenti che hanno deciso di presentare le domande di iscrizione e di procedere ai rinnovi annuali successivi confidando nella permanenza delle condizioni economiche con riguardo ad ogni annualità di riferimento (C.d.S., sent.4362 del 31.7.2012)”.

Ed infatti, per tutelare l’affidamento dei cittadini e non incorrere in contenziosi, oltre che per un senso di corretta amministrazione, alcuni comuni applicano le tariffe per anno scolastico e stabiliscono l’entrata in vigore differita degli aumenti (Cfr Comune di Biella, Del. Giunta Comunale n. 265 del 20.11.2023).

Nel caso di Veglie l’amministrazione farebbe bene a rivedere la propria posizione e differire l’aumento delle tariffe al prossimo anno scolastico.

Anche perché se c’è da fare investimenti è bene puntare sui più giovani e sul loro percorso formativo: ma questo, credo, dovrebbe essere negli intendimenti di tutti.

Tabella di raffronto aumento ticket servizio scolastico

Per semplicità di lettura riporto di seguito una tabella di raffronto tra quanto si pagava nel 2023 e quanto si pagherà nel 2024, tenendo conto che nel 2024 si è passati da tre a quattro fasce di reddito, come precisato nella colonna 4.

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Fascia ISEE infanzia e primaria 2023           2024       Fascia Isee 2024 Aumento percentuale
 I^ da 0 a 4000 10.5 20,00 (I^ da 0 a 5000,00) 90,47%
II^ da 4000,01 a 8000,00 12.75 25,00 (II^ da 5000,01 a 11.000) 96,07%
III^ Da 8000,01 15,00 30,00 (III^ da 11.000,01 a 17.000) 100%
Superiore a 17.000 (solo 2024) 15,00 40,00 IV^ oltre 17.000 166,66%
Fascia  ISEE  scuola Media  
I^ fascia 17.5 20,00 14,28%
II^ fascia 21.25 25,00 17,64%
III^ fascia 25.00 30,00 20%
Superiore a 17.000  (solo 2024) 25.00 40,00 60%

 

27 gen 2024

Avv. Francesco Milanese

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