«ASSESSORE: NON SIAMO PECORE DORMIENTI!» Lettera del prof. Antonio Greco sul probema rifiuti

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Antonio Greco: «L’abbandono di rifiuti nelle periferie o in campagna è un fenomeno che non può essere isolato dal contesto dell’organizzazione pubblica della raccolta e smaltimento dei rifiuti»

 Lettera del prof.  Antonio Greco:

VEGLIE – Li definiamo “incivili” ma sono “criminali” le cui azioni andrebbero indagate e punite come “delitti contro l’ambiente”. Senza attenuanti. Ma l’abbandono di tutti i tipi di rifiuti nelle periferie o in campagna è un fenomeno che non può essere isolato dal contesto dell’organizzazione pubblica della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è un servizio comunale che interessa tutti i cittadini. Fra tutti quelli che la legge affida ai comuni, è il più difficile e il più complesso perché:

  • affidato ad una gestione esterna da parte dell’amministrazione tramite bando, la ditta appaltatrice è, spesso soggetta a “infiltrazioni politiche”. In questo settore spesso il potere degli amministratori viene distorto a beneficio di individui o gruppi di persone, che ricambiano il favore e permettono il perpetuarsi del potere stesso, in un circolo vizioso difficile da spezzare;
  • la legislazione a riguardo è molto complessa, dettagliata e di difficile lettura. Il recente D.Lgs. 116/2020, tra l’altro, ha introdotto una vera e propria rivoluzione nel settore, attribuendo alle utenze non domestiche la facoltà di provvedere anche direttamente e non necessariamente tramite il Comune allo smaltimento dei propri rifiuti. Inevitabili saranno le ripercussioni sul costo di questo servizio a carico dei cittadini se le entrate della Tari diminuiscono.
  • Il contenzioso giuridico nel settore, da sempre, è abnorme. Nel 1993 il primo enorme contenzioso, consegnatomi dalle amministrazioni che mi avevano preceduto, fu quello con la SASPI, che rivendicava milioni di lire e il cui arbitrato, dopo snervanti tentativi per una soluzione bonaria del conflitto, è stato perso dal comune. Non è andata meglio con le altre ditte subentranti. E i contenziosi amministrativi per il settore si sono moltiplicati nei confronti della Regione Puglia e delle ditte private degli impianti di conferimento. E questo nonostante il controllo dell’A.GE.R. (Agenzia Gestione Rifiuti) e dell’A.R.E.R.A. (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti, che dal 2017 controlla anche il ciclo dei rifiuti);
  • la Puglia è a livelli record nei reati ambientali e nella gestione illegale dei rifiuti, con gli oligopolisti del settore che ingrassano a spese dei cittadini, gonfiando le tariffe, con traffici illegali di rifiuti speciali, con una raccolta inadeguata dei rifiuti pericolosi e dei RAEE;
  • i costi del servizio, in quasi tutti i comuni del sud, sono aumentati in modo esponenziale. In Puglia, secondo la Corte dei conti, il costo di smaltimento dei rifiuti è di 407 euro a tonnellata, a fronte di una media italiana di 317 euro. E a maggior raccolta differenziata non corrisponde una riduzione della tariffa, come succede al Nord (-26% nel nord-est);
  • la tesi che, per consentire economie di scala, riduzione dei costi e di differenziazione che possano massimizzare l’efficienza del servizio, bastano gli A.R.O. (Ambiti di Raccolta Ottimale, cioè comuni vicini che gestiscono insieme il servizio), dopo tre anni, appare una favola. Veglie, dal 1° dicembre 2017, gestisce il servizio in ARO Lecce3, di cui fanno parte 8 comuni, ma, secondo quanto affermato dall’assessore al ramo del Comune di Veglie, “i costi non scenderanno mai”.

Il Consiglio Comunale di Veglie, in data 29 giugno 2021, con delibera n. 28, ha approvato, con 12 voti favorevoli e 3 contrari, il Piano Economico Finanziario del servizio “rifiuti” per l’anno 2021. Fra qualche giorno i vegliesi riceveranno l’avviso di pagamento di questo servizio. E, regalo di Natale, le prime due rate dovranno essere pagate nello stesso mese di dicembre (1 e 31 dicembre).

Giovane assessore, da sei anni consigliere comunale, Marco Miccoli, con un intervento introduttivo alla delibera n. 28 ha sostenuto, in sintesi, che:

  • Il PIANO ECONOMICO FINANZIARIO del comune di Veglie prevede la tariffa finale, per il 2021, pari ad € 2.372.467,00. Quello del 2020 era di € 2.329.374,00”, con un aumento di € 43.093.
  • è stato rimodulato il canone base mensile per tutti i comuni dell’ARO Lecce3: il Comune di Veglie che pagava 123.797 Euro al mese, dal 2021 pagherà 131.618”;
  • gli impianti di raccolta trimestralmente effettuano delle analisi merceologiche per capire il grado di impurità e in base alla percentuale di impurità si applica una tariffa maggiorata, per dei gradi di impurità che vanno dall’1% al 3% la tariffa passa da 14 a 24 Euro, per il grado di impurità dal 3 al 6%, e il Comune di Veglie attualmente si colloca in questa fascia, la tariffa passa da 31 a 41 Euro a tonnellata”;
  • I cittadini di Veglie non sanno fare la raccolta differenziata. Quelli di Leverano, invece sì. “È un dramma” (…) Se non “sensibilizziamo i cittadini (…) a fare una corretta raccolta differenziata questa tariffa non l’abbasseremo mai”.

Conclusione: la responsabilità dell’inarrestabile costo del servizio rifiuti è colpa dei cittadini ed è scaricata tutta sui vegliesi.

In un contesto di sconfortante incompetenza, l’intervento è assai discutibile.

Il costo del servizio, che per legge è a totale carico di tutti i cittadini, è determinato da più fattori: dalla lotta all’evasione della tassa; dal costo della manodopera, del trasporto e del conferimento presso impianti di trattamento, finora privati; dalla quantità dei rifiuti prodotti; dalla quantità di differenziata; anche dalla purezza merceologica del materiale conferito e trasformato; e dalle entrate di quest’ultimo venduto. L’accusa ai cittadini, che non sanno differenziare, può in minima parte essere vera ma da sola è ridicola e non ha fondamento. Infatti,

  • i flussi dei costi medi del servizio, che forse l’assessore non ha consultato, ci dicono altro. Basta consultare il catasto nazionale dei rifiuti dell’ISPRA, alla voce “costi Gestione RU”. Su questo catasto ufficiale dell’ISPRA è possibile consultare i costi medi completi di sei/otto Comuni dell’ARO Lecce3, degli ultimi dieci anni. Stranamente, per il comune di Veglie (e di Lequile) ci sono solo i dati del costo per gli anni 2011, 2012 e 2013. Con la nuova gestione avviata a dicembre 2017 e il passaggio del servizio da comunale a quella dell’ARO, il costo ha subito una maggiorazione notevolissima. Nel 2012, con la differenziata al 37%, il costo del servizio è stato di € 1.649.978,37. Nel 2020, con la differenziata al 71,31%, il costo totale è stato di € 2.329.374,00. Ovviamente il dato complessivo per il 2021 della differenziata non è ancora completo (a proposito, i dati della differenziata per il mese di luglio non sono stati comunicati alla Regione Puglia, perché?). Appaiono indiscutibili due dati: in dieci anni il costo totale del servizio è aumentato di più di 700.000,00 mila euro; la raccolta differenziata è ferma al 71%;
  • l’assessore non si è reso conto che anche per i cittadini di Leverano il PEF ha previsto, per il 2021, un aumento totale della tariffa di € 42.900,00 (appena € 193,00 in meno rispetto all’aumento vegliese), con una differenziata al 76,78%, pari alla media raggiunta nel corso del 2020.

Quindi non è vero che il costo del servizio non diminuisce perché, a differenza dei leveranesi, i vegliesi non sanno fare una corretta raccolta differenziata.

  • L’assessore vegliese, che tanto vagheggia (forse, meglio vaneggia) sulle virtù dei cittadini di Leverano, farebbe bene ad abbandonare la favola di chi è più bravo fra cittadini e a mettere a confronto la sua relazione con il Documento di accompagnamento al PEF e con la relazione dell’assessore al ramo di Leverano, a cui rinvio (Verbale di Seduta Consiliare del 30 Giugno 2021, 4° punto all’o.d.g);
  • non sono compiti propri dei cittadini ma dell’assessore il controllo e rispetto del capitolato in ogni sua parte, la lotta alla evasione della tassa, la prevenzione e diminuzione della produzione dei rifiuti. È suo dovere dirci qual è il dato dell’evasione e se il capitolato d’appalto è rispettato dalla ditta in ogni sua parte;
  • non è colpa dai cittadini se l’ecocentro, previsto dal 2017, non è ancora in funzione. Questa lacuna non influisce sul costo del servizio e anche sull’abbandono indiscriminato di rifiuti?
  • i cittadini non sono responsabili anche per quanto riguarda la questione degli impianti di stoccaggio per chiudere il ciclo dei rifiuti. É un problema solo politico, anche se principalmente regionale. Criticare, sollecitare la Regione Puglia, direttamente come comune e anche tramite l’ARO Lecce3, per i ritardi e inadempienze in questo aspetto strutturale importantissimo, è compito primario di un assessore. Se non è rassegnato a questi costi. L’ARO non può essere una camicia di forza. Il Comune di Noicattaro, a giugno scorso è uscito dall’ARO Bari/7, ha rifatto un piano autonomo e ha portato ad una differenziata all’80% con costi più sostenibili per i cittadini. Non è facile. Noicattaro è un caso unico. Veglie ha un contratto di nove anni da rispettare. Ma non si può negare che, gestire il servizio in un ARO o autonomamente come comune, è una questione politica seria per amministratori preparati;
  • solo impianti pubblici di stoccaggio possono mitigare la tariffa della Tari e gravare meno sulle spalle dei cittadini. Il mega-impianto pubblico per il compostaggio previsto dalla Regione Puglia per la Provincia di Lecce è difficile da localizzare e per questo, giustamente, nessuno lo vuole. I responsabili politici dell’Aro Lecce3 hanno fatto una proposta, intelligente, alla Regione per un impianto di compostaggio medio-piccolo solo per gli otto comuni (cfr. Relazione dell’assessore Muci di Leverano). Ma, finora, la richiesta alla Regione è rimasta un pio desiderio. Il silenzio dell’amministrazione Paladini, a riguardo, è assordante.

Caro Assessore, il dramma non è quello che tu indichi. É ingiusto scaricare sui cittadini il fallimento del tuo assessorato.

L’esperienza ha dimostrato che nei servizi pubblici locali, a cominciare dalla nettezza urbana, l’inciviltà non è mai solo dei cittadini. Quando alcuni cittadini si comportano da incivili, in realtà non può essere ignorata anche l’inciviltà di chi non dà loro un servizio qualitativamente all’altezza o non esercita un controllo adeguato. E non si pensi che il mio sia un invito a lisciare il pelo ai cittadini o giustificare i pochi “criminali” che violentano l’ambiente.

Invocare una necessaria politica ambientale dalla amministrazione Paladini è chiedere che “nu ruagnu” (una grossa corda) passi per la cruna di un ago. Non perché, però, un assessore non coglie la complessità del problema si può permettere di accusare i cittadini e trattare i vegliesi come pecore dormienti. Anche chi non può fare altro che lasciarsi tosare, merita rispetto. Ma sono certo che i vegliesi sono più svegli e hanno più senso critico di chi li amministra, almeno temporaneamente.

1 ottobre 2021

Antonio Greco

p.s.

L’I.s.p.r.a. (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), per conto del Ministero della Transizione Ecologica, ha predisposto un apposito questionario rivolto ai Comuni sullo stato di attuazione delle misure di prevenzione della produzione dei rifiuti dal PNPR (Piano Nazionale Prevenzione rifiuti).

Il questionario (che si allega), la cui compilazione obbligatoria per tutte le amministrazioni è scaduta il 30 settembre 2021 (dal 2019 più volte prorogato), è articolato in 20 domande ed è rivolto esclusivamente ai soggetti istituzionali, cioè sindaco e assessore all’ambiente, o ai soggetti da essi delegati, del Comune. Non è un questionario riservato. Anzi. Mi auguro che il questionario con le risposte sia pubblicato per sapere a quante delle 20 domande l’amministrazione Paladini, dopo sei anni, ha risposto positivamente o negativamente. In queste risposte potrebbe esserci una spiegazione (non una giustificazione!) approfondita al terribile abbandono dei rifiuti.

>>>CONSULTA IL “QUESTIONARIO RIFIUTI AMBIENTE”>>>

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