Antonio Greco: «Elezioni Amministrative Veglie: Una vera svolta, per ora!»

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Immagine tratta dal sito www.money.it

Il prof. Antonio Greco fornisce un’analisi del voto del 14 e 15 maggio per l’elezione del Sindaco a Veglie

Lettera di Antonio Greco:

Rimarranno quasi tutti a casa coloro che hanno amministrato, in modo disastroso, Veglie negli ultimi sette anni. Una nuova classe amministrativa, giovane, qualificata ed entusiasta si appresta a risollevare le sorti di questo paese. Ma bando alla retorica e guardiamo in faccia la realtà, anche per sottolineare da dove partono i nuovi amministratori.

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Chi ha vinto veramente

 A guardare i semplici numeri si rimane sconcertati.

Il numero degli invisibili che non sono andati a votare, sommato a quello degli scontenti (scheda nulla e scheda bianca), è pari a 4.661 vegliesi. Primo partito. Il secondo, quello formalmente vincente, ha raggiunto il numero di 4.376 elettori. Gli sconfitti il numero di 3.175 elettori.

Il 15 maggio a Veglie si è raggiunta la percentuale di votanti del 64,04%, la più bassa dal 1993 (e forse dal 1948).

Chi non vota non è giustificabile ed è sempre perdente. Tuttavia, non è esercizio inutile capirne le ragioni.

Dei 4600 non votanti, circa la metà non è andata mai a votare nelle votazioni precedenti: per mancanza di senso civico, perché non crede alla democrazia, perché pensa che la politica serva solo ad alcuni, perché, per costoro, i politici sono tutti uguali.

Gli altri 2300 circa si sono trovati, il 14-15 maggio, davanti a due liste e a 34 candidati non del tutto convincenti. L’elettore è passato, a pendolo, dalle 5 liste del 2020, con ampia possibilità di scelta, a due liste nel 2023.

Chi non apprezzava nessuna delle due scelte a disposizione, quindi, si è trovato nelle condizioni di turarsi il naso o non andare a votare.

Ma non è il numero delle liste che ha creato problemi. Anzi, sarebbe sempre auspicabile, dato l’attuale sistema maggioritario, che fossero due gli schieramenti, però con una identità politica chiara e alternativa.

Il disorientamento è nato dal come si è arrivati al 15 aprile, data di presentazione delle liste: due mesi di tatticismi da parte di soggetti intestatari di sigle politiche ma che rappresentavano solo se stessi, correnti diverse all’interno di uno stesso gruppo facenti capo a consiglieri regionali, tavoli in cui si raggiungevano accordi ipotetici che svanivano un minuto dopo, velleità di fare il candidato sindaco da parte di alcuni svanite per mancanza di disponibilità nel formare la lista, veti incrociati, fino al ballo in maschera dell’ultima settimana e delle ultime ore prima della presentazione delle due liste. Risultato: imposizione dall’esterno (provincia e Regione) di accordi conclusi sul filo di lana. Così sempre più siamo diventati “comune-feudo” dell’assessore Tizio o Caio.

Si dirà che è sempre stato così. Ma i politici vegliesi sono stati bravi e unici a inventare una sorpresa clamorosa: un consigliere comunale che aveva sfiduciato, dopo appena due anni di amministrazione, il precedente sindaco, riceve il premio di essere candidato sindaco e di essere sostenuto dallo stesso ex-sindaco che aveva sfiduciato, il quale partecipa alla stessa lista da mero consigliere. Operazione del più becero trasformismo, poi giustificata con il termine religioso di “riconciliazione”. Termine quanto più lontano possibile dall’attuale politica. Ma i vegliesi non l’hanno bevuta.

Tutto questo a discapito di programmi non discussi né approfonditi da tutti i 17 delle due liste (non si trova un dato sulla realtà vegliese: su disoccupazione, imprese, attività culturali, ricchezza e povertà, su abbandono scolastico, su case sfitte e senza tetto…) e soprattutto a scapito di un eventuale accordo sul numero di assessori e sulla composizione della giunta.

Non per tornare al passato, ma ricordo ai vegliesi che l’unica amministrazione che è arrivata a scadenza naturale è stata quella del 1993-97. Fu tessuto un lungo (almeno due mesi) e interessante accordo tra 6 gruppi (allora partiti e movimenti) della sinistra per ribaltare il potere trentennale democristiano. In caso di vittoria, come poi avvenne, la giunta sarebbe stata formata “con pari dignità” tra i sei gruppi. Ogni gruppo avrebbe avuto un solo suo rappresentante anche in presenza di più consiglieri eletti nello stesso gruppo, senza tenere conto dei suffragi riportati dai consiglieri. Con il sindaco al di sopra delle parti e di ciascun gruppo politico. È solo un esempio per dire che se non c’è tempo per giungere ad un accordo ponderato e scritto prima delle elezioni, i guai sono dietro l’angolo.

Cara Sindaca,

sono contento che tu sia stata eletta, perché sei donna, giovane e perché nell’inverno della democrazia locale hai avuto la tenacia (sfidando l’avventura, in questa situazione) di imporre la tua candidatura. Lascia stare la retorica della “è primavera”. A guardare al passato regionale e ad altre primavere mondiali, per come sono finite, non porta bene.

In questi giorni dovrai affrontare due impegni gravosi: la nomina della giunta, che spero (non è un suggerimento, che non mi permetto, ma solo un mio auspicio) avvenga con il criterio delle competenze, poi della mediazione, anche in parte delle preferenze e, infine, con l’autorità della legge che affida alla sindaca la responsabilità della scelta; e la nomina, entro 60 giorni, del nuovo segretario.

Dopo questi impegni, per non dimenticare quello che è successo politicamente da gennaio a maggio a Veglie, e che ho in parte descritto sopra, e provare a cambiare rotta, mi permetto di suggerirti di pensare anche a una modifica dello Statuto Comunale, coinvolgendo la minoranza, per inserire la possibilità di “primarie pubbliche” (sottolineo “pubbliche”, non come quelle del PD che sono private, anche se regolamentate), due-tre mesi prima delle votazioni comunali, per la formazione delle liste e dei candidati sindaco/a. So che non è solo questione di nuove regole. Ma è certo che se tu fossi stata selezionata non solo da 10 persone ma da 200 e, perché no, da 1000 vegliesi e avessi avuto la tua squadra pronta molto tempo prima, il tuo ruolo sarebbe stato, complesso sì, ma non tanto in salita.

E’ uno strumento per favorire la partecipazione dei cittadini, a cui tieni, e ti auguro che la tua amministrazione abbia tutto il tempo di elaborarlo compiutamente.

Buon vento.

18 maggio 2023

Antonio Greco

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