ACCADDE OGGI: 8 LUGLIO 1924 SOPPRESSIONE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA NEL PERIODO FASCISTA

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PILLOLE E CURIOSITÀ DELLA STORIA ITALIANA

Appunti e stralci di Notizie riprese  dal web

Da riforma.it

L’8 luglio del 1924, in Italia, il governo Mussolini annunciava un provvedimento restrittivo per la libertà di stampa da approvare con esecuzione immediata dal Consiglio dei ministri (disposizioni previste da un precedente provvedimento legislativo predisposto nel luglio del 1923 e mai reso esecutivo), nel quale si dava facoltà ai prefetti di intervenire in modo censorio sulla stampa, in una serie molto ampia di casi, sino alla sospensione delle pubblicazioni o alla chiusura di un giornale.

Molti direttori e proprietari di testate furono dunque licenziati e la Federazione Nazionale della Stampa italiana – Fnsi (sindacato unitario dei giornalisti italiani) –, sciolta per far nascere un Sindacato fascista dei giornalisti.

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Da www.wikiwand.com

1924: il bavaglio all’informazione

«Quando mancasse il consenso, c’è la forza. Per tutti i provvedimenti, anche i più duri, che il governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo, o subirli.» (Benito Mussolini, 7 marzo 1923)

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Benito Mussolini fece capire che avrebbe represso il libero confronto né avrebbe tollerato la diffusione d’idee avverse al suo progetto politico. Nei confronti dei mezzi d’informazione, l’azione del suo governo fu indirizzata ad un duplice obiettivo: da una parte, ridurre al silenzio le voci contrastanti dell’opposizione, dall’altra, propagandare ed imporre gli ideali del fascismo.

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Per tutta la sua durata, il regime si caratterizzò per una forte limitazione o totale restrizione della libertà di stampa, di radiodiffusione, di assemblea, di formazione di partiti politici e della semplice libertà di espressione.

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Il primo giornale ad essere sequestrato fu, nel giugno 1923, il triestino Il Lavoratore. Il prefetto di Trieste lo fece sequestrare invocando l’art. 3 della legge provinciale e comunale. Successivamente il governo si mosse affinché qualsiasi prefetto potesse sopprimere la stampa libera. Si puntò all’emanazione di una legge nazionale. Intanto in gennaio Mussolini aveva assegnato nuove funzioni all’Ufficio stampa del Capo del governo. Da organo che emetteva comunicati stampa, i suoi compiti divennero tre: fornire ai giornali italiani le versioni ufficiali degli eventi; passare in rassegna quotidiani italiani ed esteri al fine di raccoglierne informazioni e giudizi; gestire la propaganda del governo.

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Il 12 luglio 1923 il governo approvò uno schema di decreto sulla stampa. Il provvedimento prescriveva che la figura del gerente di un giornale dovesse coincidere con il direttore del giornale stesso (o, in subordine, con il caporedattore) e affidava ai prefetti la facoltà di negare il riconoscimento della qualità di gerente a chi fosse stato condannato due volte per reati commessi a mezzo stampa. Inoltre i prefetti potevano intervenire, “fatta salva l’azione penale”, nei confronti dei gerenti dei giornali in caso di pubblicazione di “notizie false o tendenziose” tese a danneggiare “il credito nazionale all’interno o all’estero”. Dopo due diffide da parte del prefetto, un giornale poteva considerarsi chiuso. Non si trattava peraltro di novità assolute: le norme infatti ricalcavano gli artt. 52, 58 e 99 del vecchio Statuto Albertino e l’art. 3 della legge comunale e provinciale. Per un anno il provvedimento rimase congelato.

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La dura campagna giornalistica avviata dai quotidiani d’opposizione dopo il delitto Matteotti indusse Mussolini a rendere operativo il decreto sulla stampa che aveva tenuto fermo per un anno. L’8 luglio 1924 fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Il giorno successivo fu emanato il regolamento attuativo, sotto forma di decreto legge. Il regolamento conteneva due nuovi articoli, non presenti nel testo dell’anno precedente: uno di essi reintroduceva, dopo 18 anni, il sequestro preventivo dei giornali. La risposta dei giornali indipendenti fu immediata: il 17 luglio la Federazione della Stampa si oppose con decisione al decreto; il 23 successivo undici testate si riunirono in un “Comitato per la difesa della libertà di stampa”.

Tutta la Storia su:

https://www.wikiwand.com/it/Libert%C3%A0_di_stampa_nel_Regno_d%27Italia

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«Quando nel 1923 fu deciso di imbavagliare l’informazione»: Tutta la cronistoria della censura 1923 / 1924 sul sito Federazione Nazionale Stampa Italiana:

https://www.fnsi.it/quando-nel-1923-fu-deciso-di-imbavagliare-linformazione

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