LETTERA DEL PROF. ANTONIO GRECO
Maggioranza e minoranza del Comune, sull’Ufficio Stampa già istituito, non sono credibili.
Con deliberazione n. 84 in data 6 novembre 2023, la Giunta Comunale ha fornito atto di indirizzo per l’individuazione di un giornalista cui affidare i compiti spettanti all’Ufficio Stampa Ente e ha impegnato per compenso € 600 mensili oltre I.V.A.
L’8 gennaio 2024 è stato pubblicato l’avviso per la Manifestazione di interesse e relativo contratto.
La scadenza per la presentazione delle domande è stata fissata per il 30 gennaio 2024.
La minoranza (che preferisce chiamarsi “opposizione”) con una nota del 25 gennaio ha contestato il provvedimento ritenendolo uno spreco, convinta che “soldi pubblici devono essere utilizzati per i cittadini, e non per un tornaconto politico della maggioranza De Bartolomeo”.
Intervengo non perché mi senta al disopra delle parti, né posso dare lezioni a nessuno. Lo faccio prima della nomina dell’addetto stampa perché prescindo dal nome del giornalista esterno che sarà scelto a coprire il ruolo di questo nuovo Ufficio.
Per me l’attività degli amministratori comunali rimane attività seria, necessaria per adottare le migliori decisioni per il paese e nel suo svolgimento dovrebbe consentire a tutti di capire e di partecipare. In questa visione la comunicazione istituzionale è servizio essenziale. È un diritto fondamentale dei cittadini sapere e comprendere tutto ciò che avviene nel palazzo comunale.
Ma in quale forma deve avvenire e a quali condizioni?
Non posso credere alla utilità dell’Ufficio Stampa se un semplice cittadino, negli ultimi anni e negli ultimi mesi, scrive più volte al Sindaco/a e non riceve risposta. Una risposta è dovuta sempre. Entro trenta giorni. La impone la legge e il regolamento. E se non basta, c’è la buona educazione e il rispetto civile. Di questa mancanza di comunicazione istituzionale di base, di ieri e di oggi, posso fornire le prove.
Non posso credere alla bontà dell’Ufficio Stampa se, alla critica motivata di un qualsiasi cittadino alla attività amministrativa, ieri si rispondeva con gli insulti e persino con la querela, oggi con il silenzio e il muro di gomma. Due atteggiamenti similari, anche se a specchio, di boicottaggio di una sana comunicazione istituzionale.
Non posso credere che sia utile l’Ufficio Stampa se, negli ultimi anni e negli ultimi mesi, l’albo pretorio on line è privo di archivio storico. Le pubblicazioni dei provvedimenti (le delibere di Consiglio del passato compaiono senza allegati, quelle di Giunta, le determine e ogni altro tipo di provvedimento scompaiono dal sito, come da norma, dopo 15 giorni). Per cercare un documento per qualsiasi controllo o ricerca on line bisogna fare riferimento ai benemeriti siti locali privati. Ho sentito dire che non si può fare l’archivio storico on line perché non vi sono soldi. Allora perché non utilizzare le somme finalizzate all’Ufficio Stampa per mettere a disposizione di tutti la documentazione del passato, anche recentissimo, on line? Dove trova oggi un cittadino la vostra Delibera di Giunta n. 84 del 6 novembre 2023 con la quale avete stabilito di dar vita all’Ufficio Stampa?
E non parliamo dell’archivio storico del Comune. Un paese che non sa custodire la sua memoria è senza radici… Altri comuni hanno sfruttato i finanziamenti pubblici e con la collaborazione della scuola hanno messo online anche documenti storici importanti.
Non posso credere alla novità dell’Ufficio Stampa la cui regolamentazione nazionale è del 2000: dopo 24 anni è una regolamentazione antidiluviana. Social, Intelligenza artificiale, ecc.: tutto è cambiato.
Nel 2020 la Funzione Pubblica del Ministero della Pubblica Amministrazione ha diramato 10 proposte operative per la riforma della comunicazione pubblica. L’ottava proposta recita: “occorrono disposizioni specifiche per i piccoli enti che dispongono di dotazioni organiche esigue e che potranno organizzarsi in forma aggregata”. Queste disposizioni nuove e specifiche ancora non ci sono. Perché non avete pensato a spostare l’iniziativa all’Unione dei Comuni, se ancora è viva?
Nel frattempo, però, anche il Comune di Veglie è stato declassato a “piccolo comune” ed equiparato a Giuggianello, il più piccolo comune del Salento. Per il prossimo futuro il sindaco/a si può candidare per tre mandati consecutivi (teoricamente per 15 anni). Pur con tutti i limiti dell’attuale legge elettorale per i comuni, Veglie poteva ambire a essere promosso ed equiparato ai comuni che votano con il sistema del doppio turno. Non è più vicino, con 14 mila abitanti, a Tricase, che ha 17 mila abitanti, che a Giuggianello che ha 1.120 abitanti? Con questo declassamento, per molti anni ancora, l’elettore vegliese, senza le culture politiche storiche, senza raggruppamenti omogenei per programmi e formazione, è destinato a inseguire le ammucchiate politiche solo per poter vincere e non per poter bene amministrare. E, come sintomo di disperazione, con ondate successive, andrà alla ricerca di un salvatore-podestà.
Infine, non credo a un Ufficio stampa gestito da un giornalista esterno per un anno: con una spesa analoga si potrebbe pensare ad investire in una adeguata formazione di risorse interne, per un progetto stabile di comunicazione amministrativa.
Nel dibattito su questo tema, per quanto sin qui detto, le critiche della “opposizione” non sono credibili: alla facile accusa di spreco non aggiunge alcuna proposta e sembra perciò interessata principalmente a ridurre il paese a tifoseria.
Anche l’iniziativa della maggioranza non è credibile perché ha come obiettivo strategico quello di attivare “nuovi strumenti di comunicazione con la cittadinanza”. Ma l’Ufficio stampa non ha nulla di nuovo, specie se si inserisce nel contesto sopra descritto.
Una amministrazione seria prima di un Ufficio Stampa avrebbe bisogno di un Ufficio-Studi, oltre ad amministratori studiosi e preparati, per decidere con competenza, per conoscere in modo rigoroso una comunità che evolve velocemente. È un’altra cosa, è vero. Ma è un presupposto indispensabile per poter comunicare contenuti validati e per poter smontare la percezione comune secondo cui la maggioranza spende soldi di tutti per un proprio tornaconto politico, per imbonire la piazza mediatica e per ridurre il cittadino vegliese a “follower”, a oggetto che deve dire soltanto: “mi piace/non mi piace”.
28 gennaio 2024
Antonio Greco
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