LETTERA DI ANTONIO CALCAGNILE
IN RISPOSTA AL PROF. ANTONIO GRECO
Le considerazioni politiche che il prof. Antonio Greco fa nelle sue analisi meritano un forte impegno e una costante riflessione; tuttavia, non nascondo che ho trovato difficoltà a comprendere tutti i passaggi che il professore fa dell’attuale attività amministrativa vegliese. Credo, pertanto, che ciò sia un mio limite, poiché non possiamo fare una conta per determinare quanti riescono ad andare fino in fondo nelle sue articolate argomentazioni.
Sottolineo, inoltre, che ci sono pochi vegliesi, come lui, che si soffermano a dare una lettura critica sulla gestione della nostra comunità anche lei sonnambula, secondo l’ultima definizione fatta dal Censis sugli Italiani.
Intervengo da persona di sinistra che aspettava delle risposte alle puntualizzazioni poste da Antonio Greco riguardo al trasporto scolastico, poiché in quelle osservazioni si parla di lavoratori e del loro salario.
All’epoca, come ricorda il professore, il vicesindaco Salvatore Fai presentò un’interpellanza consiliare per sottoporre all’attenzione della maggioranza il colpo di mano perpetrato dalla Fenice sul passaggio di Contratto Nazionale da Autorimesse a Multiservizi.
Pertanto, non sarebbe stato più coerente, se nella gara d’appalto, per il servizio del trasporto scolastico, alla quale si fa riferimento, fosse stato richiesto l’applicazione del contratto più favorevole ai lavoratori?
E perché un’amministrazione che è considerata a guida di centro sinistra non ha preso in considerazione la gestione diretta del servizio così come è stato per tantissimi anni?
Si impegna a farlo per l’anno prossimo?
Se ho ben capito questa gestione durerà solo un anno e tuttavia sulla sua durata chiedo conferma a quanti hanno a cuore la vicenda, perché è uno dei passaggi che mi sono perso.
Nel salutare e ringraziare la gestione del sito per il contributo che offre all’informazione locale, voglio chiudere con una citazione di un menestrello milanese Mario Lavezzi, rivolta ai nostri concittadini:
“Il vuoto che senti c’è, non è da raccontare
Ci hanno rubato tutto e tu che cosa hai fatto?
Nella tua casa continuavi a dare il latte al gatto
Chiedo il diritto di essere peggiore
Voglia scusarmi, “professore.”
Antonio Calcagnile