Yvan Rettore: «VEGLIE E IL SUO TRAFFICO CAOTICO»

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Lettera di Yvan Rettore

VEGLIELe vie centrali di Veglie in diversi momenti della giornata sono una vera e propria bolgia.

Ai parcheggi selvaggi dominanti (tanti in lisca di pesce, in divieto di sosta, altri perfino sui marciapiedi tanto che in alcuni casi sembra quasi che stiano per entrare dentro le abitazioni) che a volte finiscono con l’ostacolare la fluidità del traffico si uniscono anche i fumi inquinanti delle auto che spesso e volentieri rimangono accese (specie in estate per mantenere attiva l’aria condizionata nel veicolo) anche quando sono ferme violando apertamente una delle regole basilari del Codice della Strada.

Ogni volta che avviene questo tipo di situazioni chi si azzarda a spostarsi in bicicletta o a piedi (visto che i marciapiedi sono in gran parte inservibili perché dai bidoni della spazzatura degli impianti infrastrutturali fino alle bancarelle di frutta e verdura è tutto un susseguirsi di elementi i che ne ostacolano l’utilizzo) rischia costantemente di essere investito.

Sembra che in questo paese non si riesca proprio a spostarsi senza dover ricorrere sistematicamente all’uso del proprio veicolo.

E dire che le mie zie su in Veneto, in un territorio pianeggiante simile a quello che domina qui in Salento, andavano quotidianamente a fare la spesa in bicicletta. Per non parlare dei grandi centri dell’Emilia in cui la macchina praticamente non viene mai usata.

Invece qui abbiamo l’impressione che anche per fare soltanto qualche centinaio di metri, si debba per forza mettere in moto l’auto.

Probabilmente perché parecchie persone vogliono fare le cose in fretta e allora pensano di fare prima, senza rendersi conto che se tanti fanno così, il tempo che impieghi può spesso risultare superiore a quello che impiegheresti spostandoti a piedi.

Si parla tanto di cambiamenti climatici, di inquinamento, di traffico esasperante, di comportamenti virtuosi da adottare e poi oltre al fatto che a Veglie gli alberi nelle zone centrali sono ormai una rarità si aggravano le cose con azioni che si potrebbero tranquillamente svolgere in modo diverso.

Qualcuno obietterà che non ci sono piste ciclabili ed è vero.

Ma forse se si cominciasse col rendere effettivamente agibili i marciapiedi e si rivedesse la logica dei parcheggi, potenziando nel contempo il personale dei vigili urbani per sanzionare chi infrange le regole basilari del Codice della Strada, allora si potrebbe giungere ad un traffico più sostenibile in un centro che è di dimensioni comunque ridotte e rendere più vivibile e piacevole questa località anche per coloro che vi sono di passaggio.

Ultima considerazione: è camminando o usando la bicicletta che le persone possono soffermarsi tranquillamente davanti alle vetrine degli esercizi pubblici e quindi essere invogliate ad entrarvi per procedere agli acquisti.

Se invece ci arrivi puntualmente in macchina, non soltanto non hai l’occasione di agire in modo analogo, ma rischi di doverci passare davanti perché dietro di te ci sono altri veicoli che strombazzano perché come te sono alla ricerca disperata di un parcheggio.

Yvan Rettore
Referente locale Comitato Civico di Lecce e provincia
in difesa della Costituzione – Associazione Free

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