Lorenzo Catamo: «L’albero di Piazza XXIV Maggio»

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Lettera dell’avv. Lorenzo Catamo

La nuova Amministrazione Comunale è in sella da un mese e mezzo e finora si è distinta per una gran voglia di fare.

Lodevole l’intervento in Piazza Umberto I per la sistemazione del fondo stradale e delle panchine (che spero non siano oggetto di stupido vandalismo), ma bisognerebbe completare l’opera con il ripristino dei punti luce da tempo danneggiati.

Va un  po’ meno bene la Veglie “coronata” che distribuisce, non sempre a proposito, corone di fiori a tutto spiano anche quando non ci sono ricorrenze particolari da celebrare.

Però, mi si permetta di dire che la storia del “Gelso in piazza” è del tutto esilarante.

Questo paese, che ama sottovalutarsi quando poi ha una storia plurimillenaria documentata al contrario di altri centri vicini che basano le loro origini su improbabili “si dice”, ha avuto ed ha la fortuna di avere tra i suoi figli (nati o immigrati) diversi personaggi che ne hanno illustrato le vicende storiche, provate documentalmente con testimonianze cartacee ed archeologiche.

Qualcuno non c’è più da tempo, ma tanti sono ancora tra noi.

Se l’Amministrazione Comunale si fosse informata, avrebbe saputo la verità sul “Gelso in piazza” spacciato per manifestazione rivoluzionaria e per affermazione di libertà e avrebbe conosciuto la storia vera di questo albero, che aveva tutto altro scopo e che fu impiantato più di mezzo secolo prima della velleitaria ed effimera Repubblica Partenopea.

Suvvia, un po’ di umiltà in più e di prosopopea in meno non guasterebbero! Anche perché, se è vero che l’istruzione di massa non ha elevato il livello culturale di Veglie, è pur vero che a volte basterebbe chiedere a chi non è geloso delle proprie conoscenze per evitare figure comiche.

Speriamo che, in seguito , si evitino queste cantonate.

Con l’augurio che Veglie sappia recuperare la sua autentica identità storica e culturale.

Lorenzo Catamo

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