In manette Daniele Tramacere, 32 anni. «E’ stato solo un incidente»
(N.Q.d.P. 28/2/14 – Fabiana PACELLA)
VEGLIE – Ha confessato, pur fornendo una versione diversa dei fatti così come ricostruiti dagli investigatori, l’uomo che mercoledì sera, alla periferia di Veglie, aveva ferito un’ex guardia giurata con tre colpi di pistola. Daniele Tramacere, 32 anni di Veglie, idraulico con piccoli precedenti di polizia, è stato arrestato dai carabinieri, in quanto responsabile tentato omicidio di Francesco Cacciatore, suo compaesano di 28 anni, in prognosi riservata al Vito Fazzi, dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
Il 32enne era stato fermato a poche ore dall’accaduto, intorno alle 20.20, mentre si trovava in casa, grazie alle testimonianze fornite dalla vittima e dal fratello, il primo a soccorrerlo, sanguinante a causa dei tre fori, al braccio destro, al basso ventre e all’addome. Condotto in caserma, era stato di prim‘acchito reticente, anzi subito dopo il ferimento, tra le 19.22 e le 19.35, si era fatto vedere in un bar del centro di veglie insieme ad un amico, per non destare sospetti. Ma sotto il fuoco di fila delle domande dei militari, alla presenza del pm Roberta Licci, Daniele Tramacere è crollato, dimostrandosi poi collaborativo fino a fornire le indicazioni giuste a far rinvenire l’arma con cui aveva sparato. Si tratta di una pistola Tanfoglio 9×21, legalmente detenuta da Cacciatore, nascosta sotto un masso, a 4 chilometri dal luogo dell’accaduto.
Stando a quanto riferito dall’ex guardia giurata, il primo incontro con Tramacere sarebbe avvenuto in paese. Il primo avrebbe dovuto vendere clandestinamente la sua pistola al secondo. I due, si sarebbero spostati nel tardo pomeriggio in auto in campagna, contrada “Rizzi”, tra Salice e Veglie, nei pressi di una masseria abbandonata per sparare qualche colpo detenuto illegalmente e provare l’arma.
Una volta scesi dall’auto, forse per futili motivi, sarebbe scoppiato un litigio, Tramacere avrebbe esploso nove colpi all’indirizzo di Cacciatore e sarebbe poi fuggito in auto verso Veglie. Francesco Cacciatore, sanguinante, avrebbe percorso un po’ di metri a piedi e telefonato al fratello chiedendo aiuto. E’ stato poi il congiunto ad allertare il 118. La caccia all’uomo da parte dei carabinieri è scattata subito, i primi riscontri si sono avuti dal controllo dei telefonini degli interessati, 5 in tutto, posti sotto sequestro. É stata poi la volta dei controlli sull’auto rubata alla vittima e rinvenuta in via Dalla Chiesa.
Daniele Tramacere, alla presenza del suo legale, Salvatore Musco, dapprima si è professato innocente, ma dopo l’arresto ha deciso di dare la sua versione dei fatti, discorde da quella della vittima, spiegando che si sarebbe trattato di un banale incidente e che poi sarebbe stato colto dal panico. Gli esami sull’arma diranno di più.
I carabinieri, condotti dal responsabile sul luogo dell’accaduto, hanno rinvenuto nove bossoli 9×21, ed hanno inoltre sequestrato una pistola giocattolo senza tappo rosso e un coltellaccio a casa della vittima.
Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Venerdì 28 Febbraio 2014 – Fabiana PACELLA
(G.d.M. 28/2/14)
LITE PER UNA PISTOLA: ARRESTATO IL FERITORE
DANIELE TRAMACERE CONFESSA DI AVER SPARATO NOVE COLPI PER PROVARE L’ARMA DA ACQUISTARE
VEGLIE. Nove colpi a raffica. Messo alle strette, Daniele Tramacere, idraulico vegliese di 33 anni, ha ammesso di averli sparati contro l’amico che gli stava vendendo una pistola. Ma inavvertitamente, dice. La prova tecnica dell’arma, decisiva per definire la transazione, si è rivelata tragica: tre dei nove proiettili hanno centrato il venditore — ex guardia giurata anch’egli di Veglie — all’addome, al basso ventre, al gomito destro. Per fortuna, la vittima non è in pericolo di vita, anche se al Fazzi i medici che lo hanno operato d’urgenza non sciolgono ancora la prognosi.
Tramacere è finito invece a Borgo San Nicola con l’accusa di tentato omicidio e furto aggravato. Tutto si è svolto mercoledì sera in contrada Rizzi, campagna sulla strada per Salice per l’occasione trasformata in poligono di tiro. Al buio stava per consumarsi una compravendita illegale: Tramacere, avendo avuto qualche piccolo guaio con la giustizia, non può infatti acquistare armi. Illegale è anche la detenzione dei proiettili da parte della vittima, che non aveva registrato i colpi utilizzati per la prova. Condizioni che in parte giustificano lo strano comportamento tenuto dai due protagonisti subito dopo la sparatoria: il ferito, sanguinante, è scappato a piedi per centinaia di metri ed ha preferito aspettare l’arrivo del fratello, piuttosto che chiamare il 118. Tramacere, invece, è salito sull’auto dell’amico, ha nascosto l’arma quattro chilometri più avanti sotto un masso sul ciglio della strada e si è recato in paese a bere una birra con un amico. Come se niente fosse.
Nel frattempo i carabinieri della Compagnia di Campi, agli ordini del maggiore Nicola Fasciano, hanno ascoltato la vittima prima che entrasse in sala operatoria. Immediatamente una quindicina di pattuglie ha accerchiato la casa dell’idraulico, che si è consegnato alle 20.20. L’idraulico in un primo momento si è professato innocente, ma ieri mattina, dopo l’arresto disposto dal pm di turno Roberta Licci, ha scelto di collaborare: ha accompagnato i carabinieri sul luogo del delitto, ha fatto recuperare l’arma ed ha fornito la sua versione: tutto sarebbe accaduto involontariamente.
Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 28 Febbraio 2014