Le opinioni di una cittadina vegliese sui possibili openday per il vaccino a Veglie
Lettera di Annamaria Russo:
Faccio seguito alla lettera dei consiglieri comunali di opposizione diffusa giorni fa in cui si riteneva utile un open day per dare un ulteriore sostegno alla campagna vaccinale anti covid a Veglie.
A prescindere che non se ne può più di questo costante ricorso ai soliti anglicismi invasivi della lingua italiana, ritengo del tutto inutile tale iniziativa.
Innanzitutto sarebbe stato doveroso da parte degli autori di tale missiva indicare dove pensavano di poterla svolgere, fermo restando che ci vorrebbe un luogo piuttosto ampio, al chiuso, sterilizzato e in condizioni igieniche irreprensibili.
Infatti, ho trovato assolutamente inadeguato sul piano strettamente sanitario operare vaccinazioni (come quelle avvenute a oltre 30 gradi sulle spiagge e nelle fiere di paese nel corso dell’ultima estate) dovunque senza che fossero preventivamente fornite tali garanzie.
Al di là di questo aspetto vorrei sottolineare che non siamo affatto in una fase emergenziale tale da giustificare un provvedimento come quello proposto da lor consiglieri.
Considero fuorviante quanto del tutto fuori luogo pronunciare allarmismi in una fase in cui non c’è proprio nulla di veramente preoccupante in merito al Covid, almeno per quanto riguarda Veglie.
Non c’è quindi bisogno di fare una corsa al vaccino anche perché le strutture preposte sono ampiamente sufficienti per farlo.
Quindi perché addossare ulteriori costi alla collettività se c’è già questa garanzia di copertura da parte degli enti incaricati a farlo?
Vorrei ancora spendere due parole sulla vaccinazione ai bambini tra i 5 e 11 anni.
A prescindere dalla frenesia dimostrata dal Presidente della nostra Regione, vorrei ricordare che i dati forniti dai test effettuati (qualche migliaio) sono ancora scarsamente attendibili, come già espresso da personalità autorevoli del mondo sanitario quali il Dottor Crisanti e la Dottoressa Gismondo.
Poi se un genitore intende lo stesso vaccinare il proprio figlio, ovviamente rimane libero di farlo, ma sarebbe stato meglio che i consiglieri comunali proponenti l’iniziativa si fossero astenuti dal citare anche una vaccinazione ai bambini che ancora non ha superato tutti i test di affidabilità per essere considerata davvero sicura.
Infine il fatto che il prossimo Natale possa essere sereno o meno non dipenderà soltanto dalla campagna vaccinale in corso, ma anche dalla diffusione crescente delle terapie domiciliari e da quelle monoclonali (entrambe molto efficaci contro il Covid con tassi di guarigione vicino al 100%) e che purtroppo il Ministero della Salute ha finora scarsamente o per nulla considerato.
Dipenderà però molto anche dalle attitudini delle persone vaccinate (che non sono affatto immuni dal Covid e possono comunque contagiare) ossia se continueranno ad evitare assembramenti, a mantenere le distanze, ad indossare la mascherina al chiuso e ad igienizzare le mani ogni volta che è possibile.
Al momento non vedo purtroppo così tante cautele e questo non aiuta di certo ad uscire quanto prima da questa spiacevole situazione.
Anna Maria Russo
Non commento la lettera di questa signora perché è palese sia scritta da una “borbottante cicala”.
Qui a Bologna facciamo vaccini (2.500 al giorno) in in padiglione della fiera dove ci hanno messo di tutto e sicuramente 100% sterile non è. Non è mai morto nessuno per questo, ma continuano a morire di covid.
Soprattutto chi non si vaccina…