Lettera Aperta del prof. Antonio Greco alla Sindaca di Veglie
Gentile Sindaca,
ti scrivo nella certezza che non rifuggi il confronto, soprattutto quando solleva questioni di merito.
La Delibera di Giunta del 30 gennaio 2025, con cui avete intitolato 26 nuove strade cittadine, merita una riflessione pubblica. Perché le scelte toponomastiche non sono meri atti amministrativi: sono affermazioni politiche, culturali, identitarie. Parlano di chi siamo, di chi vogliamo ricordare e di quale memoria collettiva intendiamo costruire.
Tu stessa hai scritto che si è voluto “rendere omaggio a tanti degli esiti che hanno fatto la storia della nostra comunità e del Paese intero”. Ma è proprio qui che nasce il problema: chi decide cosa merita memoria? E con quali criteri?
Assenza di metodo
Su 26 vie, due hanno nomi geografici, una sola è dedicata a una donna (una santa non vegliese), quindici a cittadini vegliesi, tre a battaglie, una ai caduti di Nassirya. Una distribuzione che rivela molto: scelte fatte in pochi, senza confronto, senza istruttoria storica, senza trasparenza.
Manca l’istruttoria
I brevi riferimenti biografici riportati nella delibera non bastano. Non è sufficiente indicare un nome, una data, una decorazione. Serve una verifica più profonda. Anche una persona decorata può avere lati oscuri. Chi garantisce che ogni nome scelto rappresenti davvero un esempio da onorare?
In passato Prefetture e Deputazioni di Storia Patria vigilavano sull’istruttoria. Oggi, con l’autonomia dei Comuni, è ancora più urgente rafforzare i controlli interni, coinvolgere le comunità locali, le Consulte, le associazioni culturali, i cittadini. La delibera non riporta traccia di preventive consultazioni, anche solo con la maggioranza o con i capigruppo. Tutto è stato deciso da quattro assessori, nessuno dei quali – a quanto risulta – è noto per particolare competenza storica o culturale? Nessuna verifica approfondita emerge dalla Delibera sui nomi proposti. Nessuna motivazione pubblica. È questa la partecipazione che avevate promesso?
Una sola donna. Ancora.
Una donna su 26 vie. E nemmeno vegliese. Conosci certamente il sito toponomastica femminile (www.toponomasticafemminile.com). Sono riportati i dati anche dell’onomastica stradale vegliese. Va consultato. C’è molto da imparare.
Anche nel sito di Veglienews si può leggere un editoriale del direttore a commento di una lettera firmata di un lettore vegliese del 2017 (cfr. https://www.veglienews.com/le-donne-nella-toponomastica-vegliese), oltre ad altri argomenti sull’argomento. Otto anni fa la disparità di genere nella toponomastica vegliese era di un mortificante 0,26% di donne. Con l’ultima Delibera, a cui vanno aggiunte le scelte della tua amministrazione, tutte maschili, di intitolazione di cinque vie della zona PIP effettuata l’11 febbraio 2024, questa percentuale si è ancora abbassata, in modo umiliante.
Non si tratta solo di cercare nomi di donne “decorate” vegliesi: contadine, tabacchine, casalinghe, ostetriche… figure quotidiane, reali, che hanno costruito questa comunità, non sono degne di essere omaggiate? Possibile che “via delle tabacchine”, per esempio, faccia così paura?
E poi, per alleggerire lo squilibrio di genere, perché non una partigiana, una pedagogista, una scienziata, una sindacalista? Magari non vegliese, ma parte della nostra storia nazionale.
Se una donna sindaco non si assume questo compito, chi dovrebbe farlo?
Un pantheon di militari
Tredici dei diciotto nomi vegliesi celebrano figure militari. Un’impronta chiara, sbilanciata, ideologica. Nessuno contesta il valore del servizio reso alla patria. Ma nel pieno di tensioni globali, con 56 conflitti locali in corso, scegliere di glorificare quasi esclusivamente la divisa sembra una dichiarazione politica.
Dov’è il bilanciamento? Dov’è l’omaggio a chi ha scelto la pace, la cultura, l’impegno sociale? Nemmeno un nome tra questi?
Due mesi dopo. E il silenzio.
Perché ti scrivo ora? Perché ho raccolto critiche diffuse. So che anche nel PD, il partito che ti sostiene, queste perplessità sono state espresse, in privato e in riunioni informali. E ho atteso. Ho sperato che, ricevute critiche documentate, si decidesse di annullare o, almeno, sospendere questa delibera.
Invece: nessun passo indietro. Nessuna apertura. Nessun ascolto. Un silenzio che ha deluso molti. Un atteggiamento che trasmette chiusura, autoreferenzialità, e soprattutto una visione di potere distante dalla cittadinanza.
Hai perso un’occasione.
Con un atto semplice, ma simbolico, si poteva dimostrare che la tua amministrazione ha a cuore non solo la gestione, ma anche il significato profondo di ogni scelta. Si poteva correggere, coinvolgere, condividere. Invece si è preferito imporsi.
E questa, più che una delibera sbagliata, è una tua vera sconfitta politica.
14 aprile 2025
Antonio Greco
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Bravo professore Greco in tema di ricorrenza pasquale il tuo Passaggio è veramente uno spartiacque tra le parole e i fatti