dott. Fabio Coppola: «VEGLIE: I MONUMENTI D’ACQUA»

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Le fontane pubbliche, salute e vita in Puglia

VEGLIE – In una terra senza fiumi, in un’epoca in cui non esistevano gli antibiotici e la fognatura, l’Acquedotto Pugliese ha fatto la differenza tra la salute e la malattia, e quindi tra la vita e la morte per la popolazione pugliese. Prima dell’avvento dell’acquedotto, veniva utilizzata l’acqua piovana, raccolta anche dalle strade, spesso contaminata. Molto diffuso era il tifo e altre malattie a trasmissione oro-fecale, la mortalità infantile alta.

Nel 1906 a Caposele (Avellino) iniziavano i lavori per la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, terminati nel 1939 a Santa Maria di Leuca con la cascata monumentale. L’acquedotto più lungo del mondo, composto da gallerie chilometriche che forano le montagne, ponti, serbatoi, impianti di sollevamento dell’acqua. Sette operai morti sul cantiere, in alcuni periodi lavoravano ventiduemila operai contemporaneamente.

Con la possibilità di bere l’acqua potabile del Sele, per la popolazione miglioravano le condizioni di salute, e la vita media aumentava appena la rete idrica raggiungeva i centri urbani.

Le fontane pubbliche sono sicuramente il simbolo più rappresentativo dell’opera pubblica più importante della Puglia.

In alcuni centri urbani le fontane pubbliche sono state giustamente valorizzate, in altri rimosse già da decenni; in alcuni casi le fontane sono state trafugate come opere d’arte.

Nel Comune di Veglie le fontane più malmesse sembrerebbero quelle di via Roma (incrocio via Dante Alighieri) e quella di via Vittorio Alfieri (incrocio via Filippo Bottazzi). La fontana di via Leverano (incrocio via Osanna) giace nel deposito comunale in attesa di essere ricollocata nella sua sede storica.

Anche la fontana monumentale di Piazza Umberto I meriterebbe un intervento di restauro, in alcuni punti l’armatura in ferro è ormai visibile.

Veglie, 08/06/2023

Dott. Fabio Coppola

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